Figlia secondogenita di Smeraldo Mancinelli, impiegato alla Banca d’Italia e di Adelia Ferrari insegnante di matematica alle Superiori, Laura Mancinelli[5] nacque a Udine nel 1933, poi, dopo un periodo di brevi soggiorni trascorsi tra Rovereto e Mantova dove visse la prima infanzia, con la famiglia si trasferì stabilmente a Torino (1937). Nella prima metà degli anni '40, all'apice del conflitto, dovette sfollare in più di una occasione assieme ai genitori e ai fratelli, a causa dei continui e pesanti bombardamenti subiti dalla città, all'epoca principale centro industriale del paese.
All'inizio degli anni Novanta, colpita da sclerosi multipla,[6] abbandona l'insegnamento per dedicarsi completamente alla scrittura creativa.
Muore a Torino il 7 luglio 2016 in seguito a ricovero dovuto a complicanze legate alla sua malattia. I funerali, in forma laica, si sono svolti nel Monumentale di Torino. Il corpo è stato infine cremato e le sue ceneri riposano nel piccolo cimitero di Exilles in Val di Susa, dove la scrittrice aveva ambientato uno dei suoi romanzi[7][8][9].
Dopo la laurea insegnò per tredici anni nella scuola media, continuando sempre a interessarsi e a lavorare sulla cultura tedesca medievale. Nel 1969 ha pubblicato il suo primo saggio La canzone dei Nibelunghi. Problemi e valori, mentre su consiglio del collega e amico Claudio Magris, nel 1972 ha curato e tradotto dall'originale il volume I Nibelunghi (poema in forma epicacavalleresca composto di 2400 quartine in rima baciata, raggruppati e articolati in 39 canti risalente al XIII secolo); questo lavoro fu decisivo per tutte le sue successive opere di germanista e saggista concluse con Da Carlo Magno a Lutero. La letteratura tedesca medievale, pubblicato nel 1996.
Nel 1981 Laura Mancinelli ha esordito nella narrativa con I dodici abati di Challant, breve romanzo di cui l'autrice aveva iniziato la stesura nel 1968. Sono seguiti i lunghi racconti Il fantasma di Mozart nel 1986 e Il miracolo di santa Odilia nel 1989.
Altre opere sono state: Amadé, racconto del soggiorno torinese di Mozart adolescente; La casa del tempo; Gli occhi dell'imperatore, vincitore del Premio Rapallo[15] nel 1994; Raskolnikov[16]; I tre cavalieri del Graal e Il principe scalzo.
Nel 2001 La sacra rappresentazione poi ristampata col titolo La lunga notte di Exilles (2006), è una specie di vacanza dello spirito su uno sfondo storico, il passaggio del Forte di Exilles dalla Francia (Delfinato) ai Savoia, avvenuto dopo una notte di baldoria della guarnigione francese nel 1708. Nello stesso anno l'autrice lavorava contemporaneamente a un romanzo autobiografico che la impegnò per diversi anni e uscì nel 2002 dal titolo Andante con tenerezza, ristampato nel 2007 con contenuto immutato. Il romanzo ricevette nel 2003 il “Premio via Po”.
Nel 2002 pubblicò Biglietto d'amore, una storia ispirata allo splendido manoscritto di fine Trecento che raccoglie le poesie d’amore dei cosiddetti “Minnesänger”, cantori d’amore tedeschi compresi tra la fine del XII secolo e la fine del XIV secolo, arricchito di una miniatura a tutta pagina (in folio) per ogni autore. Il titolo del romanzo riporta il primo verso di una poesia di Johannes Hadlaub, che giovanissimo fu mandato dal suo padrone, il ricco mercante zurighese Rüdiger Manesse, a trascrivere tutte le poesie ancora reperibili conservate nei castelli e nei conventi (“Codex Palatinus Germanicus” della Biblioteca Palatina di Heidelberg, meglio conosciuto come “Codex Manesse”).
Nel 2011 ha pubblicato per Einaudi il romanzo Due storie d'amore[17][18], libera interpretazione della storia di due celebri coppie di amanti, Crimilde e Sigfrido, Tristano e Isotta.
Nel 1997 era uscito Il mistero della sedia a rotelle[19], il primo romanzo della fortunata serie di gialli umoristici con le inchieste del capitano di polizia Florindo Flores, che è valso alla scrittrice il premio "Cesare Pavese".
A temi più seri tornò nel 2000 con Attentato alla Sindone, quando andò a fuoco la cappella del Duomo di Torino (contenente la Sacra Sindone) costruita dal Guarino Guarini e che la scrittrice amava molto per i giochi di luce ottenuti dall’architetto del seicento con cristalli molati.
Con I fantasmi di Challant, Il «Signor Zero» e il manoscritto medievale e Gli occhiali di Cavour la scrittrice ha proseguito le avventure del capitano Flores.
Per una lettura razionalistica dell'avanguardia: appunti sul dadaismo tedesco e sul "Gruppo di Vienna", Torino, S.l., 197-?.
Memoria e invenzione: introduzione alla letteratura del Nibelungenlied, Torino, Einaudi, 1972.
Lutero tra mistica e tomismo: alcune osservazioni sulla "forma breve del Padrenostro", Firenze, estr. da: Studi di letteratura religiosa tedesca, p. 257-284, 1972.
Introduzione allo studio dell'articolo indeterminativo nell'alto tedesco antico e nell'antico sassone, estr. da: Atti dell'Istituto Veneto di Scienze Lettere ed Arti, 1974.
^La Donna e l'Arte, in PiemonteInforma, Sito Ufficiale della Regione Piemonte, 18 gennaio 2008. URL consultato il 16 febbraio 2017 (archiviato dall'url originale il 16 febbraio 2017).
Marco Testi, "Il romanzo al passato": medioevo e invenzione in tre autori contemporanei, in Analisi letteraria, 27, Roma, Bulzoni, 1992.
"Scrittrici d'Italia": Atti del Convegno Nazionale di Studi, Rapallo, Costa & Nolan, 1995, pp. 120.
"Le eccentriche": scrittrici del Novecento, Tre lune, 2003, pp. 287.
Fulvia Airoldi Namer, "Gli strani casi del capitano Flores: Laura Mancinelli e il grande semiologo", in Rivista internazionale Italiani nel mondo – Narrativa, n. 26, 2004, pp. 97-110.
Sarah Sivieri, «"Aliud per alia dicere": l'opera di Laura Mancinelli tra romanzo storico e influenze letterarie», in Testo: studi di teoria e storia della letteratura e della critica: XVIII, 53, Milano, 2007, pp. 137-147.
Maria Grazia Cammarota, "Gli amori del cantore Tannhäuser nelle riscritture di Laura Mancinelli", in Le vite del testo, Bergamo, Sestante, 2008, pp. 133-146.
Claudia Schlicht, "La figurazione femminile di Mozart", in Mozart nel mondo delle lettere, Perugia, Morlacchi Editore, 2009, pp. 185-201.
Helen Victoria Anderson, Historical and detective fiction in Italy 1950-2006 : Calvino, Malerba and Mancinelli, D. Phil. University of Oxford, 2010.
Margarete Springeth, Das (kriminelle) Mittelalter in den Romanen von Laura Mancinelli, oder: Warum Gottfrieds "Tristan" ein Fragment blieb. Lektüre-Variationen für acht Fragen und einen neugierigen Leser, in: Studia niemcoznawcze, vol. 48, 2011.
Giusi Audiberti, "La cucina medievale di Laura Mancinelli. Le ricette di castelli e conventi", Il Leone Verde, 2012, pp. 140.
I Nibelunghi (1972) ·Tristano (1978) ·I demoni. Dalla cronaca del caposezione Geyrenhoff (1979) ·Gregorio e Il povero Enrico (1989) ·La testa di Vitus Bering (1993)