Oltre alla versione in formato standard a 35 millimetri, è stata distribuita una versione per tecnologia IMAX predisposta sfruttando gli stessi modelli in 3D adottati nella versione standard: Polar Express, specificatamente, è stato così il primo film animato non realizzato per questo tipo di tecnologia ad essere presentato in questo formato.[5]
Un videogioco omonimo è stato distribuito, in concomitanza con il film, da Sony per la PlayStation 2 e da Nintendo per GameCube e Game Boy Advance; il gioco è stato sviluppato dalla società australiana di software Blue Tongue Entertainment, e presenta alcune divergenze rispetto alla storia del lungometraggio.
Trama
Il protagonista è un uomo originario di Grand Rapids, nel Michigan, il cui nome non viene mai rivelato, che mostra in flashback una straordinaria avventura che visse da ragazzino.
Il bambino, durante la notte della Vigilia di Natale, va a dormire fortemente convinto che sotto l'albero i regali verranno messi dai suoi genitori e non da Babbo Natale, alla cui esistenza non crede affatto, a differenza della sorella minore Sarah. Proprio pochi minuti prima della mezzanotte, il ragazzino, non riuscendo a prendere sonno, sente un forte rumore e vede una gran luce provenire dall'esterno e si accorge che, sulla strada che costeggia la sua casa, si è fermato un misterioso treno a vapore che sembra apparso dal nulla, chiamato Polar Express; il capotreno, un uomo di mezza età burbero ma bonario, spiega al protagonista che tale treno conduce i bambini al Polo Nord, permettendo loro di incontrare Babbo Natale. Dopo un primo momento di incertezza, il bambino decide di salire a bordo.
Il treno è pieno di bambini, tutti vestiti in pigiama e intenti a cantare canzoni natalizie, e durante il viaggio viene offerto un rinfresco con della cioccolata calda servita da un gruppo di camerieri e cuochi ballerini. Il protagonista fa amicizia con una simpatica ragazzina, con un timido e povero ragazzino di nome Billy e con un altro ragazzino con un fastidioso atteggiamento da saputello; conosce anche un misterioso avventuriero che vive sopra i vagoni che beve continuamente caffè, il quale gli rimprovera di non essere completamente sincero con sé stesso, essendo sempre in bilico tra il credere e il non credere.
Dopo diverse peripezie, tra cui un tratto dei binari in stile montagne russe, lo scivolamento del convoglio su un lagoghiacciato (dove il ghiaccio ha ricoperto i binari), la rottura della leva di comando della velocità in cabina di guida e l'incontro con una numerosa mandria di caribù, finalmente il Polar Express, condotto dal capotreno e da due imbranati macchinisti, giunge al Polo Nord, dove il vagone dei tre piccoli amici si stacca erroneamente per ritrovarsi alla fine del percorso nella fabbrica dei giocattoli. Uscendo, i tre si radunano nella piazza giungendo dentro il grande sacco dei regali di Babbo Natale.
A questo punto finalmente si presenta "il Grande Vecchio" che, come da tradizione, deve assegnare il primo dono di Natale ad uno dei bambini passeggeri del treno, e sceglie il piccolo protagonista. Lui chiede di avere in dono semplicemente una campanella staccatasi dalle redini delle renne scalpitanti, di cui riuscirà a sentire il meraviglioso suono soltanto quando deciderà ed ammetterà di credere; il ragazzino ammira Babbo Natale decollare nella notte per le sue consegne.
Tornato sul treno, il ragazzo si accorge tristemente di aver perso la campanella a causa di un buco formatosi nella tasca del pigiama, da cui la campanella è scivolata giù; il treno parte per il ritorno, e il ragazzo non riesce a scendere in tempo per cercare il suo dono di Natale.
Tornato a casa, dopo aver salutato i suoi nuovi amici, il Capotreno e il misterioso avventuriero rivelatosi un fantasma nel corso della storia, se ne va a letto a dormire. Quando si sveglia il giorno di Natale, dopo aver scartato tutti i regali presenti sotto l'albero, nell'ultimo dei pacchetti colorati ritrova la campanella insieme ad un biglietto di Babbo Natale che gli consiglia di farsi rattoppare il pigiama. Il protagonista e la sorella riescono a sentir suonare la campanella quando la agitano, mentre i genitori non la sentono e pensano che non funzioni.
Il film si conclude con il protagonista che, da adulto, afferma che con il passare degli anni tutti i suoi amici e anche sua sorella non sono più in grado di udire il suono della campanella come quando erano bambini, ma nonostante ciò per lui la campanella suona ancora, come per tutti coloro che credono sinceramente nella magia del Natale.
Alan Silvestri – Suite from the Polar Express – 6:02
Accoglienza
Incassi
Il film ha incassato in tutto il mondo 313500433$ a fronte di un budget di 165000000$.
Critica
Sul sito aggregatore di recensioni Rotten Tomatoes, il 56% delle 210 recensioni professionali sono positive, con un voto medio di 6,40/10,[6] mentre su Metacritic ottiene un punteggio medio di 61 su 100 basato su 36 recensioni.[7] Su CinemaScore il film ha ricevuto il raro voto "A+".[8]
Il critico Roger Ebert ha conferito al film il punteggio massimo di 4 stelle su 4. Nella recensione afferma che «C'è un tono più profondo, rabbrividente, invece della spensierata allegria del solito film di Natale. [...] Ha una qualità inquietante, magica», paragonando l'atmosfera a Il mago di Oz e Willy Wonka e la fabbrica di cioccolato.[9]
Alcuni recensori invece hanno criticato il design e le animazioni dei personaggi in quanto avrebbero sconfinato nell'uncanny valley.[10]
La Pere Marquette 1225 (sopra) e la Sierra Railway 3 (sotto), locomotive usate rispettivamente per l'immagine e gli effetti sonori della motrice.
La locomotiva del Polar Express è basata sulla Pere Marquette 1225, custodita in un museo dello stato del Michigan. All'inizio del film, il ragazzino con atteggiamento saccente la descrive come una Baldwin classe S3 "Berkshire" con rodiggio 2-8-4 (secondo la notazione Whyte, mentre in italiano sarebbe 1-4-2). Il numero di matricola che la contraddistingue (1225) è in tema con il titolo e il periodo cui il film si riferisce, il 25 dicembre, giorno di Natale (12/25, nella forma anglosassone). La locomotiva reale fu fisicamente ripristinata, pur con qualche difficoltà, per compiere un viaggio dal museo a Grand Rapids (città di origine del protagonista del film), in occasione di un'anteprima speciale destinata alla raccolta di fondi per un ospedale pediatrico.[17]
Il ragazzo protagonista proviene da Grand Rapids, nel Michigan, che nella realtà è la città di origine di Chris Van Allsburg, autore del libro da cui il film è tratto, e dove il film è stato lanciato in anteprima mondiale; le scene della prima parte del film sembrano essere ambientate proprio a Grand Rapids.
Nel film, il ragazzo protagonista tira la corda del fischio del treno dicendo «Era da una vita che lo volevo fare!». Una frase molto simile, nella stessa circostanza (alla conduzione di un treno a vapore), viene detta dal personaggio di Emmett "Doc" Brown (Christopher Lloyd) in Ritorno al futuro - Parte III, film diretto sempre da Zemeckis. La locomotiva in questione è la Sierra Railway 3; i suoi effetti sonori e suo il fischio sono gli stessi utilizzati per la motrice del Polar Express.
Nella sequenza in cui i protagonisti sono nella carrozza piena di giocattoli abbandonati, viene inquadrata una marionetta estremamente simile a Pinocchio, citazione da quest’ultimo.
La scena in cui il biglietto vola via dalle mani del protagonista è un chiaro riferimento alla sequenza della piuma che cade nelle scene iniziali e finali di Forrest Gump, altro famoso film diretto da Zemeckis ed interpretato da Tom Hanks.
Il momento in cui Babbo Natale scompare con la slitta è un riferimento al film Ritorno al futuro di Zemeckis. Infatti la slitta lascia una scia infuocata.
Note
^abcdeAlcune scene aggiuntive in performance-capture.