Il toponimo potrebbe derivare dal latinopraedia o dal longobardobraida: entrambi i termini significano "fondo, proprietà terriera"[6][7].
Storia
I più antichi reperti rinvenuti nel territorio comunale (selci lavorate, fibule in bronzo) dimostrerebbero la presenza di un insediamento collocabile nel periodo paleoveneto. Breda continuò ad essere abitata anche in età romana, come dimostra il ritrovamento di anfore granarie, sepolture e un'ara cilindrica.
Decaduta durante le invasioni barbariche, la zona si risollevò dopo l'anno Mille periodo in cui si assisté alla formazione degli odierni abitati.
Attorno al IX secolo si forma il feudo monastico della chiesa di San Paolo di Breda da parte dei monaci del monastero dei Santi Pietro, Paolo e Teonisto di Casier da cui dipendeva[8].In particolare, il Castrum di Breda si sviluppò attorno a un castello adiacente alla chiesa, fatto erigere dai vescovi di Treviso e poi agli inizi del XIV secolo affidato assieme alla chiesa ai Cavalieri templari, con la soppressione dei templari c'è il passaggio dei beni ai Cavallieri di Malta fino al 1803.
Pero fiorì grazie alla chiesa di San Colombano, legata ai monaci provenienti, forse invece dalla vicina abbazia di Monastier; Pero di Sopra sorse nel XII secolo con la costruzione della chiesa di San Giovanni; Saletto e San Bartolomeo, invece, rimasero a lungo dei modestissimi borghi rurali. Questa diversità di origine ha fatto sì che ciascun villaggio mantenesse la propria autonomia rispetto agli altri, pur rimanendo nell'orbita del Comune di Treviso e delle varie signorie (da Romano, da Camino, della Scala, da Carrara) che si avvicendarono ai suoi vertici.
Caduta la Serenissima nel 1797, Breda attraversò il convulso periodo napoleonico in cui si avvicendarono le amministrazioni francese e austriaca. Al periodo del Regno d'Italia si colloca l'istituzione dell'odierno comune, con Breda capoluogo e Pero, Saletto e San Bartolomeo frazioni[7].
Simboli
Lo stemma e il gonfalone sono privi di concessione ufficiale.
Lo stemma raffigura, su sfondo azzurro, un castello turrito di rosso, merlato alla guelfa e fondato su una campagna di verde e fa probabilmente riferimento a quello attorno al quale, verso l'anno Mille, cominciò a sorgere l’abitato del comune. Il gonfalone è un drappo di azzurro.
Il territorio comunale custodisce cinque ville, tutelate dall'Istituto Regionale Ville Venete (IRVV), e di seguito elencate:
Villa Mazzolà, Negrelli;
Villa Lorenzon;
Villa Zangrando;
Villa Olivi;
Villa Spineda, Dal Vesco, Suppiej.
Mulini
Sono presenti alcuni esempi di archeologia industriale. In particolare, con specifico riguardo all'arte molitoria, si ricorda la presenza di alcuni mulini: due a Saletto, due a Breda, uno a Pero, ed uno, conosciuto con il nome di Mulino della Sega e monumento ai caduti della Grande Guerra, nella località di San Bartolomeo.
Al 31 dicembre 2017 gli stranieri residenti nel comune erano 498, ovvero il 6,4% della popolazione. Di seguito sono riportati i gruppi più consistenti[10]:
^ Renzo Ambrogio, Nomi d'Italia: origine e significato dei nomi geografici e di tutti i comuni, Istituto geografico De Agostini, 2004.
^ab AA. VV., Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani, Torino, UTET, 2006, p. 113.
^abStoria, su comune.bredadipiave.tv.it, Comune di Breda di Piave. URL consultato il 12 dicembre 2014 (archiviato dall'url originale il 13 dicembre 2014).