Il territorio si estende su 361 km² ed è suddiviso in 95 parrocchie, raggruppate in 8 foranie: Atellana, Aversa, Caivano, Casal di Principe, Frattamaggiore, Giugliano, Sant'Antimo e Trentola-Casaluce.
Storia
La diocesi fu eretta nel 1053 da papa Leone IX su richiesta dei governanti normanni. Il territorio fu ricavato da quello delle antiche sedi di Atella e di Liternum, a cui successivamente furono incorporate porzioni dei territori delle soppresse diocesi di Cuma e di Miseno. Il primo vescovo, Azzolino, fu consacrato dallo stesso papa, che in questo modo riconobbe di fatto la nuova contea aversana e l'autorità dei Normanni. Dopo Azzolino, sono storicamente documentati, come vescovi aversani dell'XI secolo, Goffredo (1071-1080), Guitmondo (1088-1094) e Giovanni I (1094-1101).
Aversa fu di fatto l'erede dell'antica diocesi di Atella: infatti i primi vescovi aversani portavano indifferentemente i titoli di vescovi di Aversa o della nuova Atella. Le altre sedi furono unite senza che ci sia stato un atto immediato e databile con precisione; è singolare il fatto che, nel XIII e XIV secolo, le decime venivano raccolte secondo l'antica appartenenza territoriale delle chiese (per esempio: in atellano diocesis aversane, oppure: in cumano diocesis aversane).[2]
Nel periodo post-tridentino, si distinsero alcuni vescovi che attuarono le disposizioni del concilio di Trento. Già Giovanni Paolo Vassallo (1474-1500) aveva rinnovato la vita liturgica della diocesi facendo stampare un Breviario diocesano. Balduino de Balduinis (1554-1582) istituì nel 1566 il seminario diocesano, che fu poi trasferito in un nuovo edificio dal cardinale Innico Caracciolo (1697-1730). Pietro Orsini (1591-1598) celebrò il primo sinodo diocesano, fece per primo la visita pastorale della diocesi e promulgò le Constitutiones capitolari. Bernardino Morra (1598-1605) «riordinò la liturgia e l'amministrazione, istituì la Fraternitas, prima scuola di catechesi, le parrocchie territoriali, il vicariato curato nella chiesa madre, i primi preti delle missioni, le prebende teologale e penitenziale».[5]
Il XVII secolo è marcato dalla dinastia dei Carafa, che dettero consecutivamente quattro vescovi alla diocesi, dal 1616 al 1697, due dei quali, Carlo I e Carlo II, furono anche nunzi apostolici. Il loro principale impegno fu l'arricchimento, architettonico e liturgico, della cattedrale aversana; chiamarono i Gesuiti nella direzione del seminario, dove fecero introdurre la grammatica e la filosofia; promossero inoltre il culto eucaristico, la liturgia e la musica sacra.
Il Settecento si apre con il lungo episcopato di Innico Caracciolo (1697-1730), che si distinse per la riforma del seminario e degli studi ecclesiastici, con l'introduzione di una nuova «ratio studiorum del seminario, in cui istituì cattedre stabili di grammatica e retorica, latino, greco, ebraico, filosofia, storia, teologia, diritto ecclesiastico e civile, liturgia, canto gregoriano».[5] Allo stesso vescovo si deve la ricostruzione della cattedrale, numerose visite pastorali alla diocesi e la convocazione di un nuovo sinodo diocesano, che non veniva più celebrato dal 1619.
Nell'Ottocento i vescovi dovettero fare i conti con le problematiche e gli scontri politici ed ideologici che animarono i decenni precedenti l'unità italiana. Il vescovo Agostino Tommasi (1818-1821) fu vittima di queste lotte.[6] Domenico Zelo (1855-1885) fu accusato di filoborbonismo, ma si distinse per la sua preparazione teologica, che gli valse un posto d'onore al concilio Vaticano I, dove difese brillantemente l'infallibilità e il primato papale. Alla fine del secolo è da segnalare l'opera di carattere sociale del vescovo Carlo Caputo (1886-1897), con la fondazione di comitati dell'Opera dei congressi.
Una controversia sorta nel dopoguerra tra i vescovi di Aversa e di Pozzuoli circa i confini delle loro diocesi, fu risolta dalla Santa Sede nel 1957, con la decisione di far coincidere i confini delle due sedi con quelli dei comuni di Pozzuoli e di Giugliano.[7]
Nel 1979 la diocesi ha perso la sua secolare indipendenza ecclesiastica ed è entrata a far parte della provincia ecclesiastica dell'arcidiocesi di Napoli. Nello stesso anno viene fondato l'Istituto di Scienze religiose di Aversa come scuola di teologia per laici, elevato a Istituto di Scienze Religiose nel 1986.
Il 24 maggio 2014 sono stati beatificati nella cattedrale di Aversa Mario Vergara, sacerdote del P.I.M.E., originario della diocesi, e il catechista Isidoro Ngei Ko Lat, uccisi a Shadaw in Birmania il 25 maggio 1950.
Istituti religiosi
Nel 2021 operavano in diocesi i seguenti istituti religiosi:[8]
^Istituti Religiosi, su Diocesi di Aversa. URL consultato il 12 settembre 2021.
^Secondo Ughelli (Italia sacra, I, col. 488) venne consacrato da papa Vittore II nel 1056, ma senza riportare alcuna documentazione a sostegno. Secondo Kehr (Italia pontificia, VIII, p. 281, nº 1) «nulla eius memoria superest, ita ut ex serie antistitum Aversanorum tollendum esse putemus».
^Alcune fonti medievali, tra cui l'Anonimo di Melk, riferiscono che sia stato papa Gregorio VII († 1085) a nominare vescovo Guitmondo; poiché Guitmondo III è stato certamente consacrato da papa Urbano II nel 1088, come si evince dalle lettere del pontefice, ed essendo trascorsi troppi anni dalla nomina alla consacrazione, contro le regole canoniche dell'epoca, molti autori hanno inserito un Guitmondo II. Secondo Dell'Omo (Per la storia dei monaci-vescovi..., p. 14) è esistito un solo vescovo di nome Guitmondo.
^Dell'Omo, Per la storia dei monaci-vescovi..., p. 13.
^Dell'Omo, Per la storia dei monaci-vescovi..., p. 14.
^Consacrato da papa Gelasio II (1118-1119), è menzionato per la prima volta in un diploma del 27 luglio 1119. Kehr, Italia pontificia, VIII, p. 284, nº 15.
^Kehr, Italia pontificia, VIII, p. 285, nº 17. Secondo Ughelli (Italia sacra, I, col. 489) viveva fino al 1132.
^abcdefghijklNorbert Kamp, Kirche und Monarchie im staufischen Königreich Sizilien. Prosopographische Grundlegung. Bistümer und Bischöfe des Königreichs 1194-1266. 1. Abruzzen und Kampanien, München, 1973, pp. 338-358.
^Il successivo vescovo documentato da Ughelli, Giulio (nel 1191), è escluso da Kamp, che documenta Falcone fino al 1191.
^Dapprima amministratore apostolico della sede aversana, poi vescovo.
^Rafael Lazcano, Episcopologio agustiniano, Guadarrama (Madrid), Agustiniana, 2014, vol. I, pp. 576-577.
^Antonio Scaglione fu nominato vescovo per morte di Silvio Pandone il 28 gennaio 1519, quando Silvio Pandone però viveva ancora. Fu nominato una seconda volta il 7 febbraio 1519, ancora per morte di Silvio Pandone, che avvenne l'8 febbraio.
^Secondo Eubel si tratta di Sigismondo Gonzaga, non di Ercole Gonzaga.