Il Governo Crispi IV è stato il trentunesimo esecutivo del Regno d'Italia, il quarto guidato da Francesco Crispi.
Esso, nato in seguito alle dimissioni del governo precedente, è stato in carica dal 14 giugno 1894 al 10 marzo 1896[1] (sebbene già dimissionario dal precedente 5 marzo), per un totale di 635 giorni, ovvero 1 anno, 8 mesi e 25 giorni.
Compagine di governo
Appartenenza politica
Situazione parlamentare
NOTA: Ai tempi del Regno d'Italia, poiché secondo lo Statuto Albertino il governo rispondeva nei fatti al solo Re, la fiducia parlamentare in senso moderno non era obbligatoria (ed in tal senso vari sono stati i casi di formazione di un governo palesemente privo di tale supporto). La prassi di determinare la sopravvivenza dell’esecutivo in base al supporto parlamentare, dunque, si è andata sviluppando solo successivamente, specie con l’ascesa dei partiti di massa e con l’introduzione del sistema proporzionale, in tempi molto più tardi rispetto all’unità, ed ufficialmente solo con la Costituzione della Repubblica Italiana. Per questo motivo, il grafico sottostante espone, secondo ricostruzioni e dichiarazioni, nonché secondo la composizione del governo, l’eventuale supporto che questo avrebbe o ha ottenuto.
Fino al 10 giugno 1895 (XVIII legislatura):
Dal 10 giugno 1895 (XIX legislatura):
Composizione
Cronologia
1894
- 14 giugno - Il governo giura dinnanzi al Re.
1895
- 8 maggio - È sciolta la Camera dei Deputati e convocati gli elettori per il 26 maggio ed il 2 giugno; e il nuovo Parlamento per il 10 giugno.
- 23 maggio-2 giugno: Si svolgono le elezioni politiche: il governo, non dimessosi, vede aumentare i propri consensi, ma non la sua base di supporto (che resta pressoché invariata), avendo la Sinistra storica ottenuto ben oltre la maggioranza dei seggi (334) e la maggioranza assoluta, ma avendo perso il loro seggio molti indipendenti, sostituiti da membri del Partito Socialista Italiano (PSI), al loro primo ingresso in Parlamento.
1896
- 5 marzo - A seguito della disfatta nella Battaglia di Adua, il governo rassegna le proprie dimissioni dinnanzi al Re. Questi dunque, accettatele, conferisce inizialmente l’incarico a Giuseppe Saracco, ma questi non riesce a formare un governo. Convocato dunque nuovamente Antonio di Rudinì, il Re conferisce, dopo alcune trattative, il mandato esplorativo.
- 10 marzo - Con il giuramento del nuovo esecutivo termina ufficialmente l’esperienza di governo.
Note
- ^ Il giuramento dei ministri, su archiviolastampa.it, 11 marzo 1896, p. 2.
- ^ a b Viene qui riportata la situazione parlamentare solo di questa camera (e non anche del Senato del Regno) poiché, sebbene entrambe partecipassero al processo di controllo del rapporto con l'esecutivo, per convenzione costituzionale in caso di disaccordo era la decisione della camera bassa a prevalere, risultando essere la posizione ufficiale del Parlamento nella sua totalità.
- ^ Poiché all'epoca del Regno d'Italia la figura del Presidente del Consiglio era vista come una figura mediatrice e coordinatrice piuttosto che dirigenziale rispetto all’esecutivo, e dunque senza una costituzione autonoma, il detentore era più identificato con il ministero da egli detenuto piuttosto che dalle sue funzioni, e per questo non vi era mai stata la necessità di nominare un sottosegretario specifico, ma il Capo di governo si serviva del proprio sottosegretario ministeriale.
- ^ a b c d Tecnicamente facente parte della Destra storica, si spostò tra gli indipendenti ed all’appoggio della Sinistra storica (per quanto non ne fece parte) ai fini della formazione dell’esecutivo.
- ^ a b Affiliato alla Sinistra storica, solo ai fini della formazione del governo.
- ^ Nominato nel governo, pur non essendo della Sinistra storica o dei suoi alleati, per via dei suoi meriti nel campo navale e militare.
Bibliografia
- Francesco Bartolotta, Parlamenti e Governi d'Italia dal 1848 al 1970, 2 Voll., Vito Bianco editore, Roma, 1971, II Vol., pp. 84-85.
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