Il Governo Ricasoli II è stato l’ottavo esecutivo del Regno d'Italia, il secondo guidato da Bettino Ricasoli.
Esso, formatosi in seguito alle dimissioni del governo precedente, è stato in carica dal 20 giugno 1866 al 10 aprile 1867[1], per un totale di 294 giorni, ovvero 9 mesi e 21 giorni.
Compagine di governo
Appartenenza politica
Provenienza geografica
La provenienza geografica dei membri del Consiglio dei ministri si può così riassumere:
Situazione parlamentare
NOTA: Ai tempi del Regno d'Italia, poiché secondo lo Statuto Albertino il governo rispondeva nei fatti al solo Re, la fiducia parlamentare in senso moderno non era obbligatoria (ed in tal senso vari sono stati i casi di formazione di un governo palesemente privo di tale supporto). La prassi di determinare la sopravvivenza dell’esecutivo in base al supporto parlamentare, dunque, si è andata sviluppando solo successivamente, specie con l’ascesa dei partiti di massa e con l’introduzione del sistema proporzionale, in tempi molto più tardi rispetto all’unità, ed ufficialmente solo con la Costituzione della Repubblica Italiana. Per questo motivo, il grafico sottostante espone, secondo ricostruzioni e dichiarazioni, nonché secondo la composizione del governo, l’eventuale supporto che questo avrebbe o ha ottenuto.
Fino al 22 marzo 1867 (IX legislatura):
Dal 22 marzo 1867 (X legislatura):
Composizione
Cronologia
1866
1867
- 11 febbraio - In seguito all’approvazione di un ordine del giorno , contrario al governo, riguardante la cessazione della compressione preventiva di alcuni diritti costituzionali nel neo annesso Veneto, con 136 voti favorevoli su 240, il Presidente del Consiglio Ricasoli rassegna le dimissioni, ma queste sono respinte dal Re Vittorio Emanuele II.
- 13 febbraio - Il Re, viste le pressioni di Ricasoli ed altresì al fine di consentire ai veneti di avere una rappresentanza parlamentare, opta di sciogliere la Camera dei deputati.
- 17 febbraio - Ampio rimpasto di governo, cambiano cinque titolari di dicasteri.
- 10 marzo - Si svolgono le elezioni politiche; rispetto a due anni prima la Destra storica aumenta i suoi voti dell'1,2% (perdendo tuttavia 32 seggi) mentre la Sinistra storica avanza del 2,3% (ottenendo 69 seggi in più).
- 1º aprile - In seguito ai risultati elettorali ed ed alla fine delle procedure di insediamento della neo-eletta Camera, Ricasoli riscontra di non riuscire a costruire una solida maggioranza per l’approvazione dell’esercizio provvisorio, dimettendosi contestualmente.
- 4 aprile - Il sovrano affida l'incarico di formare il nuovo esecutivo a Urbano Rattazzi. Termina ufficialmente l’esperienza di governo.
Note
- ^ DISPACCI ELETTRICI PRIVATI, su archiviolastampa.it, 11 aprile 1867, p. 3.
«Firenze, 10 aprile (notte). I giornali confermano che il Ministero è costituito. L'Opinione però dice che il Ministero degli esteri venne offerto al senatore Campetto. I ministri prestarono giuramento nelle mani del Re.»
- ^ a b Viene riportata la situazione parlamentare solo di questa camera (e non anche del Senato del Regno) poiché, sebbene entrambe partecipassero al processo di controllo del rapporto con l'esecutivo, per convenzione costituzionale in caso di disaccordo era la decisione della camera bassa a prevalere, risultando essere la posizione ufficiale del Parlamento nella sua totalità.
Bibliografia
- Francesco Bartolotta, Parlamenti e Governi d'Italia dal 1848 al 1970, 2 Voll., Vito Bianco editore, Roma, 1971, II Vol., pp. 42-43.
Voci correlate
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