Il centro abitato si spinge fino ai bordi del Parco denominato "Bosco delle Sorti" all'interno del quale si trovano sentieri segnalati percorribili a piedi, in bicicletta ed a cavallo.
Al centro dell'abitato, sulla sommità di una collina da cui si gode un magnifico panorama, sorge il castello del 1300 molto ben conservato, così come le torri e la cinta muraria. Sempre in paese si trova la casa museo di Giacomo Bove, importante esploratore italiano vissuto tra il 1852 e il 1887.
Da studi fatti, il nome Maranzana potrebbe essere di origine prediale, vale a dire un sostantivo che si riferisce ad un territorio, un terreno. La documentazione medioevale ci propone: Marencanus (riscontrato su carte del 1188); Maranzana del 1199; Marenzana del 1257; Maransana del 1353. Alcuni studiosi lo interpretano come derivato dal verbo latino emereo o dal nome personale romano emerentius o direttamente da emerentiana. La decisiva denominazione di Maranzana risale non oltre il XVI secolo, periodo in cui il termine non presenta ulteriori variazioni. Anticamente questo territorio fu abitato, secondo leggende, dai Celti che avrebbero invaso l'Italia attratti dai suoi ricchi prodotti agricoli.
Secondo Livio, i Galli invasero l'Italia intorno al 500 a.C. e questa zona diventò Gallia Cisalpina. All'epoca Maranzana nacque come piccolo insediamento di pastori e agricoltori. Dal V secolo in poi si susseguirono le invasioni degli Ostrogoti, dei Longobardi e dei Franchi. Fino all'VIII secolo Maranzana e i territori circostanti subirono devastazioni.
Nel 900 queste terre subiscono le incursioni dei Saraceni, poi nel 951 iniziò la dinastia aleramica che diede origine al marchesato del Monferrato. Nel 1536 questo marchesato passò ai Gonzaga di Mantova.
Nel 1670Giacomo Ottaviano Francesco Ghilini (1619-1703), dell'omonima famiglia nobile alessandrina, acquisisce il titolo marchionale sul feudo di Maranzana che verrà mantenuto fino alla morte dell'ultimo marchese, Ambrogio Maria Ghilini (1757-1832). Con il Trattato di Utrecht Maranzana, insieme ad altre terre, passa sotto casa Savoia e da quel momento seguì le sorti della storia dei Savoia, partecipò al Risorgimento ed alle vicende che legarono il Piemonte all'Italia sino ai nostri giorni.
Recentemente Maranzana ha preso l'appellativo di Paese dei Babaci, ovvero pupazzi in dialetto, per la presenza in diversi luoghi di numerosi personaggi di pezza a grandezza naturale prodotti da un gruppo di donne abili e volenterose, come accoglienza a visitatori e turisti.[4]
«Inquartato: nel primo di azzurro, a sei stelle di cinque punte d'oro, ordinate in sbarra, tre e tre; nel secondo d'argento, alla torre coperta di rosso, mattonata di nero, aperta e finestrata di tre del campo; nel terzo palato d'oro e di rosso di sei pezzi; nel quarto fasciato di rosso e d'oro di sei pezzi. Ornamenti esteriori da Comune.»
Il gonfalone è un drappo partito di bianco e di azzurro.
Società
Evoluzione demografica
Negli ultimi cento anni, a partire dal 1921, la popolazione residente si è ridotta del 75%.
L'economia è prettamente agricola, con quasi esclusivo indirizzo vitivinicolo. L'unica grande industria è la cantina sociale "La Maranzana" che produce pregiati vini DOCG quali Moscato, Cortese, Dolcetto, Barbera, Brachetto e Chardonnay che commercia in Italia e all'estero.
Amministrazione
Di seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni che si sono succedute in questo comune.