Probabilmente per la sua particolare esposizione geografica, la collina di Novello risulta particolarmente a rischio per le grandinate, in occasione di certi temporali primaverili ed estivi, quando le temperature al suolo sono particolarmente alte e se ne presentano le circostanze.
Visitando perciò le vigne in loco (come anche altrove), si potranno notare coperture a reti retrattili in nylon o altro materiale sintetico, che scorrono su cavetti d'acciaio tesi, sorretti da palizzate, sopra i preziosi filari di viti, posti ad altezza adeguata a non intralciare il passaggio e il lavoro dei trattori. Esse vengono distese all'occorrenza, quando il meteo prevede un temporale grandinoso, per proteggere le viti dai chicchi ghiacciati.
Storia
Novello fu per alcuni secoli il centro di uno Stato feudale, retto da un ramo della famiglia Del Carretto. Situato nella marca arduinica, era presumibilmente diventato proprietà dell'aleramico Bonifacio del Vasto nel 1091 e da lui passò ai suoi discendenti.
Con la morte di Giacomo I Del Carretto, marchese di Finale, e la ripartizione dei suoi domini fra i tre figli nel 1268, nacque la signoria (contea?) di Novello, affidata al figlio Enrico.
Dal XV secolo si venne a formare nel borgo un ceto dominante, legato in qualche modo sempre ai Del Carretto, composto da esponenti di poche famiglie del "patriziato" locale che formavano il consiglio comunale, tra le quali si ritrovano i Ferreri/o, Moretti, Borio (che diedero nel Seicento ben sei sindaci), Tarditi, Rosso, Pira, Marescotti, Belmonda, Alessandria, Vajra e Passone.
Simboli
Lo stemma e il gonfalone sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica dell'11 settembre 2001.[6]
Lo stemma si presenta inquartato: nel 1º e nel 4º di verde, al leone d'oro; nel 2º e nel 3º d'oro alla lettera N maiuscola di nero.
Secondo i dati Istat al 31 dicembre 2017, i cittadini stranieri residenti a Novello sono 86[8], così suddivisi per nazionalità, elencando per le presenze più significative[9]: