Negli anni della seconda guerra mondiale, tra il 1940 e il 1943, Acerno fu uno dei comuni della Campania destinati dalle autorità fasciste ad accogliere profughi ebrei in internamento civile. Gli internati furono liberati con l'arrivo dell'esercito alleato nel settembre 1943.[5]
Lo stemma e il gonfalone sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 29 maggio 1963.[6]
«D'argento, alla figura di una vergine sostenuta da campagna di verde, coronata d'oro e vestita da una clamide azzurra, tenente nella mano destra una lancia in banda e nella sinistra una testa di cervo al naturale. Ornamenti esteriori da Comune.[7]»
Il gonfalone è un drappo partito di bianco e di azzurro.
Monumenti e luoghi d'interesse
Architetture religiose
La Donatella
Concattedrale di San Donato, ubicata poco fuori dal paese vicino al cimitero, è caratterizzata da stile barocco, campanile a più piani e cuspide a bulbo;
Tele Monti Picentini nel 1982 chiuderà i battenti alla vigilia della legge Mammì nell'agosto 1990
Radio
Radio Acerno International nacque nel 1978. Il 23 novembre 1980, a causa del terremoto che scosse tutta l’Irpinia, chiuse i battenti per gravi danni subiti alle attrezzature e alla struttura che le ospitava.
Il territorio è ricoperto da vasti boschi di aceri, castagni, faggi, carpini e noccioli intensamente sfruttati e da ricchi pascoli destinati a un fiorente allevamento di ovini, bovini e suini. Le aree agricole producono ortofrutta, cereali e patate. Per la sua posizione amena e salubre è frequentata sia d'estate che d'inverno e vi sono sorti alcuni alberghi ed aziende agrituristiche.[senza fonte]
Acerno possiede due squadre di calcio. In Seconda Categoria troviamo l'Acerno Calcio, principale squadra cittadina che da anni milita tra i dilettanti con un passato in Seconda Categoria, mentre in Terza Categoria figura lo Sporting Acerno. In passato hanno rappresentato il comune la Virtus Acerno e il Real Acerno 2000.
^Giovan Battista Pellegrini, Toponomastica italiana. 10.000 nomi di città, paesi, frazioni, regioni, contrade, monti spiegati nella loro origine e storia, Milano, Hoepli, 1990.