Costruita nel corso del duecento venne elevata al rango di cattedrale nel 1258. Originariamente in stile romanico pisano, ha subito vari rifacimenti nel corso dei secoli.
Provincia ecclesiastica
La provincia ecclesiastica comprende le seguenti suffraganee:
La diocesi di Cagliari ha origini antiche. Il primo vescovo ad avere una certa attendibilità, almeno tradizionale, sarebbe sant'Avendrace, che ricoprì la cattedra dal 70 al 77 (o 87), quando morì (presumibilmente il 13 settembre). Tale tradizione è tutt'altro che certa, anche se il quartiere cagliaritano che porta il suo nome, nel quale sarebbe vissuto in eremitaggio, sembrerebbe convalidare la tradizione. Sul suo sepolcro sorse la chiesa di Sant'Avendrace, probabilmente già nel 202, quando fu scoperto; edificio modificato durante il XVII secolo, presenta ancora l'ipogeo del I secolo. Il primo vescovo di Cagliari storicamente documentato fu Quintasio, attestato nel 314, quindi il famoso teologo san Lucifero (353-370 circa). I vescovi di Cagliari risultano avere il titolo di arcivescovi fin dal 484, quando è documentato l'arcivescovo Lucifero II.
Il titolo primazialedi Sardegna compare per la prima volta nella falsa corrispondenza di papa Vittore III con l'arcivescovo Giacomo (1075-1089)[2]. Nel 1189papa Innocenzo II elevò a suo legato l'arcivescovo di Pisa che dal momento prese il titolo di Primate di Sardegna e Corsica.
Nei secoli successivi alcune diocesi ottennero nuovamente l'autonomia: nel 1824 una parte della diocesi di Suelli costituì la diocesi di Ogliastra, divenuta poi diocesi di Lanusei; la diocesi di Iglesias fu eretta nel 1763 su un territorio più o meno ricalcante l'antica diocesi di Sulci; la diocesi di Galtellì fu ristabilita nel 1779 con sede a Nuoro.
Si omettono i periodi di sede vacante non superiori ai 2 anni o non storicamente accertati.
Dei vescovi fino a Lucifero II sono storicamente accertati solo Quintasio, Lucifero I e forse Avendrace del quale si conserva ancora la tradizione nel nome di un quartiere cittadino e che sarebbe stato preceduto nella cattedra cagliaritana dai vescovi Siridone, Bonifacio e Clemente.
Papa Gregorio XV ha concesso ai canonici di indossare rocchetto e cappa violacea ad instar Canonicorum Basilicae Principis Apostolorum de Urbe. I canonici cagliaritani sono stati insigniti della dignità di protonotari apostolici onorari durante munere da papa Pio VII, con breve apostolico del 23 febbraio 1803. Papa Pio X, con breve del 13 settembre 1907 ha promosso gli stessi canonici alla dignità di protonotari apostolici ad instar durante munere. A seguito del motu proprioPontificalis Domus di papa Paolo VI oggi sono semplicemente protonotari apostolici soprannumerari.
Papa Leone XII, con breve del 22 novembre 1825, ha dato ai beneficiati "facultatem claudendi mozzettam, qua hactenus usi sunt, illique globulos rubros (...) addendi". Da allora nei giorni festivi indossano sulla cotta la mozzetta nera con filettatura, asole e bottoni color rubino. Essi costituiscono la comunità dei beneficiati.
Il capitolo ha un'unica dignità, che da tempo immemorabile ha il titolo di decano.
Nella città di Cagliari sono presenti tre collegiate: Sant'Eulalia (che ha la precedenza subito dopo il capitolo metropolitano), nel quartiere Marina; Sant'Anna, nel quartiere Stampace; San Giacomo, nel quartiere Villanova. Attualmente i rispettivi capitoli sono privi di membri, eccetto il parroco presidente, unica dignità.
Attualmente il patrono dell'arcidiocesi viene considerato sant'Efisio, martire del IV secolo profondamente venerato nella Sardegna meridionale e festeggiato grandemente nella Sagra di sant'Efisio del 1º maggio. I calendari liturgici anteriori al Concilio Vaticano II lo indicano però semplicemente come patrono della provincia ecclesiastica cagliaritana, riservando il patronato della diocesi e della città di Cagliari a san Saturnino, il quale è ora venerato solo come patrono cittadino.
Attività editoriale
L'arcidiocesi possiede dal 1958 un giornale ufficiale diocesano, che dal 2004 è edito come Il Portico, a cadenza settimanale. Dal 1993 trasmette Radio Kalaritana. Entrambe le redazioni si trovano nei locali del Seminario Arcivescovile.
Statistiche
L'arcidiocesi nel 2021 su una popolazione di 579.300 persone contava 566.600 battezzati, corrispondenti al 97,8% del totale.
^A. Carboni, L'epistola di Vittore III ai vescovi di Sardegna. Prova e storia di un falso, Roma, 1960.
^Indicato da storici ed eruditi locali come vescovo di Sardegna; in realtà era vescovo di Sardica. Cappelletti, Le Chiese d'Italia della loro origine sino ai nostri giorni, vol. XIII, p. 49.
^Vescovo menzionato in una lettera di papa Gregorio I a Gennaro di Cagliari come fondatore di uno xenodochium. Il papa non menziona né l'epoca, né la sede di cui questo Tommaso fu vescovo, né il luogo dello xenodochium. Storici ed eruditi locali ne hanno fatto un vescovo di Cagliari, predecessore di Gennaro. Charles Pietri, Luce Pietri (ed.), Prosopographie chrétienne du Bas-Empire. 2. Prosopographie de l'Italie chrétienne (313-604), Roma, École française de Rome, 1999, p. 2196 (Thomas 8).
^Trasferito dalla sede di Oristano; tuttavia nella bolla di nomina del suo successore a quella sede (Gavino Magliano), si dice che la sede è rimasta vacante per la morte di Nieto. È probabile che la nomina di Nieto a Cagliari, su cui Eubel non possiede dati certi, non ebbe effetto. Effettivamente Nieto morì a Oristano e, nel tempo, il suo decesso fu confuso con quello altrettanto repentino del suo conterraneo turritano e predecessore Antonio Canopolo (cfr. Marcello Derudas, Il Convitto Nazionale Canopoleno di Sassari. Una finestra aperta su quattrocento anni di storia, Sassari, Carlo Delfino, 2018, pp. 45-46 e n. 75. ISBN 978-88-9361-071-1).