Chianti Montespertoli
Il Chianti Montespertoli è un vino a DOCG[1] prodotto nella Regione Toscana, nella sottozona Montespertoli. Zona di produzioneIl territorio della sottozona coincide con il territorio comunale di Montespertoli estendendosi su di un'area pari a 125 km². Circa un terzo del territorio (la parte sud e sud-est, con un'altitudine variabile tra 257 e 442 m sul livello del mare) fa parte anche della sottozona Colli fiorentini. La superficie vitata è di circa 2200 ha anche se solo 1400 hanno diritto al riconoscimento della DOCG Chianti. L'altitudine dell'intera sottozona varia da 170 a 442 m sul livello del mare[2]. Vitigni con cui è consentito produrlo
Inoltre:
Vitigni complementari
Abrusco, Aleatico, Alicante, Alicante Bouschet, Ancellotta, Barbera, Barsaglina, Bonamico, Bracciola nera, Calabrese, Caloria, Canaiolo, Canina nera, Carignano, Carmenere, Cesanese d'Affile, Ciliegiolo, Colombana nera, Colorino, Foglia Tonda, Gamay, Groppello di S. Stefano, Groppello Gentile, Lambrusco Maestri, Malbech, Malvasia nera, Malvasia Nera di Brindisi, Malvasia Nera di Lecce, Mammolo, Mazzese, Merlot, Montepulciano, Petit Verdot, Pinot Nero, Polleria nera, Prugnolo Gentile, Rebo, Refosco dal Peduncolo Rosso, Sagrantino, Sanforte, Schiava Gentile, Syrah, Tempranillo, Teroldego, Vermentino Nero
Albana, Albarola, Ansonica, Biancone, Canaiolo Bianco, Chardonnay, Clairette, Durella, Fiano, Grechetto, Greco, Incrocio Bruni 54, Livornese Bianca, Malvasia Bianca di Candia, Malvasia Bianca Lunga, Malvasia Istriana, Manzoni Bianco, Marsanne, Moscato Bianco, Müller-Thurgau, Orpicchio, Petit Manseng, Pinot Bianco, Pinot Grigio, Riesling renano, Riesling Italico, Roussane, Sauvignon, Sémillon, Traminer Aromatico, Trebbiano Toscano, Verdea, Verdello, Verdicchio Bianco, Vermentino, Vernaccia di S. Gimignano, Viogner Tecniche produttiveSono idonei unicamente i vigneti di giacitura collinare ed orientamento adatti, i cui terreni - situati ad un'altitudine non superiore a 700 metri s.l.m., sono costituiti in prevalenza da substrati arenacei, calcareo marnosi, da scisti argillosi, da sabbie e ciottolami. Sono da considerarsi inadatti i vigneti situati in terreni umidi, su fondi valle e infine i terreni a predominanza di argilla pliocenica e comunque fortemente argillosi. I nuovi impianti ed i reimpianti dovranno avere una densità non inferiore ai 4 400 ceppi/ettaro. È vietata ogni forma di allevamento su tetto orizzontale, tipo tendone. Le forme di allevamento tradizionali sono rappresentate dal guyot, da una sua derivazione denominata "archetto toscano" e dal cordone speronato. È vietata ogni pratica di forzatura, ma consentita l'irrigazione di soccorso. Nella vinificazione è ammessa la tradizionale pratica enologica del governo all'uso Toscano, che consiste in una lenta rifermentazione del vino appena svinato con uve dei vitigni autorizzati leggermente appassite. Tutte le operazioni di vinificazione e imbottigliamento debbono essere effettuate nella zona DOCG, ma sono ammesse deroghe su preventiva autorizzazione. Richiede un invecchiamento almeno fino al 1º giugno dell'anno successivo alla vendemmia. Caratteristiche organolettiche
Informazioni sulla zona geograficaIl Chianti nasce in un'area geologicamente assai omogenea, situata a sud dell'Appennino e fra le latitudini che ricomprendono Firenze e Siena. Una fascia inizia a nord, dalla zona del Mugello verso Rufina e Pontassieve, prosegue lungo i monti del Chianti fino ad arrivare a ricomprendere il territorio del Comune di Cetona. L'altra si origina sul Montalbano e si allaccia alla Val di Pesa con direttrici verso San Gimignano e Montalcino. Il nucleo centrale è contornato da propaggini legate ai sistemi collinari dell'Aretino e del Senese, del Pistoiese, del Pisano e del Pratese. Queste fasce estreme e periferiche sono collegate fra loro da briglie trasversali. In particolare, il territorio del Chianti, dal punto di vista geologico, per la sua vastità, può essere suddiviso in quattro sistemi, in ordine di età di formazione decrescente: dorsali preappenniniche mio-eoceniche, le colline plioceniche, la conca intermontana del Valdarno Superiore con i depositi pleistocenici, ed i depositi alluvionali. L'altitudine dei terreni collinari coltivati a vite è compresa mediamente fra i 200 ed i 400 m s.l.m. con giacitura ed orientamento adatti. Il disciplinare di produzione prevede comunque una altitudine massima, per i vigneti, di 700 m sul livello del mare. Il clima dell'area si inserisce nel complesso climatico cosiddetto della collina interna della Toscana. Il clima del comprensorio può essere definito da "umido" a "subumido", con deficienza idrica in estate. La piovosità media annua è di 867 mm con un minimo di 817 mm ed un massimo di 932 mm. La piovosità massima si registra, di regola, nel mese di novembre con 121 mm e la minima in luglio con 32 mm. Il mese di agosto è quello mediamente più caldo, con temperature medie di oltre 23 °C, mentre il mese più freddo è solitamente gennaio, con temperature medie intorno ai 5 °C.[1] StoriaLe prime attestazioni della produzione di vino in Toscana risalgono al periodo romano. Allo stato attuale delle conoscenze, non è possibile, però, ricavare informazioni relative alla zona di Montespertoli, anche se il ritrovamento di un'anfora vinaria a Empoli fa pensare alla presenza di una produzione di vino nella zona del Valdarno[3]. Tracce più precise si trovano nel Quindicesimo secolo quando la necessità di tassare la produzione di vino e olio rende necessaria l'attribuzione di un valore di reddito al tino di ogni zona, sulla base di un'unità di misura detta "cogno", pari a 10 barili (4,56 hl) e 0,25 fiorini d'oro[4]. I documenti mostrano come l'area di Montespertoli abbia all'epoca produzioni diverse secondo le zone. La famiglia Frescobaldi è proprietaria di ampi vigneti in quest'area, dove nel 1340 costruisce, nei pressi di Monteriggioni, la Villa di Montecastello[5]. Le lettere di Isabella Sacchetti Guicciardini, scritte al marito Luigi intorno agli anni Trenta del Cinquecento, attestano la produzione in queste località di vini bianchi e rossi, in particolare vernaccia e greco[6] [7]. Nel Diciottesimo secolo le fonti segnalano a Montespertoli la presenza di vite a coltura promiscua. Nell'Ottocento i metodi di coltivazione della vite e dei cerali adottati in modo particolare nella Valdelsa hanno un ruolo importante nel modellare il paesaggio, attenuando progressivamente le pendenze per creare campi regolari e pianeggianti[8]. Progressivamente l'attività vitivinicola acquisisce importanza centrale nell'economia dei comuni di questa parte della Toscana e di Montespertoli in particolare. La volontà di conservare la storia e le tradizioni di questa produzione hanno portato alla creazione del Museo della Vite e del vino[9]. Nella piazza del paese, inoltre, dal 1958, come evoluzione della tradizionale Fiera del bestiame, viene organizzata annualmente, tra maggio e giugno, la Mostra del Chianti[10]. Disciplinare
Precedentemente all'attuale disciplinare questa DOCG era stata:
Il disciplinare del 1967 prevedeva:
BottigliePer i vini Chianti è consentita l'immissione al consumo soltanto in bottiglie di vetro di tipo bordolese o in fiaschi tradizionali all'uso toscano. Inoltre deve essere usato esclusivamente il tappo di sughero raso bocca della bottiglia; fanno eccezione i recipienti con tappi a corona o capsule a strappo per le capacità fino a 0,250 litri. Abbinamenti consigliatiProduzione
Chianti Montespertoli riserva
Caratteristiche per ottenere la menzione riserva
Il periodo di invecchiamento viene calcolato a decorrere dal 1º gennaio successivo all'annata di raccolta delle uve. Secondo il disciplinare del 1984 invece: "I vini Chianti prodotti nelle sottozone Colli Aretini, Colli Senesi', Colline Pisane, Montalbano, Montespertoli per aver diritto alla qualifica Riserva, dovranno essere sottoposti ad un invecchiamento di almeno due anni, di cui almeno tre mesi di affinamento in bottiglia, e dovranno avere un titolo alcolometrico volumico totale minimo del 12,5%." Caratteristiche organolettiche
Note
Bibliografia
Voci correlate
Altri progetti
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