Giacomo I d'Aragona
Giacomo I d'Aragona, detto il Conquistatore (Jaume el Conqueridor in catalano, Chaime o Conqueridor in aragonese; Montpellier, 1º febbraio 1208 – Valencia, 27 luglio 1276), fu re di Aragona e conte di Barcellona (1213-1276), re di Valencia (1238-1276) e di Maiorca (1230-1276), signore di Montpellier, del Carladès (1219-1276) e di altri feudi dell'Occitania (1219-1258). OrigineEra figlio del re d'Aragona e conte di Barcellona, Gerona, Osona, Besalú, Cerdagna e di Rossiglione, Pietro II il Cattolico e di Maria di Montpellier, figlia del signore di Montpellier Guglielmo VIII.[1][2][3] BiografiaSecondo la Cronaca piniatense[4], Giacomo era il figlio di Pietro II il Cattolico di Aragona e di Maria di Montpellier (la filla del noble princep Don Guillem de Montpeller…Maria, nieta del Emperador de Costantin noble) e secondo una cronaca in occitano, trovata nei documenti del conte di Tolosa, Raimondo il Giovane, Giacomo era nato, nel febbraio 1208, il primo[1] o il 22[2]. Nel 1209 suo padre Pietro II era entrato in possesso della contea di Urgell, dopo la morte del conte Ermengol VIII de Urgell (1158-1209) senza eredi maschi, a nome del figlio Giacomo, fidanzato con la figlia di Ermengol, la contessa d'Urgell, Aurembiaix de Urgell[5] (1192/1196-1231)[1]. Poco dopo però il fidanzamento venne cancellato[1]. Dopo che la (crociata albigese), indetta dal papa Innocenzo III nell'agosto del 1209, aveva conquistato Béziers e Carcassonne, e il comando militare era stato affidato a Peribuon De Sidotto, che governò le due città in nome del re di Aragona Pietro II, Giacomo fu condotto a Carcassonne e affidato a Simone di Monfort[1]. Giovinezza e inizio del RegnoAlla morte del padre nel 1213 a Muret (battaglia di Muret), dove Pietro II difendeva i suoi vassalli occitani, Giacomo, che era a Carcassonne, venne trattenuto nella contea occitana (di fatto Giacomo era prigioniero) da Simone IV di Montfort, leader della crociata contro i Catari e nemico giurato degli Occitani. Giacomo venne riconsegnato agli Aragonesi, nel 1214, solo dopo varie pressioni del papa Innocenzo III. Aveva sei anni quando prestò giuramento alla Corte di Lleida nel 1214. Nel settembre del 1218 si celebrò per la prima volta a Lleida una Corte Generale tra Aragonesi e Catalani, nella quale venne dichiarato già maggiorenne. Ereditò la Signoria di Montpellier alla morte della madre nel 1219. ![]() Il 6 febbraio del 1221, ad Ágreda (Soria), si sposò con Eleonora di Castiglia (1202-1244), figlia del re di Castiglia Alfonso VIII e di Eleonora Plantageneta (seconda figlia femmina legittima di Enrico II Plantageneto re d'Inghilterra e della duchessa Eleonora d'Aquitania), quindi sorella di Berenguela e zia di Ferdinando III di Castiglia. Il matrimonio fu annullato, nel 1229, per consanguineità[1]. Durante i primi quindici anni del suo regno, turbato dalle mire ambiziose di molti nobili (desiderosi di affermare la propria indipendenza) e di membri della famiglia reale (desiderosi di impadronirsi della corona), Giacomo combatté diverse lotte contro la nobiltà aragonese che lo fece addirittura prigioniero nel 1224. Nel 1227 affrontò una nuova rivolta nobiliare degli Aragonesi, diretta contro l'infante Ferdinando (o Ferrante, che si ritirò nel Monastero di Santa Maria di Poblet), zio del re, che finì grazie all'intervento del papa attraverso l'arcivescovo di Tortosa, con la firma del concordato di Alcalá nel marzo del 1227. Questo trattato segnò il trionfo della monarchia sui nobili ribelli, dando la stabilità necessaria per cominciare le campagne contro i musulmani. Questa stabilità pose fine alle lotte intestine della nobiltà aragonese. Nel 1231 Giacomo I firmò il trattato di Tudela con il re di Navarra, Sancho VII che prevedeva che colui che fosse sopravvissuto avrebbe occupato il regno dell'altro re. Ma quando, nel 1234, il re Sancho VII morì, Giacomo I non pretese l'applicazione del trattato e i navarresi si scelsero come re il nipote di Sancho, Tebaldo IV di Champagne La Conquista di Maiorca![]() ![]() Per porre fine alla minaccia dei pirati di Maiorca i mercanti di Barcellona, Tarragona e Tortosa chiesero aiuto a Giacomo I. In una riunione delle cortes a Barcellona nel dicembre del 1228 i catalani gli offrirono le proprie navi, mentre i nobili si accordarono per partecipare all'impresa in cambio di parte del bottino e dei domini territoriali da conquistare. In un'altra riunione a Lleida i nobili aragonesi accettarono le stesse condizioni, ma consigliarono al sovrano di dare la precedenza alla lotta contro i musulmani di Valencia, questo fece sì che la loro partecipazione alla battaglia contro i maiorchini non fosse significativa. Alla campagna per la conquista di Maiorca partecipò così solo una piccola guarnigione di nobili aragonesi, l'impresa fu quindi merito principalmente dei catalani, che poi furono coloro che in maggioranza vi si sarebbero stabiliti. Nel 1229, le forze catalane partirono da Salou per andare contro le armate di Abū Yahya, il governatore almohade semi-indipendente dell'isola. Le truppe aragonesi sbarcarono a Santa Ponsa e sconfissero i musulmani nella Battaglia di Portopi il 13 settembre 1229. L'isola venne conquistata in pochi mesi (Giacomo I entrò nella capitale dell'isola il 31 dicembre del 1229, dopo un prolungato assedio[1]), solo un piccolo nucleo di resistenza musulmana permase fino al 1232. Le popolazioni musulmane dell'isola fuggirono in Africa o vennero fatti schiavi. Dopo avere sterminato gli abitanti di Medina Mayurqa la quantità di cadaveri fu tale da produrre un'epidemia che dimezzò l'esercito di Giacomo I. Inoltre i nobili catalani tentarono di tenersi tutto il bottino, provocando una rivolta che indebolì ulteriormente il potere militare del sovrano aragonese.
Il Regno di Maiorca venne annesso alla corona di Aragona sotto il nome di regnum Maioricarum et insulae adyacentes, ottenendo la carta di franchigia nel 1230, dopo avere deposto il wali Abu Yahya Hiqem[1]. La conquista di MinorcaIl monarca aragonese si vide impossibilitato a conquistare Minorca a causa delle divisioni interne del suo esercito aragonese-catalano, per via del bottino e della riduzione delle sue forze armate. Il sovrano nonostante tutto riuscì a ottenere un vassallaggio su Minorca grazie al "Trattato di Capdepera", con il quale i musulmani minorchini accettarono la sua sovranità (1231). Dopo la morte di Giacomo I il governo di Minorca venne riunito sotto il regno di Maiorca. L'isola venne conquistata definitivamente solo dall'erede di Giacomo, Alfonso III di Aragona, dopo la capitolazione di Abū ‘Umar nel 1287. La conquista delle isole Pitiuse, Ibiza e FormenteraLe ultime isole del Mediterraneo a cedere alla sottomissione catalana furono Ibiza e Formentera, conquistate grazie al contributo determinante di Guglielmo de Montgrí, arcivescovo di Tarragona, di suo fratello Bernardo di Santa Eugenia e dell'aristocrazia catalana, che concluse l'impresa nel 1235. La conquista di Valencia![]() La conquista di Valencia, a differenza di quella di Maiorca, venne compiuta con un'impronta contingente di aragonesi. Nel 1231 Giacomo I si riunì, ad Alcañiz, con il nobile Blasco di Alagón e il maestro degli ospitalieri, Hugo de Folcalquer, per fissare un piano di conquista dei territori valenciani. Blasco raccomandò di assediare le città della piana ed evitare le città fortificate, tuttavia i primi luoghi a essere conquistati furono due avamposti arroccati fra le montagne. Il primo fu Morella, al nord di Castellón, conquistato da Blasco d'Alagon, nel 1232, che approfittò della debolezza del governo musulmano locale, mentre Giacomo I andò alla conquista del secondo, Ares, e da qui si recò a Morella, dove Blasco fece atto di sottomissione e ottenne la città come feudo. Nel 1233 venne pianificata la campagna ad Alcañiz, che consistette in tre tappe:
Negli anni seguenti a quest'ultima tappa Giacomo I dovette fare fronte a diverse rivolte dei Mori. A livello amministrativo decise di mantenere, rispettando gli usi e i costumi locali, separati il Regno di Valencia con quello della Corona di Aragona (al quale quello Valencia era comunque unito), per evitare un'eccessiva espansione territoriale da parte della nobiltà aragonese che reagì rabbiosamente a questa decisione. Il secondo matrimonio e la contea di Rossiglione
Giacomo, annullato il primo matrimonio, contrasse una seconda unione con la principessa ungherese Violante (1215-1251), figlia del re di Ungheria Andrea II e di Iolanda di Courtenay, sposata l'8 settembre 1235 a Barcellona[1]. Inquisizione e rapporti con gli EbreiNel 1232 convocò il primo concilio e, nel 1242, il secondo concilio di Tarragona in cui in Aragona venne avviata l'inquisizione, che fu lasciata nelle mani del potente Raimondo di Peñafort, che durerà per tutto il regno di Giacomo I. Non fu un persecutore degli Ebrei e anzi a Barcellona, nel 1263, patrocinò la contesa tra il cristiano Pablo Cristiani e il giudeo Mosè Nachmanidi in cui fece da arbitro, forse non troppo parziale. La politica con la Francia e terzo matrimonioIl rapporto di Giacomo I con il regno di Francia fu abbastanza conflittuale:
Poco dopo che era rimasto vedovo (1251) Giacomo si sposò per la terza volta con Teresa Gil di Vidaure, figlia di Giovanni di Vidaure. Con il Trattato di Corbeil (1258) Giacomo pose fine alle sue pretese sull'Occitania, territorio appartenuto agli antichi conti di Barcellona e alla contea di Tolosa, mantenne solo la signoria di Montpellier e Carladès[1]. Come contropartita Luigi IX di Francia rinunciava ai suoi diritti, come discendente di Carlo Magno, sui territori catalani che facevano parte della Marca di Spagna, le contee della Catalogna e la contea di Rossiglione. La conquista del Regno di Murcia![]() I castigliani avevano sottomesso il Regno di Murcia nel 1243, ma i murciani nel 1264 si ribellarono con l'appoggio del Regno di Granada e i governanti del Nord Africa. La regina di Castiglia Violante d'Aragona (sposa di Alfonso X il Saggio) chiese aiuto al padre, Giacomo I. Le truppe aragonesi mandate dall'infante Pietro (il futuro Pietro III il Grande) riconquistarono Murcia nel 1265-66; nel gennaio del 1266, il regno fu conquistato dagli aragonesi, che lo riconsegnarono alla Corona di Castiglia[1]; più di 10.000 aragonesi, dopo la conquista, rimasero in quei territori. Gli ultimi anni![]() Nel settembre del 1269 Giacomo I partì da Barcellona con la sua armata per la spedizione in Terra santa, ma una tempesta disperse le sue navi e dovette sbarcare ad Aigues-Mortes, rinunciando così all'impresa. Comunque il gruppo di crociati aragonesi che raggiunse Acri fu di notevole aiuto ai cristiani che difendevano la città dai musulmani. Nel 1271, alla morte di Alfonso di Poitiers, rivendicò parte dei territori della contea di Foix, senza ottenere alcuna soddisfazione. Nel 1274 il concilio di Lione accolse con indifferenza i suoi propositi di riorganizzare una spedizione in Terra santa. Giacomo I, nel corso del suo regno, pubblicò una raccolta (Compilacion de Canellas o de Huesca) che, oltre a un compendio dei principi giuridici del diritto aragonese tradizionale, offriva, quali fonti supplementari, il buon senso e l'equità, e pur non abrogando i fueros delle città era ritenuta la fonte della giurisprudenza. Dopo un regno di sessantatré anni morì a Valencia il 27 giugno 1276 dopo che il giorno prima aveva redatto un testamento[1], lasciando al figlio Pietro, i Regni di Aragona e di Valencia e le contee catalane, mentre all'altro figlio, Giacomo ereditò il Regno di Maiorca, che comprendeva anche Minorca (Isole Baleari), Ibiza e Formentera (isole Pitiuse) e la signoria di Montpellier. DiscendenzaGiacomo I si sposò tre volte, avendo figli da tutte le tre consorti, ma ebbe anche più di un'amante, pure dalle quali ebbe figli.[1][2][6] Dalla sua prima moglie Eleonora ebbe un solo figlio:
Dalla seconda moglie Violante di Ungheria ebbe dieci figli:
Dalla terza moglie Teresa ebbe due figli: Dalla sua amante Bianca di Antillón, figlia del barone Sancho di Antillón, ebbe un figlio:
Dalla moglie di cui non si conoscono né il nome né gli ascendenti ebbe un figlio:
Dalla sua amante Berenguela Fernandez, ebbe un figlio: Da una terza amante di cui non si conosce il nome ebbe un altro figlio: Da una quarta amante di cui non si conosce il nome ebbe un altro figlio: AscendenzaQuadri e monumenti di Giacomo I
Note
Bibliografia
Voci correlate
Altri progetti
Collegamenti esterni
Information related to Giacomo I d'Aragona |