Il clima di Medole è quello tipico dell'alta Pianura Padana di tipo temperato sub‐continentale: gli inverni sono moderatamente rigidi, poco piovosi e con giornate di nebbia; le estati sono calde e afose con precipitazioni a carattere temporalesco; le primavere e gli autunni sono generalmente piovosi.
Il nome di Medole deriva dal latino meta, mucchio di sassi.[9]
Storia
Periodo romano
I reperti e le iscrizioni rinvenute suggeriscono l'esistenza di un abitato organizzato in istituzioni, di cultura e lingua latina, già a partire dal I secolo.[10] Il primo nucleo del paese prese vita nell'attuale zona nord-est dell'abitato, ove sorge l'attuale Pieve romanica,[11] costruita intorno al X secolo, forse sulle fondamenta di un tempio romano.
Intorno alla seconda metà del XV secolo il Comune, per ragioni non note, probabilmente a causa di una forte carestia nelle valli bresciane, fu soggetto a una imprevista e imponente immigrazione che, in poco tempo, determinò un significativo aumento della popolazione medolese.[15] Le già scarse provviste alimentari e le diffidenze verso i forestieri causarono una netta separazione tra le due popolazioni che, nel 1481, venne regolata da sentenza della Magistratura.[senza fonte] Gli abitanti di Medole furono divisi tra i nativi, detti "uomini di comune" e gli immigrati bresciani, detti "uomini di macina". Questi ultimi costituivano la parte più povera e venivano trattati come forestieri, fino a quando la loro discendenza non avesse raggiunti i 150 anni dall'insediamento a Medole del capostipite. Nel 1570 le 110 famiglie degli "uomini di macina" che lamentavano la durezza delle condizioni di vita, inviarono una supplica al Duca di Mantova che, però, venne respinta, confermando i privilegi degli "uomini di comune". Della fine ufficiale di questo strano "apartheid" non si ha notizia: probabilmente si estinse nel XVII secolo, con il compimento dei 150 anni di residenza.[16]
Una seconda consistente immigrazione avvenne alla fine del XVII secolo, quando varie famiglie bergamasche raggiunsero Medole in cerca di lavoro agricolo nell'incolto Campo di Medole, una vasta distesa posta nella zona nord che veniva ceduta dal Comune in lotti di grandezza commisurata alla forza lavoro della famiglia richiedente.[senza fonte]
L'ultima battaglia di Medole ebbe luogo il 2 luglio 1866.[21] In effetti si trattò di uno scontro circoscritto tra reparti di cavalleria italiana e austriaca, cui venne dato particolare risalto, probabilmente per compensare parzialmente le sconfitte subite dall'esercito italiano. È in seguito al favorevole esito di quello scontro che la piazza centrale prese l'attuale denominazione di Piazza della Vittoria.
Il XX secolo
Il XX secolo iniziò sotto buoni auspici per i miglioramenti economici dovuti all'attività della Cooperativa agricola italiana che, nel 1901, fondò a Medole un'importante azienda cooperativa rurale, sdoganando in parte la manodopera agraria dal controllo dei latifondisti ed incoraggiando le classi più umili della popolazione allo studio.
Il 28 febbraio 1918 arriva la 113ª Squadriglia che resta fino al 17 luglio, dal 22 marzo la 23ª Squadriglia fino al 25 maggio ed all'inizio di luglio la 120ª Squadriglia fino al 25 agosto.
Simboli
Nello scudo sono raffigurate, in campo rosso, due braccia moventi dal fianco sinistro dello scudo, impugnanti: la sinistra un mazzo di spighe, la destra un falcetto. Il gonfalone è un drappo partito di bianco e di rosso.[22]
Monumenti e luoghi d'interesse
Tra i principali monumenti del paese sono annoverati il castello risalente al X secolo, la chiesa parrocchiale con pala di Tiziano Vecellio, l'ex Convento dell'Annunciata e la Pieve di Santa Maria, piccola chiesa ad una sola navata con abside e campanile, originari dell'XI secolo. A Medole è inoltre presente la più grande sala delle assemblee dei Testimoni di Geova in Italia, inaugurata nel 2007.[23]
Al 31 dicembre 2021, gli stranieri residenti nel Comune risultavano essere 512, ovvero il 12,5% della popolazione. Di seguito sono riportati i gruppi più consistenti:[30]
^ Giancarlo Ganzerla, Binari sul Garda. Dalla Ferdinandea al tram: tra cronaca e storia, Brescia, Grafo, 2004, ISBN88-7385-633-0.
Bibliografia
Associazione culturale Genius Loci (a cura di), Gli Scaratti, vicende di una famiglia, Borghetto Lodigiano, 2019, ISBN non esistente.
Associazione storica medolese (a cura di), Due di Mille, Rudiano, GAM, 2011, ISBN9-788889-044766.
Renato Bonaglia, Mantova, paese che vai..., Mantova, 1985. ISBN non esistente.
Francesco Brigoni, Medole attraverso i tempi, Medole, 1978. ISBN non esistente.
Giovanni Battista Casnighi, Memorie e documenti risguardanti i tre paesi di Acquanegra, Barbasso e Medole nel Mantovano, Brescia, 1860. ISBN non esistente.
Pierino Pelati, Acque, terre e borghi del territorio mantovano. Saggio di toponomastica, Asola, 1996..