Il territorio di Ozieri è stato popolato dall'uomo sin dalla preistoria. A parte una statuetta di Dea Madre proveniente da Bisarcio e alcuni sporadici reperti venuti alla luce nella Grotta Bariles e afferenti alla cultura di Bonu Ighinu, la Preistoria locale è caratterizzata dalla cultura di San Michele o Ozieri.
Questa cultura databile al neolitico recente primo eneolitico (4000-3200 a.C.) prende il nome dalla città e dall’omonima grotta scoperta nel 1914 dall’archeologo Antonio Taramelli, il quale effettuò la prima planimetria e i primi scavi archeologici, nei quali fu ritrovato del materiale ceramico di pregevole fattura che contribuì alla distinzione e definizione della citata cultura, diffusa in tutta l’isola e caratterizzata da una ceramica riccamente decorata di cui è un ottimo esempio la pisside decorata con protomi taurine nella parte superiore, protomi taurine e protomi d’ariete nella parte inferiore e motivo stellare sul fondo, ritrovata nella Grotta di San Michele, da cui proviene anche una statuina di Dea Madre afferente alla medesima cultura. Sono attribuibili a questa cultura anche cosiddette le domus de janas, sepolture ipogeiche il cui nome in lingua locale sarda significa “Case delle fate”. In esse è riprodotta la forma della casa terrena, secondo l’ideologia della continuità della vita di questo mondo in quella dell’aldilà. Le celle erano spesso dipinte di ocra rossa, simbolo del sangue e della rigenerazione, e in molti casi decorate con simboli quali le protomi taurine, spesso fortemente stilizzate. Questi ipogei sono diffusi in tutta l’Isola, se ne contano 150 nel solo territorio di Ozieri.
Le fasi dell’Eneolitico, detto Età del Rame o dei primi metalli, articolato tra il 3200 a.C. e il 2000 a.C., e diviso nelle fasi Sub – Ozieri o Ozieri II, Filigosa e Abealzu, Monte Claro e del Vaso campaniforme che si protrarrà anche nel successivo Bronzo Antico, sono testimoniate da una ciotola con carena di fase eneolitica Sub Ozieri mentre la successiva Cultura di Bonnanaro, riferibile all’età del Bronzo Antico, è testimoniata da un vaso tripode proveniente anch’esso dalla Grotta di san Michele.
Civiltà nuragica
Nel territorio ozierese sono presenti inoltre le vestigia della civiltà nuragica come i caratteristici nuraghi, i pozzi sacri e le tombe di giganti. L’aspetto più importante e originale della protostoria sarda, durante la quale si intensificano le relazioni tra le popolazioni dell’isola e le grandi civiltà egee (Creta, Micene, Cipro), e vicino-orientali, in particolare i Fenici, è rappresentata nel territorio del Comune di Ozieri da 123 nuraghi, i più importanti dei quali sono il nuraghe Bùrghidu, il nuraghe Sa Mandra e sa Jua e il nuraghe Mannu di Bisarcio.
Oltre alle torri esistono a Ozieri numerose attestazioni di grandi villaggi, come quello di Cordianu, nonché numerose fonti, pozzi e tombe di giganti.
Da Ozieri proviene un lingotto, custodito presso il museo civico archeologico di Ozieri costituito da rame puro per un peso di circa 28 chili, è un lingotto di tipo “ox-hide”, nome che deriva dalla sua forma a pelle di bue, di origine egeo-cipriota, rinvenuto secondo delle fonti orali insieme ad un secondo esemplare nelle fondamenta del distrutto Nuraghe Tedde, presso la chiesa di S. Antioco di Bisarcio. È uno dei pochissimi pezzi integri della Sardegna.
Gli scavi nel territorio hanno portato alla luce diverse tipologie di utensili utilizzati per la lavorazione dei metalli: martelli, palette, pinze, lingotti, accette e matrici di fusione.
Il cosiddetto ripostiglio di Chilivani, rinvenuto in località Baldosa nel 1921 dentro uno ziro di terracotta, annoverato tra i ritrovamenti più cospicui di età nuragica, era costituito in origine da 86 manufatti. Dell’intero deposito, costituito da asce bipenni a tagli paralleli ortogonali, cunei, cuspidi di lancia e asce a margini rialzati solo alcuni sono esposti ad Ozieri. I restanti pezzi costituiti prevalentemente da asce a margini rialzati, acquistati dal Taramelli all’epoca del rinvenimento, sono esposti a Cagliari e Sassari.
Dal territorio provengono anche resti di navicelle votive e bronzi figurati come il “pugilatore” nonché numerose fibule, bracciali e altri oggetti d’ornamento.
Non sono stati finora rinvenuti resti archeologici che documentino una frequentazione fenicia di questo territorio, mentre sono più consistenti le testimonianze relative alla civiltà punica quali gli sporadici rinvenimenti di ceramica decorata a bande rosse parallele rinvenute a Lentizzu, Fraigas, Sa Costa, Monzu e Sa Mandra e Sa Giua. Dalla località di Sa Costa proviene la stele del tipo “a specchio” di età romana ma di tradizione romano-punica. Interessante il cippo funerario di Ferenzio scoperto nel 1957, in località Cuzi, sulla riva sinistra del Rio Mannu, e risalente al III-IV secolo d.C. recante l’iscrizione: Ferentius/Miloni f(lius) vixit ann(is) XLV h(ic) s(itus) e(st)/f(aciendum) c(uravit) filius. L'iscrizione fu commissionata dal figlio in onore di Ferentius, figlio di Milone, morto a 45 anni.
In età romana nel territorio di Ozieri gli abitati essi erano ubicati principalmente presso strutture di età nuragica come ad esempio Sa Mandra e Sa Jua, mentre altri erano diffusi in altre località del territorio i, come ad esempio in località Vigne-Suèlzu, Riu Terchis, Baldosa, Cuzi-Badu sa Feminedda, Ruìnas, ecc.
Le maggiori attestazioni di aree funerarie di epoca romana provengono da Bisarcio e da Suèlzu: in questa località sono state rinvenute numerose statuine votive in terracotta.
In località Ruìnas nel 1959, accanto alle strutture riferibili ad abitazioni, un intervento sul terreno ha danneggiato una serie di tombe che hanno restituito oggetti dei corredi ed un’iscrizione funeraria ora perduta.
Non esistono testimonianze architettoniche di luoghi di culto pubblici, ma numerosi sono i materiali riferibili alla religiosità degli abitanti del territorio durante questo periodo. Primo fra tutti il busto fittile di Sarda Ceres, rinvenuto in città presso i giardini "Su Cantaru" che raffigura la dea Cerere (fine I-II sec. d.C.) protettrice delle messi e di tutte le attività agricole, che sembra confermare la vocazione cerealicola della piana di Ozieri.
Nel territorio di Ozieri, cioè lungo la strada romana che portava da Cagliari ad Olbia, ne sono stati trovati due. Del primo, ritrovato verso la fine dell’800 e oggi scomparso, proveniente dalla località San Luca, rimane solo il testo dell’iscrizione, mentre il secondo, è stato trovato mutilo nel 1981 in località Badu sa Feminedda ed indica, nella porzione dell’iscrizione pervenuta, il riconoscimento del potere all’Imperatore da parte del governatore dell’isola, mentre risultano assenti il nome dell’imperatore e il numero delle miglia.
Il territorio era servito da tre ponti sul Rio Mannu di Ozieri: Iscia Ulumu, che riporta al tracciato della strada lungo il fiume, Badu sa Femina Manna e Pont’Ezzu, quest’ultimo, meglio conservato, sorge in un luogo strategico per le comunicazioni durante l’epoca romana.
Ponte Ezzu è un ponte dotato di sei arcate, utile per servire le località circostanti e per snellire i traffici tra il nord e il centro dell’isola.
Il paese prese il nome di Othieri (probabilmente di origine protosarda), da cui deriva l'attuale denominazione.
Medioevo
Per ciò che concerne il territorio di Ozieri nell’alto medioevo, si hanno poche informazioni a livello documentario. È probabile che la caduta dell’impero romano d’Occidente abbia avuto scarse ripercussioni sul territorio ozierese, in cui dovevano coltivarsi cereali nelle pianure, mentre i territori collinari e montuosi erano destinati alla coltivazione della vite oppure utilizzati come pascolo, avendo quale naturale destinazione del surplus il porto di Olbia. Certo, il periodo turbolento delle invasioni germaniche dovette incidere sulla crisi del porto gallurese, determinando la crescita di importanza di Torres, destinato a diventare il principale porto della Sardegna settentrionale.
Non si hanno notizie sugli effetti nel territorio della dominazione vandalica, né si sa se vi furono inviati gli ecclesiastici esiliati dall’Africa. Allo stesso modo non sappiamo quali effetti ebbe sul territorio la riconquista bizantina, che è testimoniata dalle ceramiche rinvenute a Sa mandra e sa jua e dalle numerose fibbie rinvenute a Bisarcio.
La crisi dell’impero bizantino in conseguenza dell’espansione araba portò lentamente alla nascita dei giudicati. Nell’XI secolo, periodo in cui ricompare in quantità apprezzabile la documentazione scritta, la Sardegna appare divisa in quattro giudicati: il territorio ozierese faceva parte del Giudicato di Torres, che aveva come capitale inizialmente Torres ed in seguito Ardara. In breve tempo, la pianura ozierese, che collega Ardara con il centro vescovile di Bisarcio, divenne uno dei territori più importanti del regno. Ardara ospitava un palacium dei giudici, mentre a Bisarcio venne edificata la cattedrale dedicata a S. Antioco. Nella seconda metà dell'XI secolo fu sede della diocesi di Bisarcio, soppressa l'8 dicembre 1503; il suo territorio venne accorpato a quello della diocesi di Alghero. Fu restaurata il 9 marzo 1803 da papa Pio VII, e nel 1915 mutò il nome in diocesi di Ozieri, città dove i vescovi avevano posto la loro sede fin dall'epoca della restaurazione.
Tra XI e XII secolo iniziò in Sardegna la penetrazione delle città marinare alto-tirreniche: Genova e Pisa. Quest’ultima cercava in Sardegna il controllo dell’approvvigionamento cerealicolo, ma mirava anche ai minerali e al sale. L’espansione delle due repubbliche crebbe d’intensità fino ad assumere un ruolo influente nella determinazione degli indirizzi politici dei quattro giudicati. La penetrazione pisana e genovese è testimoniata nel territorio da numerosi frammenti di maiolica arcaica pisana e di graffita arcaica savonese ritrovati in tutto il territorio, soprattutto presso Bisarcio, Pianu, Pira Domestica.
In quegli stessi anni si sviluppò in tutta Europa una serie di epidemie: queste raggiunsero anche la Sardegna. Molti villaggi vennero abbandonati in questo periodo; non che l’epidemia sia stata l’unica causa, ma probabilmente contribuì in maniera determinante. Nell’attuale territorio comunale di Ozieri si contano circa 8 villaggi abbandonati: Bisarcio, Pira Domestica, Pianu, Orvei, Lesanis, Guzule (o Butule). Nel 1323 L’infante Alfonso inizio la conquista della Sardegna e nel 1420 scomparve il Giudicato d'Arborea, trasformato in marchesato di Oristano. Nel 1421 il territorio ozierese venne infeudato assieme a molti altri territori dal re aragonese a Bernat de Centelles. L’area è definita nelle fonti Encontrada de Montagut, con capoluogo Ozieri, e comprendeva i territori di Alà, Bantine, Berchidda, Buddusò, Ittireddu, Monti, Nughedu, Nule, Osidda, Pattada, Tula e altri centri oggi non più esistenti.
La dominazione aragonese e spagnola è testimoniata dai numerosi frammenti ceramici provenienti da Valencia e dalla Catalogna.
Le maioliche barcellonesi e valenziane del XIV XVI secolo ritrovate a Badu e rughe, Bisarcio, Pìanu, Mesu e rios dimostrano i contatti che il territorio ozierese ebbe con il resto del bacino occidentale del Mediterraneo durante la dominazione aragonese e spagnola.
Dagli ultimi dati del censimento2011 nel comune di Ozieri si registra una variazione negativa del 4 %, passando da 11.334 abitanti nel 2001 a 10.881 abitanti nel 2011.
In base ai dati del censimento2001 nel comune di Ozieri sono stati rilevati 11.334 abitanti residenti, dei quali 7.384 abitanti (pari al 71%) nel centro urbano di Ozieri. Le rimanenti località abitate del territorio comunale sono il quartiere di San Nicola con 2.927 abitanti e la frazione di Chilivani con 294 abitanti, mentre la restante popolazione sparsa ammonta a 1.389 unità.
La principale squadra di calcio della città è l’A.S.D. Ozierese 1926 che milita nel girone B Sardegna di Prima categoria. È nata nel 1926. La seconda squadra della città è l’A.S.D Junior Ozierese 2015 che milita nel girone Sassari di Seconda Categoria. È nata nel 2015.
La terza squadra della città è l'A.S.D. San Nicola Ozieri militante nel campionato di Terza Categoria. È nata nel 2023.
Ciclismo
A Ozieri la principale squadra di ciclismo è la G.S. Ozierese Carrera 1981, che tra gli altri ha lanciato nel mondo del professionismo Fabio Aru e ha portato a livelli nazionali e internazionali svariati atleti conquistando vari titoli. La società ha inoltre organizzato negli anni gare di livello regionale e nazionale ed è una delle otto scuole di ciclismo presenti in Italia. Il suo presidente e fondatore Antonio Camboni è stato insignito della medaglia d'oro al merito sportivo dalla Federazione Ciclistica Italiana.
Scacchi
A Ozieri è presente il circolo Scacchistico A.S.D. Unione scacchistica Comuni del Logudoro fondata nel 2014. L'USCL organizza tornei di livello regionale nazionale ed internazionale.
Basket
Le principali squadre di basket della città sono la S.S. Dil. Demones, che nel campionato di Promozione 2022/2023 si è laureata campione, e l'80 Basket, che milita in Promozione. Sono nate rispettivamente nel 1958 e 2010.
^ Giunta Provinciale di Sassari, Comune delimitato di lingua sarda ai sensi dell'art.3 della Legge 482/1999 con Deliberazione della Giunta Provinciale di Sassari n. 33 del 29.06.2001 e n. 3 del 10.02.2005., in Deliberazione n.33 e n.3.
Francesco Floris (a cura di), Grande Enciclopedia della Sardegna, Sassari, Newton&ComptonEditori, 2007. URL consultato il 10 dicembre 2012 (archiviato dall'url originale l'11 giugno 2012).