Il nome Perfugas continua quello latinoperfugas, ossia "immigrati, fuggiaschi" con riferimento alla leggenda sull'origine della popolazione protosarda dei Bàlari che in antichità dimorava in queste terre[3].
Nel Medioevo fece parte del Giudicato di Torres, nella curatoria dell'Anglona. Alla caduta del giudicato (1259) passò ai Doria e successivamente (intorno al 1450) agli Aragonesi. Sotto i Doria sorgevano a Perfugas alcune torri costruite probabilmente nella seconda metà del 1200. Nel XVIII secolo il paese venne incorporato nel principato d'Anglona, sotto la signoria prima dei Pimentel e poi dei Tellez-Giron d'Alcantara, ai quali fu riscattato nel 1839 con la soppressione del sistema feudale.
Simboli
Lo stemma e il gonfalone del comune di Perfugas sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 24 febbraio 2003.[4]
«Stemma d'azzurro, alla collina rocciosa, di rosso, fondata in punta e uscente dai fianchi, collina e campo attraversati dal San Giorgio, armato di tutto punto, d'argento, il viso e la mano destra visibile, di carnagione, con ampio mantello di rosso svolazzante a destra sull'azzurro, il Santo cavalcante il cavallo d'argento, allumato di rosso, attraversante, rivoltato, con gli arti anteriori sollevati, con i finimenti di nero, con il morso d'oro, sellato dello stesso, il Santo in atto di colpire con la lancia d'oro posta in banda le fauci del drago di quattro zampe, due visibili, di verde, rivoltato, con la testa alzata in banda, volta verso il Santo, allumata di rosso, con la coda avvolgente gli arti posteriori del cavallo, il tutto accompagnato dalla fanciulla in maestà, il viso e le mani di carnagione, capelluta di nero, vestita di verde, con il velo di rosso, posta nel canton sinistro del capo, sostenuta dalla collina. Ornamenti esteriori da Comune.»
Il territorio del paese è ricchissimo di testimonianze archeologiche. Sono stati rinvenuti numerosi reperti risalenti al Paleolitico e all'interno del centro storico si trova un complesso nuragico comprendente un raffinato pozzo sacro detto del Predio Canopoli. Nella località di Niedda è stata riscoperta una fonte sacra del medesimo periodo. Nel comune si trova anche il sito archeologico di Sa Pedrosa-Pantallinu.
La variante del sardo parlata a Perfugas è quella logudorese settentrionale. Nel comune di Perfugas non si parla solo logudorese: nelle frazioni dislocate nel Sassu si parlano due varietà di gallurese.
Cultura
Istruzione
Musei
Nel paese è possibile visitare il Museo Archeologico Paleobotanico (MAP). Il museo conserva testimonianze archeologiche scoperte nel territorio di Perfugas e del circondario.
Comprende una sezione paleobotanica, con fossili vegetali delle foreste pietrificate presenti in Anglona e una sezione paleolitica, con alcuni tra i più antichi manufatti in pietra finora rinvenuti in Sardegna. Inoltre ospita una statuina di Dea Madre "con Bambino" del IV millennio a.C.
La chiesa parrocchiale di Santa Maria degli Angeli è dotata di una cappella che ospita la sezione locale del Museo Diocesano nella quale sono esposti il monumentale Retablo di San Giorgio (m. 6,60x8,40), due pergamene del 1120 e del 1328, alcune statue lignee (Madonna del XIV secolo) e una serie di argenti (reliquari e un crocifisso processionale del XVI secolo).
Francesco Floris (a cura di), Grande Enciclopedia della Sardegna, Sassari, Newton&ComptonEditori, 2007. URL consultato l'8 dicembre 2012 (archiviato dall'url originale l'11 giugno 2012).
Mauro Maxia, Perfugas e la sua comunità: profilo onomastico storico descrittivo, 2 volumi, Taphros, Olbia 2010-2016.