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Sedevacantismo

La basilica, stemma della Santa Sede durante la sede vacante.

Il sedevacantismo (termine derivato dall'espressione sede vacante[1][2][3][4]) è una posizione teologica, di una corrente del tradizionalismo cattolico, secondo cui l'ultimo legittimo Vicario di Cristo sarebbe stato papa Pio XII (o, secondo qualcuno, Giovanni XXIII); i loro successori, dunque, non sarebbero papi veri e legittimi, ma abusivi, o antipapi, avendo essi aderito all'eresia del modernismo, in seguito agli aggiornamenti del Concilio Vaticano II[1][2][3][4].

I sedevacantisti credono nell'infallibilità pontificia e nel primato del Sommo pontefice ma, evidentemente, non riconoscono questi attributi ai successori di Pio XII[1][2][3][4].

Storia

I padri conciliari in piazza San Pietro il giorno dell'apertura del Concilio.
Sáenz Arriaga nel marzo 1966.

Non appena nel corso del Concilio Vaticano II (1962-1965) furono approvati documenti che - a detta di alcuni cattolici - contraddicevano il magistero precedente, gruppi sia di laici sia di preti, un po' di tutto il mondo ma in specie dell'America Latina, cominciarono a parlare di perdita del papato da parte dei vertici della Chiesa cattolica. Vennero al riguardo stampati molti opuscoli, volantini e il libro Complotto contro la Chiesa che furono recapitati anche agli stessi padri conciliari[5]. Il primo, però, a parlare esplicitamente di sede vacante fu il gesuita messicano padre Joaquín Sáenz y Arriaga[6] (scomunicato nel 1972), che così intitolò nel suo libro del 1973 Sede Vacante. Paulo VI no es legittimo Papa[7][8].

Le varie differenze fra gli altri tradizionalisti sono espresse nella voce cattolici tradizionalisti da cui derivano i sedevacantisti.

Magistero della Chiesa cattolica in cui si basano i sedevacantisti

L'accusa principale sostenuta dai sedevacantisti è che i pontefici del post-concilio fossero tutti in odore di eresia già da prima dell'elezione, oppure abbiano sostenuto eresie pubblicamente durante il pontificato. Queste tesi sono state espresse da alcuni autori, che portano a loro sostegno alcuni documenti della Chiesa cattolica o considerazioni scritte da alcuni Santi, teologi e Dottori della Chiesa nei secoli scorsi, ad esempio[1]:

Ritratto di papa Paolo IV nella Basilica di San Paolo fuori le mura a Roma.
  • La bolla pontificia Cum ex apostolatus officio del 15 marzo 1559 di papa Paolo IV, sostiene che un eretico non è suscettibile di ricevere autorità: Paolo IV intendeva aggiungere al diritto canonico la clausola che nessun eretico manifesto può legittimamente sedere sulla cattedra di San Pietro: «Aggiungiamo che, se mai dovesse accadere in qualche tempo che un vescovo, anche se agisce in qualità di arcivescovo o di patriarca o primate od un cardinale di Romana Chiesa, come detto, od un legato, oppure lo stesso Romano Pontefice, che prima della sua promozione a cardinale od alla sua elevazione a Romano Pontefice, avesse deviato dalla fede cattolica o fosse caduto in qualche eresia (o fosse incorso in uno scisma o abbia questo suscitato), sia nulla, non valida e senza alcun valore (nulla, irrita et inanis existat), la sua promozione od elevazione, anche se avvenuta con la concordanza e l'unanime consenso di tutti i cardinali; neppure si potrà dire che essa è convalidata col ricevimento della carica, della consacrazione o del possesso o quasi possesso susseguente del governo e dell'amministrazione, ovvero per l'intronizzazione o adorazione (adoratio) dello stesso Romano Pontefice o per l'obbedienza lui prestata da tutti e per il decorso di qualsiasi durata di tempo nel detto esercizio della sua carica, né essa potrebbe in alcuna sua parte essere ritenuta legittima, e si giudichi aver attribuito od attribuire una facoltà nulla, per amministrare (nullam ... facultatem) a tali persone promosse come vescovi od arcivescovi o patriarchi o primati od assunte come cardinali o come Romano Pontefice, in cose spirituali o temporali; ma difettino di qualsiasi forza (viribus careant) tutte e ciascuna (omnia et singula) di qualsivoglia loro parola, azione, opera di amministrazione o ad esse conseguenti, non possano conferire nessuna fermezza di diritto (nullam prorsus firmitatem nec ius), e le persone stesse che fossero state così promosse od elevate, siano per il fatto stesso (eo ipso) e senza bisogno di un'ulteriore dichiarazione (absque aliqua desuper facienda declaratione), private (sint privati) di ogni dignità, posto, onore, titolo, autorità, carica e potere (auctoritate, officio et potestate[9][10][11].
San Roberto Bellarmino vescovo, cardinale e dottore della Chiesa.
Sant' Alfonso Maria de' Liguori Vescovo e dottore della Chiesa: scrittore, poeta, pittore e musicista.
Codex Iuris Canonici 1917 (un'edizione del 1918).
  • Il cardinale dottore della Chiesa san Roberto Bellarmino scrisse nel De Romano Pontifice: «un papa che sia eretico manifesto, per quel fatto cessa di essere papa e capo, poiché a causa di quel fatto cessa di essere un cristiano e un membro del corpo della Chiesa. Questo è il giudizio di tutti gli antichi Padri, che insegnano che gli eretici manifesti perdono immediatamente ogni giurisdizione»[12][13].
  • Il vescovo dottore della Chiesa sant'Alfonso Maria de' Liguori nel libro Verità della Fede scrisse, con riferimento a quanto scritto dallo stesso Bellarmino: «'he poi alcuni pontefici siano caduti in eresia, taluni han cercato di provarlo, ma non mai l'han provato, né mai lo proveranno; e noi chiaramente proveremo il contrario nel fine del cap X. Del resto, se Dio permettesse che un papa fosse notoriamente eretico e contumace, egli cesserebbe d'essere papa, e vacherebbe il pontificato. Ma se fosse eretico occulto, e non proponesse alla chiesa alcun falso dogma, allora niun danno alla chiesa recherebbe; ma dobbiamo giustamente presumere, come dice il cardinal Bellarmino, che Iddio non mai permetterà che alcuno de' pontefici romani, anche come uomo privato, diventi eretico né notorio né occulto»[14][15].
  • Il teologo e filosofo Giovanni di San Tommaso (1589-1644) ha dichiarato che: «un Papa non può essere deposto o perdere pontificato, ma quando due condizioni, vale a dire: in primo luogo, che l'eresia non sia nascosta, ma pubblica e legalmente nota; e in secondo luogo, di essere incorreggibile e ostinato in eresia»[16].
  • Alcuni sedevacantisti citano il Canone 188, §4, del C.J.C. del 1917 di papa Benedetto XV: «Qualsiasi ufficio sarà vacante ipso facto [per il fatto stesso] per tacita rinuncia e senza che sia richiesta alcuna dichiarazione, ... §4 per pubblica defezione dalla Fede Cattolica;... (Ob tacitam renuntiationem ab ipso iure admissam quaelibet officia vacant ipso facto et sine ulla declaratione, si clericus: … 4. A fide catholica publice defecerit;...)»[17].

Ne consegue che, in base a questi assiomi, per i sedevacantisti i pontefici del post-Vaticano II, pur essendo stati eletti da conclavi presunti validi (sebbene non tutti i sedevacantisti li presumano validi), o non sarebbero mai divenuti papi, o avrebbero perso il pontificato compiendo atti di tenore manifestamente eretico.

Le correnti sedevacantiste

I sedevacantisti simpliciter

I sedevacantisti tesisti o "sedeprivazionisti"

Lo stesso argomento in dettaglio: Tesi di Cassiciacum.

Altre correnti

  • I "conclavisti" o il "conclavismo" oltre a non riconoscere i papi eletti dopo il Concilio Vaticano II, propugnano la necessità di eleggerne altri. Taluni conclavisti hanno riunito conclavi e nominato degli antipapi moderni[18][19][20].
  • I "Catholic home alone" (così chiamati in inglese), riconoscono come ultimo papa valido Pio XII, e quindi nulli tutti gli atti di coloro che hanno occupato posteriormente la Sede Vaticana. Non considerano nessun ministro dei tradizionalisti perché nessuno di loro, secondo come essi interpretano il Codice di diritto canonico (1917), è stato istituito nel rispetto dei canoni. A causa di questo riconoscono come unici sacramenti possibili il battesimo, il matrimonio contratto secondo il canone 1098 e l'eventuale confessione in punto di morte data dai ministri tradizionalisti (o anche non cattolici, come gli Ortodossi) che abbiano gli ordini validi (canone 882). Al di fuori di questo caso ritengono invalida la confessione di questi ministri perché non possiedono giurisdizione necessaria alla validità di questo sacramento. Sono detti "home alone" proprio perché, non avendo ministri, pregano a casa da soli e non frequentano sacramenti in nessun luogo di culto pubblico[21][22][23]. Comportamento simile ai Catholic home alone, ovvero l'astensione dalla frequenza ai sacramenti, è spesso attuato, per necessità, anche da fedeli di altre tendenze tradizionaliste, quando, per motivi logistici, si trovano nell'impossibilità di frequentare sacramenti celebrati secondo i riti tridentini. Gli altri gruppi tradizionalisti si appellano allo stato di necessità e secondo la loro interpretazione del Codice autorizza a violare la lettera della legge rispettandone lo spirito in base alla norma sovrana: "Salus animarum, prima et suprema lex", e prendendo atto che, nell'attuale mondo secolarizzato, il rischio di morte, quanto meno "spirituale" è presente più spesso che in passato[24].

Note

  1. ^ a b c d Mark A. Pivarunas, Il Sedevacantismo, su cmri.org. URL consultato il 18 febbraio 2017.
  2. ^ a b c Emanuele Dal Medico, All'estrema destra del Padre: tradizionalismo cattolico e destra radicale, Ed. La Fiaccola, 2004, p. 88.:«Il sedevacantismo è la posizione teologica dei cattolici tradizionalisti che credono nel papato, nell'infallibilità e nel primato del pontefice, e tuttavia non riconoscono l'attuale vicario di Cristo come vero papa. Il termine "sedevacantismo" è composto da due parole di origine latina che significano "la Sede (apostolica)" è vacante e si riferisce al periodo della cosiddetta «Sede vacante» del Vaticano alla morte di un pontefice; i sostenitori di tale tesi disconoscono gli ultimi quattro papi del secolo scorso che non risulterebbero «validi»: Giovanni XXIII, Paolo VI, Giovanni Paolo I e Giovanni Paolo II. I sedevacantisti riconoscono soltanto come ultimo Sommo Pontefice regolarmente eletto Pio XII Pacelli; quelli che dal 1958 seguirono sul trono di Pietro, altro non sarebbero che «abusivi».
  3. ^ a b c Elena Percivaldi, Parte sesta. Uno sguardo sull'età contemporanea - Le critiche al Concilio Vaticano II: tradizionalisti, sedevacantisti, sedeprivazionisti, in Gli antipapi. Storia e segreti, Newton Compton Editori, 2014, p. 350.: «[...] per loro la Sede Apostolica è da considerarsi appunto "vacante" a partire dal Concilio Vaticano II e quindi occupata , da allora, da pontefici abusivi. L'ultimo pontefice regolare eletto e valido è dunque Pio XII (1939-1958), che morì appunto prima del concilio: tutti gli altri non sono riconosciuti.
  4. ^ a b c Francesco Saverio Venuto, La recezione del Concilio Vaticano II nel dibattito storiografico dal 1965 al 1985. Riforma o discontinuità?, Effatà editrice, 2011, p. 289.:«[...] la posizione dei "Sedevacantisti", vale a dire con tutti coloro che sostengano che il pontefice, per il fatto di aver ratificato un Concilio eretico rispetto alla Tradizione, sarebbe diventato egli stesso eretico implicando, di fatto, la vacanza della sede di Roma.
  5. ^ Sodalitium N. 56 Numero Speciale: risposta al Dossier sul Sedevacantismo, anno 2003, pp. 12-13 «Faccio allusione al libro ' ' Complotto contro la Chiesa' ', pubblicato sotto lo pseudonimo di Maurice Pinay; la sua prima edizione - quella italiana - data del 1962 e fu distribuita a tutti i Padri Conciliari nell'ottobre dello stesso anno, dopo 14 mesi di lavoro da parte degli autori».
  6. ^ Sodalitium N. 56, anno 2003, p. 38 nota 19 «[...] Padre Saènz dottore in filosofia e teologia, faceva parte del gruppo che editò il libro Complotto contro la Chiesa. Il suo "sedevacantismo" fu quindi "preventivo"!».
  7. ^ Joaquín Sáenz y Arriaga, Sede Vacante: “Paulo VI no es legítimo papa”, Editores Asociados S. de R.L.Colección “Actualidad Político Social”, 1973.
  8. ^ Con testi di Mons Guèrard des Lauries, Introduzione al problema dell'autorità don Francesco Ricossa IV. Il problema dell'autorità: storia, posizioni e soluzione, in Il problema dell'Autorità e dell'episcopato, Centro Librario Sodalitium, 2005, p. 21 23.: «Nello stesso tempo, ma nel Messico dei "Cristeros" si leva la voce del Padre Joaquìn Sàenz y Arriga, gesuita e fondatore della Union Catolica Trento. Anch'egli rifiuta l'insegnamento del Vaticano II e scrive nel 1966:"La Noeva Iglisia Montiniana" a cui farà seguito, nel marzo 1973, un libro voluminoso e dal titolo eloquente: "Sede Vacante. Paulo VI no es legittimo Papa". L'autore vi sostiene che Paolo VI (G.B. Montini) non è Papa legittimo ma antipapa, o perché al momento dell'elezione svoltasi canonicamente non era soggetto capace per precedere eresia o perché, realmente eletto, ha perso il pontificato per la sua personale eresia, specialmente approvando il Concilio e la nuova messa».
  9. ^ Bolla di Papa Paolo IV Cum ex apostolatus ufficio (punto 6 - Nullità della giurisdizione ordinaria e pontificale in tutti gli eretici), su osservatorecattolico. URL consultato il 18 febbraio 2017.
  10. ^ Il Nuovo Osservatore Cattolico - II semestre 2004 - N.23 - p. 5 "La costituzione apostolica "cum ex apostolatus officio".
  11. ^ Il Nuovo Osservatore Cattolico - II semestre 2004 - N.23 - p. 16 "La bolla di Papa Paolo IV è ancora in vigore giuridicamente".« Se la Bolla di Papa Carafa abbia tuttora un valore giuridico è oggetto di studio; alcuni studiosi sostengono che i suoi enunciati sono stati inseriti nel Codice di Diritto Canonico del 1917 e precisamente nei canoni 188 § 4 e 2314 paragrofo 2°, altri dubitano di ciò. Come già precisato precedentemente, lo spazio di questa sede è limitato per affrontare in modo dettagliato l'argomento.»
  12. ^ San Roberto Bellarmino, 30, in De Romano Pontifice, II.
  13. ^ (EN) Robert Bellarmine, On the Roman Pontiff an extract from St Robert Bellarmine, De Romano Pontifice, lib. II, cap. 30, su sedevacantist. URL consultato il 18 febbraio 2017.
  14. ^ Alfonso Maria de' Liguori, Verità della Fede CAP. VIII, punto 8, su intratext. URL consultato il 18 febbraio 2017.
  15. ^ Alfonso Maria de'Liguori, Parte Terza Cap. VIII. Si prova che i pontefici romani sono successori di s. Pietro colla stessa podestà che a s. Pietro fu concessa, in Verità della Fede, 1767.
  16. ^ Giovanni di San Tommaso, Cursus theologicus.
  17. ^ PII Pontificis Maximi Benedicti Papae XV, Pars Prima. De Clericis in Genere. Caput II De amissione officiorum ecclesiasticorum, in Codex Iuris Canonici, Romae, Types Polyglottis Vaticanis, MCMXVIII, p. 39.
  18. ^ Tradizionalisti e sedevacantisti, su CESNUR, 28 aprile 2014. URL consultato il 1º maggio 2015.
  19. ^ Papiade, punto 4 - Sedevacantisti, su papiade. URL consultato il 18 febbraio 2017 (archiviato dall'url originale il 10 marzo 2016).
  20. ^ Elena Percivaldi, in Gli antipapi. Storie e segreti, 2014, Newton Compton Editori, Parte sesta. Uno sguardo sull'età contemporanea - Gli "antipapi" del secolo breve, p. 353 a 361.
  21. ^ (EN) The Church Betrayed, su Betrayedcatholics Blog in inglese dei Catholic home alonen. URL consultato il 14 giugno 2018.
  22. ^ (FR) Te Deum, su Torumactif Forum Forum in francese dei Catholic home alonen. URL consultato il 9 marzo 2016.
  23. ^ Elena Percivaldi, Gli antipapi. Storie e segreti, 2014, Newton Compton Editori, Parte sesta. Uno sguardo sull'età contemporanea - Le critiche al Concilio Vaticano II: tradizionalisti, sedevacantisti, sedeprivazionisti, p. 352.
  24. ^ Moisés Carmona, In Difesa della mia Consacrazione Episcopale, su cmri, 18 maggio 1982. URL consultato il 9 marzo 2016.

Bibliografia

  • Con testi di Mons Guèrard des Lauries, Il problema dell'Autorità e dell'episcopato, Centro Librario Sodalitium, 2005, ISBN 88-89596-11-2.
  • Emanuele Dal Medico, All'estrema destra del padre: tradizionalismo cattolico e destra radicale, Ed. La Fiaccola, 2004.
  • Francesco Saverio Venuto, La recezione del Concilio Vaticano II nel dibattito storiografico dal 1965 al 1985. Riforma o discontinuità?, Effatà editrice, 2011.
  • Elena Percivaldi, Gli antipapi. Storia e segreti, Roma, Newton Compton Editori, 2014, ISBN 978-88-541-7152-7.
  • Il Nuovo Osservatore Cattolico.
  • Sodalitium.

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