Il 2 giugno il reggimento e la brigata lasciate le sedi di Macerata e Ancona raggiungono Lonato.[1]
Dopo un periodo di addestramento entra in combattimento nel settore di Castelnuovo del Carso.
Il reparto combatté:
Al termine del conflitto il 122° aveva avuto 47 Ufficiali e 2.259 fanti caduti per la Patria. I suoi uomini vennero decorati con 57 medaglie d'argento al valor militare e 103 medaglie di bronzo al valor militare.[3] Venne smobilitato al termine del conflitto il 24 novembre 1919. In memoria del valore dei soldati della Brigata il comune di Macerata ha intitolato una via Brigata Macerata.
Con la seconda guerra mondiale, il reparto venne ricostituito il 20 settembre del 1941 a Cesena come 122º Reggimento fanteria "Macerata", dal deposito dell'12º Fanteria ed ha in organico: comando e compagnia comando, tre battaglioni fucilieri, compagnia mortai da 81, compagnia cannoni da 47/32.
Inquadrato, col 121º Reggimento fanteria "Macerata" e il 153º Reggimento artiglieria, nella 153ª Divisione di fanteria "Macerata". Il reggimento e la divisione sono inquadrati nel V Corpo d'armata della 2ª Armata - Comando Slovenia-Dalmazia e destinati all'Invasione della Jugoslavia ed a un successivo impiego di presidio in Slovenia e in Istria. Deve essere ritenuto disciolto in data 13 settembre 1943 a Fiume. Nel 1946 il 122° viene formalmente sciolto e la sua bandiera consegnata al Vittoriano a Roma.
Insegne e simboli
Il Reggimento indossava il fregio della Fanteria del Regio Esercito (composto da due fucili incrociati con al centro un tondo riportante il numero 122º che indica il reggimento e sormontati da una corona).
Le mostrine del reggimento sono rettangolari di colore bianco e azzurro. Alla base della mostrina si trova la stella argentata a 5 punte bordata di nero, simbolo delle forze armate italiane.
Motto del reggimento
"Vi atque virtute" Il significato del motto del Reggimento è: "Con forza e con valore".
«"Con energia e tenacia mirabile conquistarono e saldamente mantennero importantissime posizioni sul Carso, prima ad oriente di Polazzo e di Castello Nuovo, e poi vigorosamente ricacciato il nemico ad oriente del Vallone - luglio-novembre 1915; agosto-novembre 1916".»
«Conferita con R.D. il 5 giugno 1920
Nei duri cimenti della guerra, nella tormentata trincea o nell'aspra battaglia,conobbe ogni limite di sacrificio e di ardimento; audace e tenace , domò infaticabilmente i luoghi e le fortune, consacrando con sangue fecondo la romana virtù dei figli d'Italia.» — Guerra 1915-18[4][5]