Prese ufficialmente il nome di VI reggimento bersaglieri dal 31 dicembre 1861, di stanza a Capua. Nel 1862 prese parte ai fatti di Aspromonte, e nel 1866 combatté a Custoza e nel 1870 nella presa di Roma. Fu in Eritrea nel 1895-1896 e nella Guerra italo-turca in Libia nel 1911.
Si distinse nella prima guerra mondiale, dove fu inquadrato nella I Brigata bersaglieri, insieme al 12º Reggimento. Nel 1924 divenne VI Reggimento bersaglieri ciclisti, fino al 1936.
Il 1º ottobre 1969 venne ricostituito il VI battaglione bersaglieri inquadrato nel 22º Reggimento fanteria corazzato "Cremona" di cui fece parte fino al 20 ottobre 1975. In tale data, sciolto il 22º Reggimento di Fanteria, il VI battaglione, che aveva sede in Torino, divenne autonomo e assunse la denominazione di 6º Battaglione Bersaglieri "Palestro" e passò alle dipendenze della 3ª Brigata meccanizzata "Goito". Nell'ambito del processo di riordinamento dell'Esercito il 5 dicembre 1989 venne posto in posizione "quadro" e la Bandiera di guerra fu portata al sacrario delle bandiere del Vittoriano; fu soppresso il 31 maggio 1991.
La Ricostituzione,
II 16 settembre 1992 venne ricostituito a Bologna il 6º Reggimento bersaglieri, che inquadrava il 6º battaglione bersaglieri "Palestro", anch'esso ricostituito per trasformazione del 10º battaglione bersaglieri "Bezzecca".[1] Fu inquadrato nella brigata meccanizzata "Friuli".
Il reggimento era strutturato su comando, compagnia comando e servizi, compagnia addestrativa, 6º battaglione bersaglieri "Palestro" su quattro compagnie meccanizzate. Nell'ambito della riorganizzazione della Forza Armata, dall'11 giugno 2002 fu riconfigurato in "Nucleo attivazione". Il nucleo non aveva una configurazione organica in quanto svolgeva unicamente attività logistico-amministrative al fine di annullare il carico contabile.
Il 6º Reggimento bersaglieri fa parte della Brigata meccanizzata "Aosta", che a sua volta dal 2016 dipende gerarchicamente dalla Divisione "Acqui". Precedentemente dipendeva dal "2º Comando Forze di Difesa" (COMFOD 2).
Struttura,
Il 6º reggimento bersaglieri si compone di:
Comando di Reggimento
Compagnia Comando e Supporto Logistico "Grifo"
Reparto alla Sede "Cobra"
6º battaglione bersaglieri "Palestro" (articolato in 4 compagnie):
Il Reggimento è alimentato da volontari, la maggioranza del personale proviene dalla Sicilia occidentale.
Missioni
Operazioni Nazionali,
"Operazione Vespri siciliani", nel corso del 1993 partecipa all'operazione in concorso al mantenimento dell'ordine pubblico, dal 9 febbraio al 25 marzo, nel settore di Caltanissetta. Dall'11 giugno al 25 luglio 1994 il 6º è nuovamente in Sicilia per l'esigenza "Vespri" nelle zone di Piazza Armerina, Enna e Nicosiai
«Nei duri cimenti della guerra, nella tormentata trincea o nell'aspra battaglia,conobbe ogni limite di sacrificio e di ardimento; audace e tenace, domò infaticabilmente i luoghi e le fortune, consacrando con sangue fecondo la romana virtù dei figli d'Italia. Guerra italo-austriaca 1915 - 1918
(all'Arma di Fanteria del Regio Esercito e per duplicazione a tutti i Reggimenti combattenti)» — Roma, regio decreto 5 giugno 1920[8]
«Nel solco della più fulgida tradizione dei reparti bersaglieri dell’Esercito Italiano, il reggimento dava reiterate prove di ammirevole coraggio, considerata perizia e grande senso di responsabilità, partecipando a numerose operazioni di supporto alla pace e soccorso umanitario sotto l’egida Nato e Onu. In particolare, nel corso della missione in Iraq, primi a essere schierati a presidio della diga di Mosul, obiettivo di rilevanza strategica, ai margini del confine del territorio controllato dal sedicente stato islamico, i bersaglieri del 6°, all’insegna di un immutato spirito di sacrificio e di un’assoluta dedizione, fronteggiavano, in critiche condizioni tattiche e ambientali, le minacce alla sicurezza, con ardimento e sprezzo del pericolo, dando prova di audacia ed altissimo senso del dovere. Ammirevole esempio di unità che, erede di una specialità indissolubilmente legata ai momenti più importanti della storia della nazione, dava lustro alla Forza Armata e all’Italia nel contesto internazionale. Kosovo, Libano, Afghanistan, Iraq, 2006 - 2017» — Roma, decreto del Presidente della Repubblica 26 luglio 2017
«Salda e forte unità di guerra, già temprata in mesi di aspra lotta su altro fronte, si prodigava nella dura campagna di Russia con lo stesso ardore e la stessa fede che formarono la sua gloria nelle precedenti guerre d'Italia. Balzato dalla linea difensiva aspramente contesa, ma sempre inviolata, all'audace offensiva, si impossessava con sanguinosa battaglia del centro fortificato di Iwanowka, aprendo il passo alla conquista del ricco bacino minerario di Krasnij Lutsch. Passato, con rapida, leggendaria marcia, dal Donez al Don ,dava il suo pronte e decisivo contributo alla battaglia per la conquista di una munitissima testa di ponte nemica, annientando il nemico annidato in un settore particolarmente difficile ed insidioso. Chiamato in altro settore, dove minacciose masse russe erano riuscite a passare sulla destra del Don, con eroici contrattacchi e con tenacissima resistenza arrestava definitivamente l'avversario, rendendo vani ripetuti sfondamenti fatti dal nemico con mezzi e forze assolutamente preponderanti.
Fronte Russo, Orlowo - Iwanowka - Bokowo Antrazit - Bobrowski - Quota 224 - Jagodnyj - Quota 208, febbraio - settembre 1942» — Roma, decreto del Capo provvisorio dello Stato, 31 dicembre 1948[9]
«Magnifico Reggimento Bersaglieri durante la campagna in Russia già duramente provato e copertosi di gloria, stremato nelle sue file, ma non domo, compì atti prodigiosi nella tormentata manovra di ripiegamento delle truppe dell'A.R.MI.R. segnando, dal Don al Dnieper, con copioso sangue le tappe di una lotta epica. in nobile gara di eroismo e di sacrificio con altre truppe: avanguardia arditissima in cruenti puntate controffensive, temeraria ed implacabile retroguardia, in durissimi combattimenti di arresto contrastò passo a passo il procedere baldanzoso di forti colonne corazzate nemiche, rompendone più volte l'accerchiamento con mezzi ed armi di gran lunga inferiori in numero ed efficacia. Sorretto da una disperata volontà di resistenza, benché sopraffatto dalle travolgenti forze avversarie, dopo aver perduto circa il 70% dei suoi effettivi chiuse combattendo per ultimo, sulle sponde del Dnieper, il tragico ciclo operativo, ammirato dagli alleati a fianco dei quali validamente si batteva, tenendo ovunque alto il nome dei soldati d'italia e sempre fedele alle nobili tradizioni del Corpo.
Fronte russo, fiume Don, fiume Dnieper, 17 dicembre 1942 - 20 febbraio 1943» — Roma, decreto del Presidente della Repubblica 26 maggio 1956[10]
«Per essersi distinto al passaggio della Sesia e nelle operazioni successive su Palestro e Borgo Vercelli, 21-25 maggio 1859
(al VI battaglione)» — Torino, regio decreto 27 maggio 1859
«Perché diede prova di valore e di sagacia militare, fatto d'arme di Aspromonte, settembre, 1862
(al VI battaglione)» — regio decreto 30 settembre 1862
«Sotto violento fuoco attraversava l'Isonzo, irrompendo nelle trincee nemiche ed in quattro giornate di aspra lotta validamente concorreva, con slancio intrepido e fulgido valore, al conseguimento della vittoria. Malgrado le forti perdite subite, manteneva tenacemente le posizioni conquistate, resistendo ai violenti e ripetuti contrattacchi nemici. Si distinse per slancio e ardimento nella riconquista di un'importante posizione. Bainsizza, 16-20 agosto 1917» — Roma, regio decreto 29 ottobre 1922
«Inquadrato nelle forze del contingente italiano impegnato in Somalia per le operazioni di soccorso e protezioni alla popolazione, nonostante le oggettive difficoltà ambientali, si prodigava con totale dedizione ed elevata professionalità nella delicatissima e pericolosa missione. Operando in condizioni estreme di sicurezza, i suoi uomini hanno sempre confermato sia in attività di controllo del territorio, sia in azioni di rastrellamento per la ricerca d'armi sia in operazioni anti banditismo e/o scorte a convogli umanitari, sia infine durante le fasi di abbandono delle posizioni di Belet Wein e Bulo Burti, elevate capacità operative, altissimo senso del dovere e coraggio non comune. Più volte coinvolte in conflitti a fuoco, le sue unità reagivano sempre con efficacia, dimostrando in ogni circostanza la capacità di discriminare e graduare le reazioni del proprio personale evitando così inutili spargimenti di sangue. La fierezza, l'orgoglio e la certezza di portare vitale soccorso umanitario ad una popolazione disperata e la necessità di ridare ordine ad un paese martoriato dalla guerra civile sono state le motivazioni che hanno contraddistinto l'operato. Chiarissimo esempio di soldato che ha dato lustro all'Esercito Italiano, facendogli riscuotere unanime ammirazioni dalle Forze Armate Internazionali impiegate in Somalia. Somalia, 30 novembre 1993 - 24 febbraio 1994» — Roma, decreto del Presidente della Repubblica 17 marzo 1995
Centro Meridione (1860-1862): VI battaglione, Aspromonte. Roma (1870): VI e XIX battaglione
Eritrea (1895-1896): concorre alla formazione dei battaglioni I, III, e VI con 15 ufficiali e 37 soldati
Libia (1911-1912): I battaglione, fornisce a corpi e servizi mobilitati 22 ufficiali e 1215 soldati
Prima guerra mondiale (1915-1918): 1915, Conca di Plezzo; 1916, Carso, Veliki Hribach (Cerje) (ottobre), Pecinka, Quota 308 (novembre); 1917, Medio Isonzo, M. Vodice (maggio), Bainsizza, Sommer, M. Oscedri oggi Oscedrik, Quota 808 (agosto), M. Globokak, Pradamano (ottobre), M. Tonderecar (dicembre); 1918, M. Cornone, Sasso Rosso (giugno)
Scudo:partito d'argento e d'azzurro: il primo alla torre di S. Martino al naturale; il secondo alla fascia d'argento, caricata di una stella d'azzurro, ed accompagnata in capo da due sciabole d'oro, in decusse (Custoza), ed in punta da un fiume in fascia ondato d'argento. Il tutto abbassato ad un capo d'oro, al quartier franco d'azzurro, caricato del tridente bizantino d'Ucraina d'oro.
Ornamenti esteriori
Corona Turrita d'oro
Lista Bifida: d'oro, svolazzante, collocata sotto la punta dello scudo, incurvata con la concavità rivolta verso l'alto, riportante il motto a caratteri capitali di nero: "…E VINCERE BISOGNA".
Onorificenza: accollata alla punta dello scudo con l'insegna dell'Ordine militare d'Italia pendente al centro del nastro con i colori della stessa.
Nastri rappresentativi delle ricompense al Valore: annodati nella parte centrale non visibile della corona turrita, scendenti svolazzanti in sbarra ed in banda dal punto predetto, passando dietro la parte superiore dello scudo: 2 d'azzurro, filettate d'oro (Medaglia d'oro al valor militare), 3 d'azzurro (Medaglia di bronzo al valor militare); 1 d'azzurro con due pali d'argento (Croce di guerra al valor militare).
Nella prima partizione con lo smalto d'argento (simbolo della concordia e della purità) è rappresentata la torre di San Martino della Battaglia, località teatro della battaglia combattuta nel 1859 (riferimento alla M.B.V.M. concessa al VI battaglione nella Seconda guerra d'indipendenza).
La seconda partizione comprende in alto il ricordo della M.B.V.M. conseguita a Custoza, al centro la stella azzurra dedicata ai fatti di Aspromonte, in basso il "fiume ondato" simbolo di tutti i fiumi sacri al ricordo dei bersaglieri: Cernaia, Isonzo, Piave, Don. Lo smalto d'azzurro è simbolo di valor militare, quello d'argento di sacrificio.
Il capo d'oro simboleggia le due massime ricompense al V.M. concesse al Reggimento per il comportamento tenuto in Unione Sovietica nel corso del secondo conflitto mondiale, come evidenziato dal tridente d'Ucraina riportato nel quartier franco.
Insegne
Il Reggimento indossa il fregio dei Bersaglieri in metallo di colore oro: bomba da granatiere con fiamma a sette lingue, cornetta da cacciatore e due carabine intrecciate. A differenza dei trofei delle altre armi, dove la fiamma sale dritta, quella del Bersagliere è inclinata, fuggente, quasi a rappresentare la corsa, l'assalto… la vita e la generosità.
Le mostrine del Reggimento sono le fiamme a due punte di colore cremisi; alla base della mostrina si trova la stella argentata a 5 punte bordata di nero, simbolo delle forze armate italiane
Motto del Reggimento
"...e vincere bisogna"
Il motto del Reggimento trae origine dalla poesia Della canzone di Legnano parte prima Il Parlamento composta da Giosuè Carducci, dove il poeta con queste parole attribuite ad Alberto da Giussano vuole esaltare il patriottismo di quel combattente leggendario nella lotta dei Comuni italiani contro l'imperatore Federico I di Svevia detto il Barbarossa.
Festa del Reggimento
La festa del Reggimento come per tutti i reggimenti bersaglieri, cade il 18 giugno, anniversario della costituzione del Corpo (1836).
^Informazioni ricavate dalla pagina del 6º Reggimento bersaglieri nel sito dello Stato Maggiore dell'Esercito Copia archiviata, su esercito.difesa.it. URL consultato il 2 gennaio 2011 (archiviato dall'url originale il 18 febbraio 2011)..