Con l'applicazione della legge 11 marzo 1926 sull'ordinamento del Regio Esercito, assunse la denominazione di 157º Reggimento fanteria "Liguria" ed a seguito della formazione delle Brigate su tre reggimenti viene assegnato insieme al 93° e al 94º Reggimento fanteria "Messina" alla XVIII Brigata di fanteria.
Con il ripristino del livello reggimentale nell'Esercito Italiano tornò ad assumere il livello di Reggimento con la denominazione di 157º Reggimento fanteria "Liguria". Soppresso il 13 ottobre 1995, il reggimento fu ricostituito nel 1999 in Albenga (Sv) subentrando al posto del 72º Reggimento fanteria "Puglie" per una riorganizzazione delle forze armate in istanza alla Caserma del S.Ten. Aldo Turinetto. Sciolto poi nel giugno 2004, la sua bandiera di guerra fu consegnata al 78º Reggimento fanteria "Lupi di Toscana" e custodita fino allo scioglimento anche di codesto Reggimento nel 2008; le due bandiere furono portate a Roma e custodite al Sacrario delle bandiere.
«Nei duri cimenti della guerra, nella tormentata trincea o nell'aspra battaglia,conobbe ogni limite di sacrificio e di ardimento; audace e tenace , domò infaticabilmente i luoghi e le fortune, consacrando con sangue fecondo la romana virtù dei figli d'Italia. Guerra 1915-18» — 5 giugno 1920[1][2]
«Rafforzatesi sul fronte Val Lastro-Zovetto (Altopiano di Asiago), con invitta costanza ed indomita energia le truppe della Brigata resistettero tre giorni ad un furioso bombardamento ed a reiterati poderosi attacchi del nemico, intrepide, salde nel proposito incrollabile di vincere o morire (Monte Zovetto, giugno 1916).
Con valore ed audacia parteciparono poi alla difesa del Coston di Lora alla conquista di forti linee nemiche sul Monte Pasubio (luglio-novembre 1916).»
«Di estrema retroguardia della Divisione (63^ Cirene), durante un epico ripiegamento, bombardato e mitragliato dall'aria, attaccato da forti formazioni di mezzi corazzati o blindati, seppe sventare e sostenere intrepidamente l'urto avversario. Durante i 23 giorni dell'assedio e della battaglia di Bardia fu barriera insormontabile ai ripetuti attacchi dell'avversario.
Incaricato di ristabilire la situazione su un importante tratto del fronte della piazzaforte, che era stato intaccato, determinava con l'impeto del suo contrattacco e l'ardire dei suoi fanti, il ripiegamento dell'avversario, contribuendo in modo particolare, a tenere alto a Bardia l'onore delle armi italiane. Fronte egiziano, 9 dicembre 1940 - 5 gennaio 1941 (Al III battaglione)»
«Conteneva lo sforzo nemico sulle posizioni affidate al suo valore, contrattaccando risolutamente l'avversario con slancio intrepido e con eroici sacrifici. Minacciato sul fianco e alle spalle, continuò tenacemente nella difesa, nel ripiegamento ad esso ordinato, mostrò incrollabile fermezza. Monte Zomo, Melette Campanelle, 13 novembre – 5 dicembre 1917»
«In sette mesi di dura e travolgente lotta in terra d'Africa si distinse nella tenacie resistenza opposta agli attacchi avversari nel deserto Egiziano. Durante un epico ripiegamento di oltre 100 km, sotto la costante pressione avversaria diede brillanti prove di saldezza e di elevato spirito di sacrificio e di abnegazione, suscitando con i suoi eroici contrattacchi e con il suo generoso contributo di sangue l'ammirazione dello stesso nemico. Fronte egiziano, 9 dicembre 1941»
Motto
Il motto del Reggimento era: "In ogni rischio e con ogni arme bravi"
Le uniformi sono quelle standard in uso presso l'Esercito Italiano, ma per antica tradizione il reggimento porta la cravatta di colore rosso anziché quella standard di colore kaki.
Note
^L'ordine militare venne assegnato a quasi tutte le unità di fanteria che parteciparono alla prima guerra mondiale.