Il capoluogo (chef-lieu) è situato all'imbocco della Val di Cogne, e il territorio comunale occupa la parte bassa della vallata, fino ai villaggi di Vieyes e Sylvenoire.
Il clima invernale è molto influenzato dal fatto che il comune si trovi all'envers, infatti le temperature sono tendenzialmente sempre al di sotto di 0 °C a causa della bassa esposizione solare. Tuttavia possono esserci delle giornate più miti a causa del föhn. Le precipitazioni sono quasi sempre nevose. L'estate è calda ma ventilata e caratterizzata da episodi temporaleschi. La primavera e l'autunno sono le stagioni dove si concentrano la maggior parte delle precipitazioni. Salendo di quota verso le frazioni più alte, il clima diventa tipicamente alpino.
Origini del nome
Il toponimo deriva dal nome di un colono vissuto durante l'epoca romana, Aimus [Patavinus], come riportato inoltre sul ponte acquedotto di Pont d'Aël, con il suffisso -villes, utilizzato per designare un villaggio centrale di un comune (= capoluogo), com'è il caso di Villes-dessus e Villes-dessous a Introd.[7]
Lo stemma comunale e il gonfalone sono stati concessi con decreto del presidente della Giunta Regionale del 16 dicembre 1999.[9]
«Inquartato: il primo, d'oro, al leone di nero, linguato, armato, allumato ed immaschito di rosso; il secondo, d'argento, col capo di rosso, alla banda di nero, caricata in capo, nel senso della banda, di una colomba d'argento; il terzo, di rosso, al castello a quattro torri (due visibili) merlate, una a destra, alla ghibellina ed una, a sinistra, alla guelfa, di dodici pezzi ciascuna (sei visibili), il tutto d'argento, coperto e finestrato di otto pezzi di nero, il quarto, di nero a due campanili, d'oro, il primo a destra, coperto da una cupola cimata da una croce latina e dal gallo dello stesso, finestrata di nero, il secondo, a sinistra, coperto da una cuspide fiancheggiata da quattro gugliette (due visibili) e cimata dalla croce latina dello stesso e finestrato di cinque pezzi (2, 2, 1) del campo. Lo stemma è sormontato da una corona di Comune e sostenuto da due rami decussati in punta di verde, di melo a destra fruttato d'oro e di vite a sinistra fruttato d'azzurro, legati e annodati da un nastro tricolore e da un nastro partito di rosso e di nero.»
Il leone nero in campo d'oro è il simbolo dei nobili d'Aymaville (de Amavilla), signori del luogo tra il XII e il XIV secolo; nel secondo quarto lo stemma dei baroni di Challant-Aymavilles, padroni del feudo nel 1354; nel terzo quarto è raffigurato il castello di Aymavilles; i due campanili sono quelli delle chiese medievali di Saint-Martin e di Saint-Léger che nel 1926 furono riunite nella parrocchia di Cristo Re. I rami che circondano lo scudo, al posto delle consuete fronde di quercia e d'alloro, si riferiscono alle principali produzioni agricole della zona.
Il gonfalone è un drappo partito di rosso e di nero.
Monumenti e luoghi d'interesse
Architetture religiose
Chiesa parrocchiale di Cristo Re
La chiesa di Saint-Léger
Storicamente per lunghi secoli il comune ha avuto due parrocchie, quella di Saint-Léger-d'Autun (it., San Leodegario), e quella di Saint-Martin. Le due parrocchie furono unificate nel 1926.
Architetture militari
Il paese è dominato dal suo castello posto su una collina morenica in posizione dominante.
Le prime notizie risalgono al 1278. Della torre duecentesca rimangono le grosse murature d'ambito. Nel 1357, Aimone di Challant diede via a opere di rinforzo difensivo della struttura. Ora è di proprietà della regione, ed è stato oggetto di importanti interventi di ristrutturazione.
La casaforte d'Allian, ancora presente nel 1722, era edificata a ponente della chiesa parrocchiale di Saint-Martin, nella località Tour d'Allian[10]. I materiali della casaforte in rovina vennero utilizzati per l'edificazione della stessa.[11]
La casaforte Montbel, nell'omonima frazione, è oggi trasformata in abitazione rurale.[11]
André Zanotto ricorda anche la presenza ad Aymavilles di costruzioni oggi non più esistenti, quali il castello di Châtellet parte della ricognizione feudale di Giacometto (Jacquemet) d'Aymaville del 1297, e la Tour du Bois, citata in un documento del 1308.[11]
A Ozein, nella località Pos, si trova la Tornalla, localmente chiamata anche Casa del vescovo (in francese, Maison de l'évêque)[12][13], di minor pregio, con scala a chiocciola interna. L'edificio si presenta in pessimo stato ed è recintato perché pericolante
Il ponte di Chevril era un ponte in legno costruito nel 1865 insieme alla Strada Regionale 47, in val di Cogne, al limite comunale con Cogne, dove la strada attraversa il torrente Grand Eyvia. Crollato nel 2011, era il simbolo del collegamento con il fondovalle e rappresentava un'opera di grande tecnica e importante reperto storico del Regno d'Italia[14].
Le miniere di Pompiod[15], oggi abbandonate, sono l'habitat per eccellenza dei pipistrelli in Valle d'Aosta: è qui che diverse specie di chirotteri trovano rifugio, ibernandosi e riproducendosi: il sito, insieme al castello di Aymavilles in cui per diversi anni una colonia di Myotis myotis ha trovato il luogo adatto alla riproduzione, è riconosciuto come sito di interesse comunitario (cod. SIC: IT1205034)[16][17]
Ad Aymavilles si trova la sede della cooperativa di viticoltori la Cave des onze communes (in francese, Cantina degli undici comuni), che raggruppa i produttori di Aymavilles e di altri dieci comuni limitrofi.
Cultura
Biblioteche
Nel capoluogo, località Chef-lieu nº 27, ha sede la biblioteca comunale.
La Faveau (in dialetto valdostano, Favò), uno dei piatti tipici minori della cucina valdostana, è una minestra di fave originaria di Ozein, villaggio di Aymavilles.
Geografia antropica
Frazioni
Le Bettex, La Camagne, Caouz, Chef-lieu, Cerignan, Le Chabloz, Champagnole, Champessolin, Champlan, Champleval-Dessous, Le Château, Cheriettes, Chevril, Clos-Savin, La Cleyvaz, La Combaz-de-la-Donnaz, Crétaz-Saint-Martin, Le Croux, Le Dialley, La Ferrière, Le Folliex, Le Fournier, Gallièse, Le Géraudey, Le Glassier, Les Léonard, Lillaz, Le Micheley, Le Montbel, Les Moulins, Orsière, Ozein (Le Belley, Le Chantel, Le Dailley, La Charrère, Les Murasses, Pos, Vers-les-Prés, La Ville), Pesse, Pognon Pompiod, Le Pont-d'Aël, La Poyaz, La Roche, Saint-Léger, Saint-Maurice, Seissogne, Sylvenoire, Tour-d'Allian (Villetos), Turlin (Chanabertaz, Turlin-Dessous, Turlin-Dessus), Les Urbains, Venoir, Vercellod, Vieyes[19].
Economia
L'economia è fortemente legata all'agricoltura. Nel territorio sono presenti vari vitigni che vengono utilizzati localmente per la produzione di vini locali[20]
In questo comune gioca l'Aygreville, squadra del campionato di Eccellenza, frutto della fusione, come indica il nome, di tre società rappresentanti Aymavilles, Gressan e Villeneuve[23];
^ Regione autonoma Valle d'Aosta. Assessorato beni e attività culturali, sistema educativo e politiche per le relazioni intergenerazionali, Comuni valdostani, su www.patoisvda.org. URL consultato il 27 luglio 2023.
^ASD Aygreville Calcio, su ASD Aygreville Calcio, 3 maggio 2024. URL consultato il 25 agosto 2024.
^Dati 2011. Cfr. Anna Maria Pioletti (a cura di), Giochi, sport tradizionali e società. Viaggio tra la Valle d'Aosta, l'Italia e l'Unione Europea, Quart (AO), Musumeci, 2012, pp. 74-100, ISBN978-88-7032-878-3.
Bibliografia
Jean Bérard, Ai piedi della Grivola: storia, leggende, fatti e figure del tempo antico, Aosta, Tipografia Valdostana, 1991.
Raymond Vautherin, Aymavilles et ses toponymes, Aoste: Le château, 2005
Aymavilles = Le s-Amaveulle: Val d'Aoste, Aymavilles: Centre culturel d'Aymavilles, 1980
Joseph-César Perrin, Aymavilles. Recherches pour l'histoire économique et sociale de la communauté, 2 tomi, Aosta: Le château, 1997.
Restitution. Restauration de l'église paroissiale, Paroisse du Christ Roi en Aymavilles, Aoste: Région autonome Vallée d'Aoste. Assessorat de l'éducation et de la culture. Surintendance des activités et des biens culturels, 2009
Aimé Chenal, Le Grand-Saint-Bernard dans l'époque préceltique. Origine du mot Aymavilles, Aoste: Duc, 1961