Il territorio di Turate, prima dell'arrivo degli antichi Romani, fu abitato dagli Insubri. Da Turatum, nome romano di Turate, passava la Via Mediolanum-Bilitio, che metteva in comunicazione Mediolanum (Milano) con Luganum (Lugano) passando da Varisium (Varese). La moderna Turate è citata come Thurao, terra donata nel 712 dal re longobardo Liutprando al monastero di San Pietro in Ciel d'Oro di Pavia.[5]
Nel 1346el locho da Turà risulta far parte delle località che, all'interno della pieve di Appiano, avevano in carico la manutenzione della cosiddetta strata da Bolà.[6]
La storia del borgo nell'età tardo medioevale e moderna durante il Ducato di Milano è strettamente legata alla potente famiglia nobiliare lombarda dei Caimi, a cui Filippo IV concesse Turate in feudo nel 1623[6] e i quali vi esercitarono i propri diritti feudali fino al 1785, anno in cui l'ultimo erede maschio della famiglia morì e il feudo ritornò a disposizione del demanio.[7]
Sempre inserito nella pieve di Appiano, nel 1751 il comune di Turate comprendeva già i cassinaggi di Fagnana, Piatti e Mascazza, oltre che la cassina di Prato.[6] Si ritrova Turate nella stessa pieve anche nel 1786, anno in cui la stessa fu inserita nella provincia di Gallarate.[7]
Agli atti, il primo documento con timbro “Comune di Turate” risale al 1827, quando il municipio era amministrato dalla Deputazione amministrativa comunale, l'odierna Giunta.[5] Nel 1860 per la prima volta il capo dell'Amministrazione cambiò nome da Podestà a Sindaco.[5]
Simboli
Lo stemma e il gonfalone del comune sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 1º ottobre 1951.
«Di azzurro, a sei stelle d'argento, ordinate 3, 2, 1. Ornamenti esteriori da Comune.»
Lo stemma era presente nello Stemmario di Marco Cremosano del XVII secolo.
Il gonfalone è un drappo partito di azzurro e di bianco.[11]
Monumenti e luoghi d'interesse
Architetture religiose
Chiesa dei Santi Pietro e Paolo
Forse costruita attorno all'anno 1000 al posto di un cimitero,[12][13] la chiesa dei Santi Pietro e Paolo è attestata all'interno della pieve di Appiano già nel XIII secolo.[14] In principio la chiesa si presentava con una porta centrale sulla facciata dotata di una finestra e con due porte provviste di finestre sul lato nord.[12] Al tempo della visita pastorale del 1574 da parte dell'arcivescovo Carlo Borromeo, la chiesa presentava una navata centrale, corrispondente all'attuale maggiore, a cui se ne affiancava una laterale sul lato ove oggi si trova il battistero, al posto del quale allora era collocato un altare dedicato a Sant'Ambrogio.[12] La chiesa deve il suo aspetto attuale ad alcuni importanti interventi di ristrutturazione avvenuti tra secoli XVII e XX.[15] Particolarmente significative furono le modifiche avvenute nel 1848, che comportarono un ingrandimento della chiesa.[12] Nel XX secolo l'interno della chiesa venne dotato di affreschi e decorazioni degli artisti Giovanni Caravaglia e Giovanni Muttoni della scuola d'arte milanese "Beato Angelico".[13]
L'attuale campanile è una ricostruzione di un'altra precedente struttura[13].
Santuario della Madonna in Campagna
Già attestato nel XIV secolo,[16] il santuario fu edificato sul luogo laddove si trovavano le precedenti chiesette di Santa Maria e di San Maurizio.[12]
Altro
Chiesa di San Girolamo,[17] situata a Fagnana e citata negli atti della visita pastorale del 1747 da parte dell'arcivescovo Giuseppe Pozzobonelli come "chiesa di San Geronimo".[14]
Oratorio di San Giuseppe,[18] già attestato al tempo della visita pastorale dell'arcivescovo Pozzobonelli.[14] L'oratorio costituì una cappella gentilizia dei proprietari dell'attiguo Palazzo Ala Ponzoni Pollini[19].
Chiesa della Madonna della Medaglia Miracolosa, situata all'interno del complesso della Casa Militare Umberto I.[20]
Architetture civili e militari
Casa Militare Umberto I
Eretta alla fine del XVIII secolo dalla famiglia Ala Ponzoni (o Ala Pozzoni[21]) all'interno di un parco[12] di otto ettari, la dimora fu completata in stile tardo-neoclassico[22] negli anni '20 dell'Ottocento[23][22].[21] In seguito, fu rilevata dalla famiglia saronnese degli Zerbi.[21] Acquistata nel 1897 da tre turatesi - tra i quali Giuseppe Candiani[13] - la struttura fu riadattata a casa di riposo per i veterani delle guerre nazionali[21].[12] Oggi ospita un museo di oggetti militari che coprono un periodo che va dalle Guerre d'indipendenza[13] alla Seconda guerra mondiale.[12]
La casa si compone di più corpi di fabbrica. Nel corpo principale, che delimita a oriente la piazza antestante alla dimora, s'innestano due corpi minori, uno dotato di pianta a "U" aperta verso settentrione, l'altro disposto in modo tale da formare una "L" rivolta verso meridione. Sul cortile d'onore si affaccia un porticato[21][24]. Alle spalle del cortile, una cancellata in ferro battuto introduce all'ampio parco[21][24]. All'interno della casa spicca uno scalone in stile neoclassico, inserito in uno spazio coperto da una volta ellittica[21][25].
Palazzo Ala Ponzone Pollini
Inserito all'interno di un grande parco, Palazzo Ala Ponzone, fu edificato tra la fine del XVII secolo e l'inizio del XVIII.[26] In stile barocco, fu realizzato su commissione della famiglia Caimi, forse nel luogo dove si trovava un precedente edificio del XV secolo.[13] Il palazzo fu per lungo tempo la dimora della famiglia Ala Ponzoni (o Ala Pozzoni), che tra la finire del XVIII secolo e il primo quarto del successivo si trasferirono nella vicina villa Ala Pozzoni Zerbi - l'attuale Casa Militare Umberto I - costruita per volere della stessa famiglia.[27] Da questi ultimi,[19] il palazzo passò nelle mani della famiglia Pollini[13], che nel 1962 decise di donare la proprietà alla parrocchia di Turate[19]. Attualmente, palazzo Pollini è sede del locale municipio[28].
Il palazzo si presenta con una facciata aperta da un Settecentesco portale monumentale in pietra. La parte superiore della facciata è coronata da una particolare gronda a guscia, ornata da intonaco in rilievo.[19] Il portale introduce un cortile interno a pianta sostanzialmente quadrata, delimitato a est e a ovest da un porticato architravato[21] retto da colonne in pietra.[19] Affacciato sul cortile, il salone d'onore del palazzo.[19]
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Sport
Pallacanestro
Il club cestistico è l'Associazione Sportiva Dilettantistica Basket 2000 Turate; nata nel 1996, i suoi colori ufficiali sono il bianco e il verde. Attivo solo a livello dilettantistico, schiera le squadre in campionati FIP e UISP. Sede degli allenamenti e delle partite sono il Palazzetto della Scuola Secondaria in Via IV Novembre n°12 e la Palestra della Scuola Primaria in Via Garibaldi n°39. Sito internet www.basket2000turate.it
Calcio
Maggiore società calcistica comunale è la Salus et Virtus Turate; fondata nel 1927 e contraddistinta dai colori sociali bianco e azzurro, vanta quali maggiori successi alcune partecipazioni alla Serie D nei primi anni del terzo millennio. Nel 2009 si è fusa con la Caronnese di Caronno Pertusella, andando a formare la società unificata Insubria CaronneseTurate, basata nel comune varesino. L'esperienza ha però avuto vita breve: già nel 2010-2011 la Salus et Virtus Turate è stata rifondata ed è ripartita in autonomia dalla Terza Categoria di Como.
Tiro con l'arco
A Turate ha sede il club A.S.D. Arcieri dell'Airone, contraddistinto dai colori sociali giallo e bianco.
Palio di Turate
Dal giugno 1980 si disputa lo storico Palio che vede contrapporsi le sei contrade del paese: Boscu, Campasc, Furnu, Pasqué, Pràa e Reschignana; il Palio si svolge ogni due anni (dal 1985 si tiene negli anni dispari per evitare di coincidere con le fasi finali di europei e mondiali di calcio).[31]
La manifestazione ha una durata variabile, generalmente dai dieci a quattordici giorni a seconda dell'edizione; ogni sera le contrade si sfidano in giochi popolari per aggiudicarsi il prestigioso drappo cucito a mano alla fine degli anni '70, a cui è possibile partecipare solo se residenti in una delle sei contrade del paese.[31]
^Museo, su casamilitareumbertoprimo.org. URL consultato il 19 maggio 2020.
^abPalioTurate, su www.palioditurate.it. URL consultato il 14 gennaio 2023.
Bibliografia
Santino Langè, Ville delle province di Como, Sondrio e Varese, a cura di Pier Fausto Bagatti Valsecchi, Vol. Lombardia 2, Milano, Edizioni SISAR, 1968.
Luigi Mario Belloni, Renato Besana e Oleg Zastrow, Castelli basiliche e ville - Tesori architettonici lariani nel tempo, a cura di Alberto Longatti, Como - Lecco, La Provincia S.p.A. Editoriale, 1991.
Annalisa Borghese, Turate, in Il territorio lariano e i suoi comuni, Milano, Editoriale del Drago, 1992, p. 421.