Alla morte di Ginevra Rangoni nel 1540, la seconda moglie di Aloisio Caterina Anguissola, non desiderò più a corte Lucrezia[9] che, all'età di 18 anni, fu data in moglie a Giampaolo Manfrone, figlio del condottiero Giulio Manfrone (1490/1492-1526) (a sua volta figlio di Giampaolo Manfrone "Fortebraccio" (1441-1527) ed è nota anche come "Lucrezia Gonzaga Manfrona". Le nozze furono celebrate a Mantova, col consenso del cardinale Ercole Gonzaga, vescovo della città.
Dopo le nozze si trasferì col marito, condottiero al servizio della Serenissima, a Fratta[10] presso il palazzo di famiglia, dove creò una piccola corte e divenne ambiziosa amica di Luigi Groto, Girolamo Ruscelli e di Ortensio Lando. Oltre alla poesia e alla letteratura, Lucrezia studiò retorica, filosofia e apprese la musica.
Nel luglio 1546 Giampaolo Manfrone venne accusato di cospirare contro il duca di Ferrara, che lo fece arrestare e condannare a morte. Grazie all'intervento di Lucrezia presso vari prìncipi italiani e verso il duca di Ferrara Ercole II d'Este, la condanna fu tramutata in carcere a vita. Le ulteriori suppliche di Lucrezia per la scarcerazione del marito non vennero accolte e Manfrone morì nelle segrete ferraresi il 9 febbraio 1552.
A Mantova
Dopo la scomparsa del marito l'8 febbraio 1552 si trasferì a Mantova, dove incontrò il letterato Luca Contile. Trascorse il resto della vita coltivando la poesia, l'astronomia e la letteratura classica in greco e latino.[11] Assieme al letterato Giovanni Maria Bonardo, intorno al 1555, fondò l'Accademia dei Pastori Fratteggiani.[12] Restando fedele alla memoria dello sposo defunto, Lucrezia rifiutò ogni proposta di matrimonio e adottò quale impresa la figura di una cerva con il motto "Nessun mi tocchi".[13]
Il poeta Matteo Bandello ha dedicato a Lucrezia Gonzaga la Novella XXI (Sesto Tarquinio sforza Lucrezia ed è cacciato da Roma) della Seconda parte (1554).[15]
Discendenza
Lucrezia e Gianpaolo ebbero quattro figli,[16] tra questi:
Lettere della molto illustre sig. la s.ra donna Lucretia Gonzaga da Gazuolo con gran diligentia raccolte, et a gloria del sesso femminile nuovamente in luce poste. Venice, 1552 (Collected by Ortensio Lando?)
^Lucrezia Gonzaga, Lettere. Vita quotidiana e sensibilità religiosa nel Polesine di metà ‘500, a cura di Renzo Bragantini e Primo Griguolo, Minelliana, Rovigo, 2009
^Rosalia Amari, Calendario di donne illustri italiane, Firenze, Bencini, 1857, pag.41
Ginevra Canonici Fachini, Prospetto biografico delle donne italiane rinomate in letteratura, 1824
Giuseppe Maffei, Storia della letteratura italiana, 1834
Piero Gualtierotti, Matteo Bandello alla corte di Luigi Gonzaga, Mantova, 1978.
Mario Castagna, Stemmi e vicende di casate mantovane, Montichari, 2002. ISBN non esistente
Vespasiano Gonzaga e il ducato di Sabbioneta [atti del Convegno, Sabbioneta-Mantova, 12-13 ottobre 1991], 1993, a cura di Ugo Bazzotti, Daniela Ferrari, Cesare Mozzarelli, Mantova. ISBN non esistente.
Ireneo Affò, Memorie di tre celebri principesse della famiglia Gonzaga, Parma, 1787. ISBN non esistente
Renzo Bragantini, Primo Griguolo (a cura di), Lucrezia Gonzaga, Lettere. Vita quotidiana e sensibilità religiosa nel Polesine di metà ‘500, Minelliana, Rovigo, 2009.
Ezio Maria Simini, Lucrezia Gonzaga e il tramonto dei Manfron, in Quaderni di storia e di cultura scledense, n. 16, Schio, febbraio 2011.
Elisabetta Simonetta, Un’inesplorata sfida Landiana: Philosophia Christi ed espedienti dissimulatori nelle Lettere di Lucrezia Gonzaga (1552), in Quaderni eretici. Studi sul dissenso politico, religioso e letterario, fascicolo 1, n. 5, Firenze, Clori, febbraio 2017, pp. 27-28.