Selva di Val Gardena è caratterizzata da un clima alpino con estati brevi e abbastanza piovose ed inverni lunghi e relativamente asciutti. La seguente tabella climatica è derivata dalla stazione meteorologica di Plan (ad una altezza di 1.594 m s.l.m.) tra il 1991 ed il 2016[5].
Il toponimo ladino è attestato come Silva, Zilve, Cylve nel 1166, mentre quello tedesco è menzionato la prima volta come Wolchenstain nel 1237[6] e come in Greden ze Wolchenstein nel 1288[7]. I due nomi derivano l'uno dal latinosilva ("bosco"), l'altro dal nome del castello e della famiglia von Wolkenstein.
A seguito dell'annessione all'Italia dell'Alto Adige, e fino al 1923, il paese portò solamente il nome italiano di Selva in Gardena; dal 1923 al 1955 il toponimo fu semplicemente Selva.[8][9]
Storia
7000 a.C.: nel Neolitico il territorio dell'odierna Selva è abitato da popolazioni di cacciatori e raccoglitori, come testimoniato dai ritrovamenti di amigdale, scarnatori e altri sassi lavorati effettuati negli anni 1978-1980 al di sotto del passo Gardena, in località Plan de Frea.
1200 d.C.: la zona di Selva è soggetta per la prima volta ad insediamenti stanziali.
1225: il nobile Heinrich von Kastelruth risulta essere proprietario di castel Wolkenstein.
1237: prima menzione del toponimo Wolkenstein.
1293: Randolf von Villanders (capostipite della famiglia von Wolkenstein) acquista castel Wolkenstein e la giurisdizione su sette masi circostanti.
1348: la peste si diffonde anche in val Gardena, perciò l'aumento della popolazione rallenta.
1380: a seguito di un matrimonio, il castel Forte (Trostburg) e il Castelvecchio (Burg Hauenstein) diventano proprietà dei von Wolkenstein.
1445: muore Oswald von Wolkenstein.
1503: costruzione della cappella votiva dedicata alla Nostra Signora nel Bosco, sul sito ove sorgerà in seguito l'attuale chiesa parrocchiale; allargata nel 1517.
verso il 1525: castel Wolkenstein viene parzialmente distrutto da massi caduti dalle pareti rocciose retrostanti e non viene più ristrutturato.
1670: costruzione di un'edicola votiva sulla collina in località Col dala Pelda.
1809: Soppressione del tribunale patrimoniale di Wolkenstein, che viene unificato al tribunale di Castelrotto.
1822-1949: il decanato parrocchiale di Selva è unificato con quello di Castelrotto.
1827-1828: l'amministrazione giudiziaria per Selva, Santa Cristina e Ortisei viene avocata al tribunale di Castelrotto.
1853-1856: il borgomastro di Ortisei Johann Baptist Purger ordina la costruzione della prima strada carrabile tra ponte Gardena e Ortisei. I comuni di Santa Cristina e Selva partecipano ai lavori.
1869: prima ascensione del Sassolungo (3 181 m s.l.m.), ad opera del viennese Paul Grohmann.
1870: la chiesa parrocchiale, ritenuta troppo piccola, viene demolita e sostituita da un nuovo tempio neogotico, ultimato nel 1872.
1874: apertura del cimitero parrocchiale.
23 settembre 1877: solenne consacrazione della nuova chiesa parrocchiale.
1882: piogge torrenziali provocano il distacco di una grossa frana, che il 18 settembre distrugge due fienili e il maso "Fussel". Sei persone trovano la morte.
1914: viene rinnovata la chiesa parrocchiale.
1915-1916: costruzione della ferrovia della Val Gardena da Chiusa fino a Plan, ad opera di prigionieri di guerra russi.
1966: lo sciatore Carlo Senoner vince il titolo mondiale a Portillo (Cile).
1968: adozione dello stemma comunale definitivo.
1970: la val Gardena ospita i campionati mondiali di sci alpino.
1970-1989: la val Gardena si afferma come centro d'élite per la villeggiatura e gli sport invernali. L'appuntamento con le gare di discesa libera sulla pista Saslong, valide per la Coppa del Mondo, diventa un evento fisso. Aumentano i flussi turistici: per quanto concerne Selva di Val Gardena, le presenze annuali salgono dalle 510.000 del 1969 a 1.030.000 nel 1988. Il 40% di tali presenze sono estive.
1988-1989: ingrandimento della chiesa parrocchiale “Maria ad Nives”.
1990: apertura dello stadio del ghiaccio Pranives, con annessa palestra e poligono di tiro a segno.
Stemma
Lo stemma è inquartato, il primo ed il quarto cantone sono trinciato ed innestato d'argento e di rosso; il secondo ed il terzo sono cuneato di azzurro ed argento su un piano nero. L'arma raffigura le insegne dei signori von Wolkenstein, ed è stata adottata dal comune nel 1968.[11]
Monumenti e luoghi d'interesse
Selva di Val Gardena presenta undici edifici riconosciuti come beni culturali e pertanto sottoposti a vincolo dalla provincia autonoma di Bolzano.
Ruderi di castel Wolkenstein: edificato nel XIII secolo presso un crepaccio di roccia dolomitica all'inizio della Vallunga, il castello fu distrutto nel 1525 e mai più ricostruito. Restano parte delle mura e un cortile con colonne in porfido.[12]
Castel Gardena: costruito nella prima metà del XVII secolo con funzioni residenziali, di pesca e di caccia, ha un impianto unitario con un ingresso turrito, due corti interne e altre cinque torri interne. L'annessa cappella dedicata a sant'Odilia è ricca di stucchi.[13]
Chiesa di Santa Maria Assunta, parrocchiale. Il nucleo originario della chiesa è la sacrestia, risalente al 1503 e ampliata un secolo dopo. Negli anni 1869-1871 la cappella originaria fu ampliata con un presbiterio e una navata in stile neogotico, uno snello campanile a cuspide e un'abside poligonale. Nel 1987 la navata ottocentesca fu sostituita dall'attuale, a pianta poligonale.[14]
Cappella di San Silvestro: posta lungo la Vallunga e originariamente tardobarocca, subì rilevanti modifiche verso il 1880. Una semplice porta a tutto sesto immette in una navata voltata a botte che si chiude in un'abside poligonale. Le pareti sono dipinte con scene della vita di Gesù.[15]
Gustin in La Poza: maso del tardo XVI secolo, costituito da una casa in muratura e un fienile in legno. Si conservano una cucina per l'affumicatura e la stube con rivestimenti lignei.[16]
Piciulëi: edificio residenziale del tardo Settecento, recante all'esterno un dipinto della Madonna del Soccorso e all'interno l'originaria stube barocca. Altre stanze dell'interno conservano il rivestimento ligneo.[17]
Plazola: edificio residenziale a due piani: il piano terra in muratura è dotato di due portali a tutto sesto e una scala esterna, il primo piano aggettante è in legno. All'interno si conserva una cassapanca datata 1684.[18]
Col del Pelda: edificio residenziale, conserva rivestimenti lignei barocchi e del primo Novecento (soffitto con stucchi e pareti dipinte con allegorie delle stagioni).[19]
Ruacia: edificio residenziale dell'Ottocento, accessibile tramite una scala in muratura e una porta con cornice lapidea a tutto sesto. La stube ha rivestimento negotico.[20]
Villa Dolomiti: casino di caccia del 1899, opera di Eduard Prinoth su disegno dell'architetto viennese Adolf Ritter von Inffeld, secondo lo stile secessione, piuttosto inconsueto in val Gardena. L'ingresso, assicurato da una scala esterna, conduce a un torrino che presenta due stanze al piano terra con soffitti dipinti. Dipinta è pure la loggia del primo piano, mentre la stube ha soffitto a cassettoni e stufa in stile liberty.[21]
Villa Fossi: realizzata negli anni trenta del XX secolo dall'architetto Franz Sachs, è un edificio a pianta quadrata in stile neorealista. Il tetto a singola falda individua un'ampia terrazza panoramica al primo piano, sotto la quale si apre al piano terra una terrazza rientrante.[22]
Società
Ripartizione linguistica
La popolazione di Selva è in grande maggioranza di madrelingua ladina.
Nel 1908, in età austro-ungarica, fu fondata la Kunstschule per l'insegnamento professionale dell'arte dell'intaglio e della scultura in legno; la scuola ha poi assunto il nome di "Scola d'ert - Kunstschule - Scuola d'arte".[25]
Economia
Energia solare termica
Il comune vanta la più elevata diffusione di pannelli solari termici in Italia: nel territorio comunale sono infatti installati 2000 m² di pannelli, con una media di quasi 800 m² ogni mille abitanti.[26]
Il paese Selva è stato servito dalla linea ferroviaria a scartamento ridotto, che collegava Chiusa con la locale frazione di Plan de Gralba ed effettuava quattro fermate nel territorio comunale. Il servizio venne inaugurato nel 6 febbraio 1916 e soppresso nel 28 maggio 1960.[27] Poche tracce della ferrovia sono sopravvissute: nel 1970 il sedime nel tratto Chiusa-Ortisei è stato reimpiegato per costruirvi la strada statale 242dir, mentre la tratta Ortisei-Plan è stata trasformata in strade carrabili e sentieri pedonali.[28]
Fino al 1999 Selva aveva una propria squadra, chiamata H.C. Selva (vincitrice di due campionati cadetti e uno di terza categoria), la quale, a seguito del crollo dello stadio del ghiaccio di Ortisei, decise di fondersi con l'H.C. Gardena (HC Gröden). Nel 2000-2001 la squadra così costituita giocò sotto il nome di Selva 2000, per poi prendere il nome di H.C. Gherdëina dall'anno seguente.
Ciclismo
Selva di Val Gardena è stata negli anni città di arrivo delle seguenti tappe del Giro d'Italia:
A Selva si trova il centro di addestramento alpino dei Carabinieri, istituito il 15 ottobre 1968, con le funzioni di "centro di specializzazione per corsi sciatori e rocciatori". Presso il centro di addestramento si svolgono appositi corsi sciistici, alpinistici, per conduttori di cani da soccorso alpino, e sciistico-alpinistici per i reparti speciali.
Note
^Dato Istat - Popolazione residente al 31 agosto 2023 (dato provvisorio).
^Elfriede Perathoner, Stefano Planker, Scibla mo n iede - Endstation Zukunft - Fine corsa futuro catalogo della mostra sul trenino della Val Gardena, p. 105, Museum Ladin, 2011
^Elfriede Perathoner, Stefan Planker, Scibla mo 'n iëde. Museum Ladin, San Martin de Tor 2011, ISBN 978-88-89255-33-9. Catalogo di mostra
Bibliografia
(LLD, DE, IT) Danila Serafini, La scola d'ert de Sëlva Gherdëina 1908-2003: 95 ani de storia / Die Kunstschule Wolkenstein in Gröden / La Scuola d'Arte di Selva Gardena, San Martin de Tor, Museum Ladin Ciastel de Tor, 2004. ISBN 88-89255-00-5
(LLD) Rudolf Mussner (curatore), Nosta Sëlva, Cunsëi de furmazion de Sëlva, 2010. 652 pp., 671 fotografie.