Il centro storico del paese sorge sul Colle Sant'Angelo (430 ms.l.m.), della catena dei Monti Ausoni, racchiuso dalle propaggini che vanno dalla Costa Inversa fino a Monte Tavanese e Monte della Fate (1090 ms.l.m.) e, dall'altro lato della vallata, Costa delle Serre (700 ms.l.m.). A sud, Monte Ceraso, Monte Peschio e Monte Romano (530 ms.l.m.) dominano sulla zona pianeggiante della frazione di Capocroce; la propaggine di Costa la Traglia e Monte Cavallo Bianco dominano invece sulla frazione del Frasso e sulla valle di Cascano, fino al piano carsico di Campo Soriano (300 ms.l.m.). La zona pianeggiante di Sonnino Scalo, Capocroce e Frasso viene attraversata dal fiume Amaseno.
Il nome Sonnino deriva probabilmente da una forma volgare sun pennino, forse da sum-pendere, oppure da un lemma sumpmus ricollegabile al latinosummus, che significa "sommo", con riferimento alla posizione in cui sorge l'antico borgo medievale,[6] costruito appunto sulla sommità di un colle, estrema propaggine del Monte Ceraso, appartenente alla catena degli Ausoni.
Generalmente si trova indicato come Somninum,[7]Sonninum,[8] Sompninum,[9][10]Sunino,[10]Somnineum, Sumninum e Castrum Somneni[11].
Storia
Il primo documento che attesta l'esistenza di Sonnino è una bolla pontificia[12] di Papa Silvestro II dell'anno 999.[13] Alcuni storici fanno risalire le origini del paese alla fine del secolo VIII ad opera dei cittadini di Priverno, fuggiti dal loro paese in seguito alle invasioni dei Saraceni, che devastarono gran parte del Lazio meridionale, cioè le antiche province di Marittima e Campagna, la stessa origine generalmente ipotizzata per i vicini paesi di Roccagorga, Roccasecca e Maenza, tutti paesi situati in posizioni montane meglio difendibili rispetto a quella della romana Privernum, situata nella pianura dell'Amaseno. Altri storici tuttavia fanno risalire le origini di Sonnino ad una matrice romana e pre-romana, dato che l'intera zona comunale, anticamente abitata da Volsci, fu successivamente romanizzata ed intensamente abitata, come testimoniano numerosi ritrovamenti, suggerendo una continuità anche nel corso del primo medioevo.[14]
A suggerire questa ipotesi romano-volsca, anche alcuni toponimi italici, tra i quali ha destato particolare interesse quello della antica via "Volosca" (o Velosca), la più antica e principale via di accesso al paese (sebbene oggi di importanza del tutto secondaria), che potrebbe ricondursi direttamente ad un intervento ad opera dei Volsci (col significato quindi di "Strada fatta dai Volsci"), oppure potrebbe indicare l'esistenza di un altro centro volsco scomparso, situato alle pendici pontine dei monti Ausoni, ugualmente abbandonato nel primo medioevo ma ben distinto da Privernum, e probabilmente chiamato con un etnonimo volsco. In questo senso la "Civitas Volosca", o città Volsca, indicherebbe l'abitato antico in pianura, mentre il "Vicus Somninum", o villaggio sulla sommità, il nuovo centro di montagna.[14]
In ogni caso è accettato che i primi abitanti di Sonnino possano aver avuto origini (urbane, e forse etniche) variegate tra le quali si ipotizzano anche contributi greci e bizantini, e vi è generale accordo sul fatto che l'origine dell'abitato moderno sia da riferire al processo di incastellamento avutosi nell'Alto Medioevo, in un luogo che inizialmente poteva essere stato solamente prescelto perché poco accessibile e invisibile da quasi tutte le direzioni, dove riparavano uomini e bestiame per meglio difendersi in caso di assalti. Il rifugio, questa infatti era la sua principale funzione, rivelatosi una salvezza per tanta gente e dalle scorrerie e dal clima insalubre della palude pontina, si sarebbe progressivamente ampliato e costituito in castello.
Epoca medioevale
Di origine medievale è l'imponente castello con la grande torre cilindrica adagiato sul Colle Sant'Angelo, costruito verso il secolo IX dalla famiglia De Sompnino[15] che prese il nome dal castello e furono i primi signori di Sonnino.[16] L'11 ottobre 1369 metà del castello venne acquistata per 2000 fiorini da Onorato I Caetani, che ne divenne anche "Dominus" (signore). Nel 1423 viene confermato lo statuto comunale, lo Statutum Castri Sopnini,[17] un codice di 58 articoli sia di diritto civile che penale, tra il Conte di Fondi e la Comunità di Sonnino.[18]
Successivamente il castello fu abitato fino al 1496 dai Caetani d'Aragona, sotto il papato di Alessandro VI divenne possesso di Rodrigo Borgia e alla morte del papa (1503), il feudo passò alla famiglia Colonna, che ne mantennero il dominio quasi ininterrottamente sino al 1816, anno della loro rinuncia ai diritti feudali sul territorio.
Con bolla del 13 gennaio 1596, Papa Clemente VIII erige a principato la terra di Sonnino.[19] Altri signori che vi abitarono per brevi periodi furono i Borgia e i Carafa. Gli ultimi proprietari sono stati gli Antonelli e i Talani che ora lo hanno chiuso. L'antico statuto comunale, risalente al XIII secolo, è conservato nell'archivio di Stato di Roma. Durante la breve Repubblica Romana (1798-1799) fece parte del Dipartimento del Circeo, distretto di Sezze, cantone di Piperno sotto la guida degli Edili aggiunti Giuseppe Mancini e Lorenzo Musilli, come definito il 26 fiorile anno VI.[20] Dal 1810 al 1815, passò al dipartimento di Roma, circondario di Tivoli, cantone di Piperno.
Epoca moderna
Con la Restaurazione e la riforma del 1816 Sonnino tornò luogo baronale appartenente ai Colonna, ma già nel 1817 divenne podesteria nell'ambito della delegazione di Frosinone, governo distrettuale di Terracina. Nel riparto territoriale del 1827 Sonnino compare come podesteria dipendente da Piperno, mentre in quello del 1831 risulta comunità soggetta ad un commissario straordinario nell'ambito del distretto di Pontecorvo.[21]
Con l'Editto del 17 luglio 1819[16][22] emanato dal Cardinale Segretario di Stato Ercole Consalvi, Pio VII ordina la distruzione del paese e la rimozione forzata della popolazione da Sonnino per risolvere il problema dei briganti che infestavano la zona: era infatti ricercato il capo-brigante Antonio Gasbarrone, insieme alla sua banda e grazie all'opera di Gaspare del Bufalo non venne dato seguito all'Editto.
Lo stemma si compone della sommità di una torre che sormonta uno scudo all'interno del quale è raffigurata un'aquila con corona ad ali spiegate che abbraccia una colonna, con sottostante un ramo di ulivo e di quercia legati insieme da un fiocco tricolore. Il profilo araldico recita «Di rosso, all'aquila spiegata di nero, coronata d'oro, alla colonna d'argento, posta in banda, attraversante. Ornamenti esteriori da Comune».[25]
Lo stemma è stato riconosciuto con decreto del Capo del Governo (DCG) del 26 settembre 1929.[25]
Il gonfalone è stato concesso con regio decreto (RD) di concessione del 4 agosto 1933.[25]
«Comune situato ai confini della linea "Gustav", occupato dalle truppe tedesche, fu fatto oggetto di continui bombardamenti da parte degli alleati, che causarono la morte di numerosi cittadini, nonché danni al patrimonio abitativo. La popolazione seppe resistere con dignità e coraggio alle più dure sofferenze della guerra. Nobile esempio di spirito di sacrificio ed amor patrio. 1943-1944 Sonnino (LT)» — 21 aprile 2011[26]
Monumenti e luoghi d'interesse
Architetture religiose
Chiesa di San Michele arcangelo, comunemente detta di Sant'Angelo (1210), santuario minore, nel 1798 ospitò il Tribunale militare delle truppe francesi occupanti;[27]
Chiesa della Divina Maternità di Maria (1938), in località Frasso;
Ex chiesa di San Marco (XV secolo), restaurata nel 1728, ora usata come Auditorium comunale;
Chiesa della Madonna Santissima della Pietà (1595), situata sull'antica Via Volosca, all'interno è possibile vedere un affresco raffigurante il «Compianto sul Cristo morto», il luogo è noto anche per la resa del brigante Antonio Gasbarrone avvenuta nel 1825;[29]
Chiesa di Santa Maria della Misericordia (1200 circa);
Sacra Icona di Maria Santissima delle Grazie, icona di stile bizantino presente nel santuario minore di San Michele arcangelo in Sonnino, e risalente al XII secolo. La tradizione vuole l'icona dipinta da San Luca, arrivata in seguito alla furia iconoclasta e trovata da un pastore su di un albero.[31]
Icona di Maria Santissima delle Grazie, in stile bizantino
Chiesa di San Michele Arcangelo
Vista della chiesa di San Francesco con l'ex convento
Chiesa di San Pietro
Chiesa di San Giovanni Battista
Chiesa della Divina Maternità di Maria, in località Frasso
Auditorium comunale (ex chiesa di San Marco)
Chiesa della Madonna Santissima della Pietà
Architetture civili
Porte
In antichità erano presenti cinque porte di accesso:
Porta San Pietro, la porta principale, a cui si arrivava dall'antica Via Volosca, una mulattiera a gradini in pietra;
Porta Riore (o dei Priori, già Porta San Lorenzo),[27] sostituisce la Porta San Pietro come accesso principale per la sua vicinanza alla Via Volosca, nel 1819 inizia da qui la distruzione del paese per ordine del papa Pio VII;
Portella, la porta dei signori del castello;
Porta San Giovanni;
Porta di Tocco (dal nome della nobile famiglia Tocco);
Porta Di Tocco
Porta San Giovanni
Porta San Pietro
Porta Portella
Porta Riore
Vicoli
Caratterizzano il paese per l'aspetto e la ripidità, prendono il nome dalla famiglia che li abitava o da una loro caratteristica:
I vicoli completavano il quadro della viabilità del nucleo medievale insieme a Via Arringo, all'attuale Via isola castello, all'attuale Via Vittorio Emanuele II (in origine Via di mezzo) e all'attuale Via Giacomo Antonelli (in origine Via del municipio).
Risale al II secolo d.C., in realtà è un'arcata dell'antico acquedotto romano voluto dagli imperatori Adriano ed Antonino Pio che collegava Amaseno (FR) a Terracina (LT) e lungo 54 km. Prese questo nome durante il periodo del Medioevo in seguito alla nascita di numerose leggende.
Monumento ai caduti in guerra
Il monumento fu costruito nei primi anni '20 per i Caduti della prima guerra mondiale. Fu commissionato dal Comune di Sonnino allo scultore Ernesto Costantini di Ariccia. Realizzato in bronzo, rappresenta un giovane soldato, in particolare un fante, a dorso nudo nell'intento di impugnare la spada a difesa.[32]
Architetture militari
Castello
Risale al IX secolo e fu fatto costruire dai signori "De Sompnino", situato sul colle Sant’Angelo, ricoprì la funzione di fortificazione insieme alle mura perimetrali alla torre di forma cilindrica. L'edificio conta tre piani: al primo piano c'erano i forni per il pane e le cisterne, che servivano ad assicurare la sopravvivenza in caso di assedio; al secondo piano, c'erano le camere ed altre stanze affrescate, tra cui quella del cardinale Giacomo Antonelli.[27] Di fronte al castello vi erano i locali delle prigioni, attigue alle Scale di corte.
La struttura originaria è andata in gran parte distrutta, così come la merlatura della torre. La struttura è collegata a due porte del paese, l’ingresso principale del castello era rivolto verso l'odierna Piazza Garibaldi (la "Portella"), procedendo verso la chiesa di Sant’Angelo, ancora oggi si possono osservare gli “anconi” di pietra che testimoniano la posizione della porta di accesso. Tra il 1440 ed il 1500 il paese si espande, completando la costruzione delle mura di cinta intervallate dalle torrette di avvistamento ancora oggi presenti. Nel 1850 il palazzo passa di proprietà dai principi Colonna ai conti Antonelli, fino al 1916 quando fu acquistato dai fratelli Talani.[27]
Torretta della Fontanella
In origine Torre di Morgazzano: all’inizio del XII-XIII secolo[33], vennero erette torri per il controllo del territorio della Valle dell’Amaseno. Crudeli furono le incursioni dell’esercito papale all’inizio del XII secolo; non meno devastanti furono le scorrerie dei briganti. La torre aveva il controllo della via pedemontana che collegava Priverno con Terracina.
Il Monumento si trova al confine tra le città di Terracina e Sonnino. È caratterizzato da un altopiano di tipo carsico di 974 ettari circa, dove possiamo trovare imponenti monoliti calcarei dai pinnacoli molto alti come l'imponente «Rave di San Domenico». È situato tra Monte Romano e Monte Cavallo Bianco. È entrato a far parte del Parco naturale regionale monti Ausoni e lago di Fondi[36] nel 2008. Questa zona è stata sfruttata in maniera particolare nelle coltivazioni a vigneto (Moscato di Terracina e Cesanese). 41.356797°N 13.245055°E41°21′24.47″N, 13°14′42.2″E
Calanche di San Nicola
Situate ai piedi di Monte delle Fate,[37] nascono come fenomeno carsico e prendono il nome da una chiesa dedicata appunto a San Nicola di cui sono visibili alcuni resti. 41.412271°N 13.289901°E41°24′44.18″N, 13°17′23.64″E
Il Catauso
Si trova nei pressi del Monte Tavanese, nella zona denominata del «Lagone». Si tratta di una voragine carsica,[38] con un primo salto di circa 25 metri dal fosso principale e, con salti successivi si arriva a 40 metri di profondità dove si notano le stalattiti e stalagmiti presenti.[39] La prima rappresentazione su carta del Catauso risale al 1765, ad opera di G. Astolfi, ma le prime esplorazioni rilevanti si sono avute nei primi anni del Novecento.[40][41]41.421176°N 13.251143°E41°25′16.23″N, 13°15′04.11″E
Nel 1796 il principato di Sonnino, feudo della famiglia Colonna, contava 2 068 persone.[43] Nel 1834 contava duemila e duecento cinquanta abitanti applicati alla coltura delle terre.[44] Il Censimento del 1871 contava 3 386 abitanti[45]
Al 31 dicembre 2022, secondo i dati Istat, risultano residenti nel comune 557 cittadini stranieri, pari al 7,12% dei residenti.[47]
Tradizioni e folclore
Vigilia dell'Ascensione: la festa de Le Torce,[49] si svolge nella sesta domenica dopo Pasqua e rimanda al rito delle rogazioni minori.[50][51]
Venerdì Santo: Processione del Cristo Morto.
25 aprile: Fiera di San Marco; era regolata già nel XIII secolo secondo lo Statuto comunale.[52]
Ultimo giovedì di agosto: Antica fiera delle merci e del bestiame, meglio nota come Sagra della Capra in località Sonnino Scalo.
Settennale processione della Madonna delle Grazie.[53]
Venticinquennale processione e incoronazione della Madonna delle Grazie.[54]
L'abito tipico da donna è chiamato Rotunno: forse di origine saracena, di stoffe di lana pesante, con colori forti, lavorate al telaio. Per l'occasione di festa si aggiungeva una camicetta di broccato o di seta ornata di pizzi. A seconda dell'età poteva essere: verde o celeste per le più giovani, bianco per le donne fidanzate, rosso per le donne sposate, marrone per le vedove.[27]
Sonnino centro, Sonnino Scalo, Sassa, Cerreto, Case Murate, Cascano, Capocroce, Cotinole, Fienili, Frasso, Costa la Traglia, Monte Romano.
Economia
Di seguito la tabella storica elaborata dall'Istat a tema Unità locali, intesa come numero di imprese attive, ed addetti, intesi come numero addetti delle unità locali delle imprese attive (valori medi annui).[68]
2015
2014
2013
Numero imprese attive
% Provinciale Imprese attive
% Regionale Imprese attive
Numero addetti
% Provinciale Addetti
% Regionale Addetti
Numero imprese attive
Numero addetti
Numero imprese attive
Numero addetti
Sonnino
332
0,84%
0,07%
831
0,68%
0,05%
346
744
352
753
Latina
39.304
8,43%
122.198
7,75%
39.446
120.897
39.915
123.310
Lazio
455.591
1.539.359
457.686
1.510.459
464.094
1.525.471
Nel 2015 le 332 imprese operanti nel territorio comunale, che rappresentavano lo 0,84% del totale provinciale (39.304 imprese attive), hanno occupato 831 addetti, lo 0,68% del dato provinciale (122.198 addetti); in media, ogni impresa nel 2015 ha occupato due persone (2,5).
Ha sede uno stadio comunale, il "San Bernardino", ed il centro sportivo "Sport Village" che dispone di 2 campi da Padel ed una tensostruttura polifunzionale.
^ Aldo Cardosi, L'antico statuto di Sonnino (Sec. XIII) (PDF), a cura di Comune di Sonnino, Artegraf, 2012 [1965]. URL consultato l'8 maggio 2021 (archiviato dall'url originale l'8 maggio 2021).
^ Stefano Pagliaroli, Una visita al monastero di Santa Maria delle Canne di Sonnino, 2011.
^Scuola di musica M° Rosario Lacerenza, su scuoladimusicalacerenza.it. URL consultato il 17 giugno 2020 (archiviato dall'url originale il 9 novembre 2021).
Silvio Barsi, Dalla parte di PIO IX, Priverno, Grafica Bianconi, 2012.
Dante Bono, Gente nostra (PDF), Casamari, Tipografia dell'Abbazia di Casamari, 1978.
Aldo Cardosi, L'antico statuto di Sonnino (Sec. XIII) (PDF), a cura di Comune di Sonnino, Artegraf, 2012 [1965]. URL consultato l'8 maggio 2021 (archiviato dall'url originale l'8 maggio 2021).
Aldo Cardosi, Sonnino Terra nostra (PDF), Roma, Ridolfi, 1979. URL consultato l'8 maggio 2021 (archiviato dall'url originale l'8 maggio 2021).
Filippo Cassola, Storia di Roma. Dalle origini a Cesare, Roma, Jouvence, 2001.
Agnese Lanni, Le Torce: luci nella notte tra i monti Ausoni. Antichi riti e tradizioni sacre di una terra inviolata e inviolabile, 2022, ISBN9798845692504.