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Denno

Denno
comune
Denno – Stemma
Denno – Veduta
Denno – Veduta
Denno da nord
Localizzazione
StatoItalia (bandiera) Italia
Regione Trentino-Alto Adige
Provincia Trento
Amministrazione
SindacoPaolo Vielmetti (Insieme per Denno) dal 21-9-2020
Territorio
Coordinate46°17′N 11°03′E
Altitudine429 m s.l.m.
Superficie10,64 km²
Abitanti1 233[2] (31-10-2024)
Densità115,88 ab./km²
Comuni confinantiCampodenno, Contà, Predaia, Ton, Ville d'Anaunia
Altre informazioni
Cod. postale38010
Prefisso0461
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT022074
Cod. catastaleD273
TargaTN
Cl. sismicazona 3 (sismicità bassa)[3]
Cl. climaticazona F, 3 060 GG[4]
Nome abitantidennesi (déneri[1])
Patronosanti Gervasio e Protasio
Giorno festivo18 giugno
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Denno
Denno
Denno – Mappa
Denno – Mappa
Posizione del comune di Denno all'interno della provincia di Trento
Sito istituzionale

Denno (Dén[5] in noneso) è un comune italiano di 1 233 abitanti della provincia di Trento.

Geografia fisica

Territorio

Situato sulla sponda destra del Noce, a metà strada tra Mezzolombardo e Cles, è da sempre il più importante centro della Bassa Anaunia.

Il comune di Denno è esteso su un territorio di 1 042 ettari, a 429 metri s.l.m.; esso si distingue in una zona coltivata a frutteto (limitrofa all'abitato) e in una zona boschiva, costituita da un complesso che si estende lungo il versante orientale della dorsale che separa la Valle di Non dalla Valle di Tovel.

L'altimetria delle proprietà comunali varia da 270 m s.l.m., in corrispondenza dell'alveo del torrente Noce ai 1 960 m s.l.m. del Monte Corno. La zona in parte compresa nel Parco naturale Adamello Brenta offre delle interessanti escursioni e la Malga Arza, porta d'accesso al Parco, rappresenta il punto di riferimento per numerose gite sulle montagne del Gruppo di Brenta.

Clima

DENNO 2003-2023 Mesi Stagioni Anno
Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic InvPriEst Aut
T. max. media (°C) 5,68,613,417,121,425,327,727,422,717,110,15,66,617,326,816,616,8
T. min. media (°C) −3,3−1,81,85,69,813,315,215,011,37,31,9−2,1−2,45,714,56,86,2
Precipitazioni (mm) 48535996115959810291131144641652702953661 096
Giorni di pioggia 566912111111888718273324102

Fonte: Centro Trasferimento Tecnologico, Fondazione Edmund Mach [1]

Origini del nome

Il nome del paese deriva da "Enno", nome dei signori de Enno del castello medioevale, Castel Denno, oggi scomparso, che sorgeva nei pressi del villaggio; per cui il paese "D'Enno" tramutò col tempo il nome in "Denno".

Storia

Età medievale

La Pieve

La località è attestata per la prima volta nel 1174 quale "Heno" in un documento dei conti di Appiano a favore della Collegiata agostiniana di San Michele all'Adige.[6] Denno era la sede di una delle più antiche pievi della Val di Non documentata fin dal XIII secolo. Essa, oltre al paese di Denno comprendeva le "ville" di Campodenno, Lover, Segonzone, Dercolo, Quetta e Termon.[7]

I De Enno

All'epoca presso la pieve sorgeva un castello, oggi scomparso, in cui risiedeva la nobile famiglia De Enno, che dal paese prese il proprio nome. I signori de Enno al principio del XIII secolo erano probabilmente i più potenti della Val di Non e avevano possedimenti non soltanto a Denno (Castel Denno e Castel Corona), ma anche a Nanno, Portolo, Termon e Campodenno.[8]. Se il castello di Denno risulta abbandonato già tra il XIV e il XV secolo, [9] la famiglia De Enno si divise in molti rami, alcuni dei quali particolarmente importanti, come quello dei Madruzzo (che ebbe ben quattro principi vescovi tra il 1539 e il 1658) o quello degli Alberti d'Enno, al quale apparteneva Francesco Felice Alberti di Enno, principe vescovo di Trento dal 1758 al 1762.

Età moderna

La Guerra Rustica

Durante la rivolta del 1525 dei contadini della Val di Non contro il principe vescovo di Trento Bernardo Clesio, gli uomini della Pieve di Denno, a differenza di quelli di altre comunità, mantennero un atteggiamento prudente e piuttosto defilato, evitando così, quando la sommossa fu soffocata dall'intervento di Ferdinando I d'Asburgo, di incappare nelle sanzioni inflitte agli esponenti delle fazioni più estreme .[10]

La caccia alle streghe

Durante la caccia alle streghe che ebbe luogo in Val di Non tra il 1612 e il 1615, gli inquisitori si recarono anche nella Pieve di Denno interrogando molte persone. Durante le indagini alcune donne della zona furono accusate di essere delle streghe: Domenica detta la Tronella di Quetta, Anna detta la Tuenetta e Maria detta la Grill, entrambe di Toss. Se della sorte delle prime due non si hanno notizie, Maria detta la Grill fu imprigionata a Castel Coredo nel novembre 1613 e nel gennaio del 1614 condannata a morte assieme a una donna di Romeno.[11]

La Carta di Regola

Nel 1632, all'epoca del principe vescovo Carlo Emanuele Madruzzo, Denno ottenne la ratifica della propria carta di regola, il testo contenente tutte le norme che regolavano i ritmi del lavoro contadino e la vita della comunità, dalla nomina delle cariche pubbliche, ai diritti e ai doveri dei singoli abitanti riguardo al rispetto delle proprietà private e alla cura delle proprietà comuni, come le strade, i boschi e i pascoli.[12]

Età contemporanea

L'industria della seta

Nel XIX secolo con la secolarizzazione del Principato Vescovile di Trento, annesso all'Impero Austriaco, e con l'abolizione delle antiche regole, Denno divenne un comune. Il paese vide una fase di forte sviluppo economico soprattutto nella prima metà del secolo durante l'epoca d'oro della bachicoltura. In quegli anni a Denno sorsero diverse filande per la filatura dei bozzoli prodotti dai contadini di tutta la zona, che diedero lavoro a molte persone.[13]

Il "Comune Grande" e la sua divisione

Dopo la prima guerra mondiale, il comune di Denno divenne ufficialmente parte della neo-annessa Venezia Tridentina e nel 1928, con la riforma fascista degli enti locali, incorporò tutte i paesi dell'antica pieve, ovvero, Campodenno, Quetta, Termon, Lover con Segonzone e Dercolo con Cressino. Si venne così a creare il cosiddetto "Comune Grande" di Denno.[14] Nel secondo dopoguerra i disaccordi tra Denno e le sue frazioni portarono a un referendum che nel 1951 coinvolse tutta la popolazione del "Comune Grande", con il quale i paesi di Campodenno, Dercolo, Lover, Quetta e Termon si staccarono dal Comune di Denno per riunirsi in un comune a sé stante facente capo a Campodenno istituito nel 1952.[15]

Simboli

Lo stemma e il gonfalone sono stati concessi con regio decreto del 20 gennaio 1930.[16]

«Interzato in banda d'argento, d'azzurro e d'argento al castello d'oro, attraversante sul tutto; ornamenti esteriori da Comune.[17]»

Il gonfalone è un drappo di colore azzurro riccamente ornato di ricami d'argento e caricato dello stemma sopra descritto con l'iscrizione centrata in argento: "COMUNE DI DENNO".

Monumenti e luoghi d'interesse

Cappella di San Pietro e chiesa di Sant'Agnese

Architetture religiose

Architetture civili e militari

  • Municipio: in passato convento delle suore canossiane, conserva l'antico atrio con soffitto a volta.[20]
  • Palazzo Parisi: costruito dalla famiglia Parisi, legata all'industria della filatura dei bachi da seta, fu ristrutturato nel corso del XIX secolo. Si affaccia sulla piazza principale del paese, tra Via Alberti d’Enno e Piazza Vittorio Emanuele.[20]
  • Palazzo Paternoster: situato in piazza San Giovanni (civici 4 e 6), il portale a sesto acuto conduce a un cortile interno, con un portico di stile rinascimentale con volte a vela dipinte di azzurrro.[21]
  • Castel Denno: non più esistente, costruito sul "Doss dei Ricci" all'inizio del XIII secolo dalla famiglia De Enno, passò poi ai Thun.

Aree naturali

Società

Evoluzione demografica

Abitanti censiti[22]

Ripartizione linguistica

Nel censimento del 2001 il 32,18% della popolazione (354 persone) si è dichiarato "ladino".[23]

Cultura

Arte

Nel paese nella prima metà del Seicento si trasferì lo scultore e intagliatore Bartolomeo Strudel, che avviò una bottega.[24] A Denno nacquero i tre figli di Bartolomeo: Paul Strudel, autore delle due statue della Veronica e della Maddalena nella Cappella del Crocifisso del Duomo di Trento e scultore di corte dell'imperatore Leopoldo I d'Asburgo, lo scultore e pittore Peter Strudel, fondatore dell'Accademia di belle arti di Vienna e Dominik Strudel. In un rogito del notaio Niccolò de Antognines del settembre 1706 è registrata la deliberazione della pubblica Regola di Denno per la nomina di Paul Strudel a cittadino onorario.[25]

Economia

L'economia della zona è sempre stata prevalentemente agricola, un tempo basata sulla viticoltura e sulla bachicoltura che ha visto prosperare l'industria della filatura dei bozzoli che offriva lavoro a molte persone del paese e dei dintorni. Ora è la coltivazione della mela l'attività prevalente, scendendo dal paese infatti si raggiunge il Consorzio Ortofrutticolo Bassa Anaunia (COBA).[26]

Inoltre coesistono attività artigianali ed un piccolo turismo locale. Tra le attività artigianali è ancora diffusa e rinomata l'antica lavorazione del legno finalizzata alla realizzazione di mobili e arredamenti.[27]

Amministrazione

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
9 maggio 2005 16 maggio 2010 Fabrizio Inama Lista civica Sindaco
17 maggio 2010 10 maggio 2015 Fabrizio Inama Lista civica Sindaco
11 maggio 2015 22 settembre 2020 Fabrizio Inama Lista civica Sindaco
23 settembre 2020 in carica Paolo Vielmetti Insieme per Denno Sindaco

Variazioni

Municipio di Denno

La circoscrizione territoriale ha subito le seguenti modifiche: nel 1928 aggregazione di territori dei soppressi comuni di Campodenno, Dercolo, Lover, Quetta e Termon; nel 1952 distacco di territori per la ricostituzione del comune di Campodenno comprendendo anche i territori degli ex comuni di Dercolo, Lover, Quetta e Termon (Censimento 1951: pop. res. 1554).[28]

Sport

La società sportiva del paese è l'U.S. Bassa Anaunia costituita nel 1990 dalla fusione delle ex società sportive US. Denno, US. Stella Azzurra di Campodenno, US. Quetta, US Libertas Ton e US. S.Vito Flavon. Opera nella Bassa Val di Non e si occupa sia di calcio che di pallavolo. Nel calcio, la prima squadra milita dalla stagione 2010/11 nel campionato di Promozione provinciale. L'impianto sportivo principale è il campo in erba in località Valmaor di Denno mentre l'impianto sintetico è in località Salvez nel comune di Campodenno. Altro campo sportivo in erba è nel comune di Contà alla pineta di Flavon. La sede sociale e operativa è a Denno in via Colle verde n.1. Attuale presidente è Flavio Berti, che negli anni 2000 è succeduto al primo presidente Silvano Webber.[29]

Note

  1. ^ Teresa Cappello, Carlo Tagliavini, Dizionario degli Etnici e dei Toponimi Italiani, Bologna, ed. Pàtron, 1981.
  2. ^ Template:Https://demo.istat.it/app/?i=D7B
  3. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  4. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  5. ^ E. Quaresima, 1991, p. XXIV
  6. ^ Hannes Obermair, Martin Bitschnau, Die Traditionsnotizen des Augustinerchorherrenstiftes St. Michael a. d. Etsch (San Michele all'Adige). Vorarbeiten zum „Tiroler Urkundenbuch“ (XML), in MIÖG - Mitteilungen des Instituts für Österreichische Geschichtsforschung, vol. 105, 1997, pp. 263-329, qui pp. 303-306, n. 1(q), DOI:10.7767/miog.1997.105.jg.263, ISSN 2307-2903 (WC · ACNP). URL consultato il 25 novembre 2020.
  7. ^ E. Curzel, 1999, pp. 193-194.
  8. ^ C. Ausserer, 1985, p. 181
  9. ^ M. Rauzi, 2013, p. 200.
  10. ^ A. Zanoni, 2023, p. 31.
  11. ^ Bertolini, pp. 42-44.
  12. ^ S. Weber, 1990, p. 281
  13. ^ M. Pilati, C. Piz., D. Redolfi, 1995, pp.37-46
  14. ^ M. Zeni, 1993, p. 30.
  15. ^ M. Turrini, 2023, pp. 36-38.
  16. ^ Denno, su Archivio Centrale dello Stato. URL consultato il 2 luglio 2024.
  17. ^ Luigi Rangoni Machiavelli, Stemmi delle colonie, delle provincie e dei comuni del Regno d'Italia riconosciuti o concessi dalla Consulta Araldica del Regno al 1º novembre 1932, in Rivista del Collegio Araldico, anno XXXI, 1933, p. 364.
  18. ^ W. Belli, 2008, p. 84
  19. ^ E. Callovi & L. Siracusano, 2005, pp. 278-279
  20. ^ a b Visita di Denno, su Associazionedimorestoriche.it. URL consultato il 10 dicembre 2024.
  21. ^ E. Callovi & L. Siracusano, 2005, p. 279
  22. ^ Statistiche I.Stat ISTAT  URL consultato in data 28-12-2012.
    Nota bene: il dato del 2021 si riferisce al dato del censimento permanente al 31 dicembre di quell'anno. Fonte: Popolazione residente per territorio - serie storica, su esploradati.censimentopopolazione.istat.it.
  23. ^ Nel 2001 erano il 17,54% dei residenti | Trentino, su trentinocorrierealpi.gelocal.it. URL consultato il 10 gennaio 2012 (archiviato dall'url originale il 12 ottobre 2013).
  24. ^ R. Colbacchini, 2010, p. 49 Raffaella Colbacchini ha individuato la sua firma, con data 1640, dietro l'altare maggiore della chiesa di Santo Stefano di Dercolo..
  25. ^ S. Weber, 1977, pp. 343-343 L'atto riportava: "donavimus et tradidimus Ill.mo Paolo equite Strudl architecto ac in petra sculptori virtuosissimo S. Caesareae Maiestatis, licet absenti, jus viciniae. [...] nec non etiam quia natales suos traxit in propria domo huius pagi".
  26. ^ E. Callovi & L. Siracusano, 2005, p. 281
  27. ^ Atlante cartografico dell'artigianato, vol. 1, Roma, A.C.I., 1985, p. 15.
  28. ^ Fonte: ISTAT - Unità amministrative, variazioni territoriali e di nome dal 1861 al 2000 - ISBN 88-458-0574-3
  29. ^ U.S. Bassa Anaunia, su usbassanaunia.it. URL consultato il 17 maggio 2024.

Bibliografia

  • William Belli, Itinerari dei Baschenis. Giudicare, Val Rendena, Val di Non e Val di Sole, Trento, Provincia autonoma di Trento. Assessorato alla Cultura, 2008.
  • Claudia Bertolini (a cura di), La stupenda Inquisizione d'Anaunia. Processo del 1611-1615, Trento, Edizioni U.C.T., 1990.
  • Eleonora Callovi & Luca Siracusano (a cura di), Guide del Trentino. Val di Non. Storia, arte, paesaggio, Trento, TEMI, 2005.
  • Raffaella Colbacchini, "L'ancona dell'altare destro", in: I Re Magi e il santo eremita. La chiesa di Quetta, a cura di Laura Dal Prà, Trento, Provincia autonoma di Trento. Soprintendenza per i beni storico-artistici, 2010 (pp. 47-49).
  • Emanuele Curzel, Le pievi trentine. Trasformazioni e continuità nell'organizzazione territoriale della cura d'anime dalle origini al XIII secolo, Bologna, Edizioni Dehoniane Bologna, 1999. (online)
  • Aldo Gorfer, Le valli del Trentino: guida geografico-storico-artistico-ambientale: Trentino occidentale, Calliano (TN), Manfrini, 1975, OCLC 876639446, SBN MOD0163021.
  • Luigi Menapace, Passato e presente di Denno, Trent, Comune di Denno, 1985.
  • Marco Pilati, Carlo Piz., Daniela Redolfi, Sul filo dell’Ottocento. Storia dell’economia dei bachi in Valle di Non, Cles (TN), Lions Club, 1995.
  • Enrico Quaresima, Vocabolario anaunico e solandro raffrontato col trentino, Firenze, Olschki, 1991 [1964], ISBN 88-222-0754-8.
  • Marco Rauzi, "Castel Denno (scomparso)", in: Castra, castelli e domus murate. Corpus dei siti fortificati trentini tra tardoantico e basso medioevo. Apsat 4, a cura di E. Possenti, G. Gentilini, W. Landi & M. Cunaccia, Mantova, SAP Società Archeologica, 2013 (p. 200).
  • Mariano Turrini, Lo scioglimento del "Comune Grande", in «Denno Informa», 20, 2023, pp. 36-38. (online)
  • Simone Weber, Artisti trentini e artisti che operarono nel Trentino, Trento, Monauni, 1977 [1933].
  • Simone Weber, La Pieve di Denno, Denno, Comune di Denno, 1990.
  • Aldo Zanoni, Tracce di storia di un Paese Trentino: Campodenno. Cronologia di eventi, fatti, amenità e momenti di vita, Mezzolombardo (TN), Lithodue, 2023.

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