Lo stemma e il gonfalone sono stati adottati con deliberazione della Giunta provinciale del 7 luglio 1989, n. 7762.[5]
Stemma
«Di rosso, al fiore d'argento, gambuto, aperto di sei petali lanceolati, accompagnato da due foglie dello stesso, frastagliate, nascenti dal piede del gambo. Corona: Murale di Comune. Ornamenti: A destra una fronda d'alloro fogliata al naturale fruttifera di rosso; a sinistra una fronda di quercia fogliata e ghiandifera al naturale legate da un nodo d'argento e di rosso.»
La simbologia riprende un motivo decorativo della tradizione montanara.[6]
Gonfalone
«Drappo rosso del rapporto di 1/2 recante al centro un riquadro bianco caricato dello stemma comunale munito dei suoi ornamenti sovrastante la dicitura "Comune di Nomi" disposta su tre righe, bordato, ricamato, frangiato d'argento terminante al ventame in tre pendoni appuntiti ed al bilico in quattro merli guelfi. Il bilico sarà unito all'asta, foderata da una guaina di velluto dai colori alternati bianco e rosso disposti a spirale, mediante un cordone di nappe d'argento.»
Palazzo Vecchio di Nomi è una residenza fortificata di epoca rinascimentale. Il palazzo era un forte adibito a residenza per i nobili del tempo. Del castello sono perfettamente conservate la loggia e la torre a pianta rotonda. La torre è divenuta celebre a partire dal 1525 quando, durante la guerra dei contadini, vi fu bruciato vivo al suo interno l'allora feudatario Pietro Busio.
Nomi è uno dei sette comuni lagarini che facevano parte dell'antica istituzione amministrativa del Comun Comunale Lagarino. Attualmente il Comun Comunale rimane vivo nella memoria degli abitanti dei diversi comuni attraverso la manifestazione denominata "Comun Comunale - I Giochi e la regola". Questa festa si svolge tutti gli anni tra l'ultima settimana di maggio e la prima settimana di giugno e si svolge ogni anno a rotazione in uno dei sette comuni partecipanti:Aldeno, Cimone, Isera, Nogaredo, Nomi, Pomarolo e Villa Lagarina. La manifestazione rievoca le antiche vicende del periodo medievale ed è incentrata su suggestivi giochi e spettacoli con musiche e danze.
^Adozione stemma e gonfalone del Comune di Nomi, in Bollettino ufficiale della Regione Autonoma Trentino - Alto Adige n. 36 del 16/08/1989, pp. 2469-2470.
^Atlante cartografico dell'artigianato, vol. 1, Roma, A.C.I., 1985, p. 15.
Bibliografia
Andrea Bacchi, Luciana Giacomelli (a.c.), Scultura in Trentino: Il Seicento e il Settecento volume uno, Trento, Provincia Autonoma di Trento, 2003, ISBN88-86602-55-3.