Incidente della funivia Stresa-Alpino-Mottarone
L'incidente della funivia Stresa-Alpino-Mottarone è accaduto la mattina di domenica 23 maggio 2021 sulla funivia Stresa-Alpino-Mottarone, quando la fune traente dell'impianto ha ceduto, causando la caduta di una delle cabine in transito, al cui interno si trovavano quindici persone; quattordici di loro sono morte, mentre un bambino è rimasto gravemente ferito[2]. AntefattiLa funivia Stresa-Alpino-Mottarone è un impianto di risalita, situato nel comune di Stresa, nella provincia del Verbano-Cusio-Ossola in Piemonte, il cui scopo è quello di collegare la famosa cittadina del Lago Maggiore con la vetta del Mottarone. Realizzata nel 1970 dalla società Piemonte Funivie di Torino (poi confluita in Agudio e quindi nel gruppo Leitner) per sostituire la vecchia ferrovia del Mottarone, è divisa in due tronconi: il primo collega il comune con la frazione di Alpino, mentre il secondo (che ha uno sviluppo inclinato di 3020 m e vince un dislivello di 582 m.[3][4]) collega Alpino con un pianoro immediatamente sotto la vetta del Mottarone, posto a 1385 m s.l.m. Dalla sua inaugurazione fino al 2021 l'impianto è stato sottoposto a due revisioni straordinarie legate alla manutenzione: la prima nel 2002, affidata alla ditta Poma, mentre la seconda, espletata dalla Leitner, è avvenuta nel 2014[5][6]. Un incidente di servizio era già avvenuto nel luglio 2001, quando una cabina con a bordo quaranta passeggeri era rimasta bloccata a metà del tragitto iniziale (tra Stresa e Alpino), richiedendo l'intervento delle forze di soccorso[7]. IncidenteVerso le ore 12:30 di domenica 23 maggio 2021[1], la cabina numero 3 della funivia si stava apprestando a entrare nella stazione di monte in vetta al Mottarone, quando si è verificato un cedimento strutturale della fune traente. La cabina, dopo un brusco rimbalzo, è retrocessa a forte velocità, per poi sganciarsi dalla fune portante in corrispondenza di uno dei piloni del tracciato e schiantarsi al suolo, dopo una caduta di oltre 20 metri, in una zona boschiva lontana da strade carrabili, il che ha reso inizialmente difficile l'opera di soccorso[8][9][10][11][12]. VittimeDelle quindici persone presenti a bordo della cabina coinvolta nell'incidente, quattordici sono decedute mentre una sola è rimasta gravemente ferita (Eitan Biran, cinque anni)[13]. Otto vittime erano italiane, cinque israeliane e una iraniana[14][15][16][17][18].
IndaginiImmediatamente dopo le operazioni di primo soccorso, il procuratore di Verbania Olimpia Bossi ha disposto il sequestro dell'impianto della funivia al fine di avviare le indagini per chiarire e accertare ulteriori cause che abbiano portato al cedimento della fune dell'impianto e all'inattivazione dei freni di emergenza, i quali hanno avuto effetto solo sulla cabina a valle[19][20]. Il 26 maggio la Procura emette tre ordinanze di fermo nei confronti del titolare della società e due responsabili della struttura, basandosi su un quadro fortemente indiziario sviluppato dai Carabinieri di Stresa, come specificato dal Procuratore Bossi, sulla manomissione del sistema frenante per consentire l'utilizzo della funivia altrimenti bloccata per un malfunzionamento non risolto dello stesso. Questa manomissione era presente dalla riapertura dell'impianto nell'aprile del 2021[21]. Nella notte tra sabato 29 e domenica 30 maggio il GIP del Tribunale di Verbania, Donatella Banci Buonamici, ordina la scarcerazione per due degli indagati, disponendo gli arresti domiciliari per il terzo[22]. Il 3 agosto i periti nominati dal tribunale effettuano un sopralluogo in vetta, e conseguentemente ha inizio l'esame della fune ceduta. Successivamente viene analizzata la scatola nera contenente i dati tecnici e di funzionamento dell'impianto[23]. Il 13 settembre due monconi di quasi quindici metri l’uno della fune traente, sono stati prelevati dai vigili del fuoco e depositati nella stazione intermedia dell’Alpino[24]. L'8 novembre 2021 è stata rimossa la cabina dal luogo di impatto, dopo che i Vigili del Fuoco l'hanno preventivamente sezionata in due parti: la sospensione (parte strutturale superiore che collega la cabina vera e propria alla fune portante per mezzo dei carrelli) e la cabina (telaio rivestito adibito allo stazionamento dei passeggeri). Le due parti sono state rimosse con due distinte rotazioni effettuate con elicotteri diversi, nello specifico la sospensione del peso di circa 1500 kg, preventivamente ingabbiata da un esoscheletro di sostegno esterno in tubi Innocenti, per preservare la posizione del carrello e dell'attacco delle teste fuse è stata sollevata da un Sikorsky S-64 Skycrane "Cochise" marche I-CFAN dei Vigili del Fuoco di stanza all'Aeroporto di Cuneo-Levaldigi; mentre la cabina da un AgustaWestland AW139 marche VF-141 del Reparto Volo dei Vigili del Fuoco di stanza all'Aeroporto di Milano-Malpensa. Le due parti sono state depositate al campo da calcio di Gignese e da lì trasportate a mezzo camion al Tecnoparco di Verbania[25]. Il 17 gennaio 2022 con l’assistenza dei vigili del fuoco di Verbania, i tecnici del LA.T.I.F. (Laboratorio Tecnologico Impianti a Fune) di Trento hanno smontato il blocco delle teste fuse della cabina 4, la gemella di quella precipitata il 23 maggio, ricoverata presso la stazione dell'Alpino, per consentire valutazioni comparate con quello della vettura 3, che è stato smontato nel pomeriggio presso un capannone della Protezione Civile al Tecnoparco di Verbania, dove la cabina 3 è custodita. I tecnici hanno smontato il blocco completo, ma hanno prelevato per i test e l'apertura solo il blocco dal lato in cui la fune si è spezzata (semianello)[26]. Il 26 maggio 2022 la commissione di indagine istituita dalla DiGIFeMa (Direzione Generale per le Investigazioni Ferroviarie e Marittime) predispone la relazione intermedia di indagine a un anno dall'evento. Considerazioni[27]La causa dell'evento è stata determinata dalla rottura della fune traente (semianello superiore) in corrispondenza dell'attacco a testa fusa alla cabina n.3. La gravità dell'evento è stata amplificata dall'inibizione dolosa di due barriere del sistema di sicurezza dell'impianto che hanno comportato l'inefficacia delle azioni progettualmente previste, quali:
Prime ipotesi[27]Si ritiene che la rottura della fune traente superiore in corrispondenza dell'attacco a testa fusa possa essere intervenuta per diverse concause:
ConclusioniLe cause che hanno portato alla tragedia possono essere così individuate:
Eventi correlati alla strageNel mese di settembre 2021, la tragedia del Mottarone è tornata al centro dell'attenzione mediatica per un evento correlato al destino di Eitan Biran, l'unico sopravvissuto: dopo la tragedia, il bambino, che aveva perso entrambi i genitori, era stato affidato alla zia paterna Aya e viveva con lei in provincia di Pavia. Il nonno materno Shmuel Peleg, giunto da Israele per fare visita al nipote, approfittò dell'opportunità di un incontro esclusivo con Eitan per portarlo via con sé in Israele passando attraverso la Svizzera[29][30]. L'evento ebbe come conseguenza immediata la denuncia a carico di Shmuel Peleg per sequestro di persona e l'avvio di una guerra familiare per l'affido del bambino, con il rischio di un'escalation diplomatica fra Italia e Israele[31][32]. Dopo un'indagine internazionale avviata fra i tribunali italiano, elvetico e israeliano, è la Corte suprema israeliana alla fine di novembre 2021 a stabilire con la propria sentenza che Eitan debba tornare necessariamente in Italia e vivere con la zia paterna, in quanto, a prescindere dalle origini israeliane della famiglia, il bambino era cresciuto in Italia fino alla tragedia del Mottarone[33][34]. In ottemperanza alla sentenza, il 3 dicembre 2021, Eitan fa ritorno in Italia accompagnato dalla zia paterna Aya[35]. Il 26 febbraio 2024 il tribunale di Verbania ha riconosciuto un risarcimento di 3 milioni di euro a Eitan Biran, il bambino di 9 anni unico sopravvissuto all’incidente alla funivia del Mottarone. Con l’accordo fra i legali di Biran, Leitner e Ferrovie del Mottarone, la società che aveva in gestione l’impianto, si è chiusa la parte dei processi che riguarda i risarcimenti spettanti alle vittime.[36] Note
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