Questa voce raccoglie le informazioni riguardanti la Juventus Football Club nelle competizioni ufficiali della stagione 2002-2003.
Stagione
Acquisita la proprietà dello stadio delle Alpi[3][4] dopo un accordo con la municipalità torinese[5] e abbandonata quindi l'idea di lasciare la città[6], nell'estate 2002 la Juventus rinforzò inizialmente l'organico col solo Camoranesi[7]: proveniente dal retrocesso Hellas Verona, l'oriundo argentino — chiamato peraltro in azzurro da Giovanni Trapattoni nel corso della stagione —[8] sostituiva un lungodegente Zambrotta.[9][10] In chiusura del mercato estivo fu poi tesserato dal Parma, avversario battuto nella Supercoppa nazionale[11], l'attaccante Marco Di Vaio[12]; a dettare la necessità di una punta era l'infortunio occorso a Trezeguet nel precampionato.[13][14]
Il 15 settembre, in avvio di campionato, la Juventus sconfisse per 3-0 l'Atalanta[15] e dopo aver vinto la seconda gara,[16] la Juventus colse un pareggio nel derby d'Italia del 19 ottobre 2002[17]. Pur non perdendo mai nei primi 12 turni e vincendo partite di cartello come la classica contro il Milan[18] e la stracittadina in trasferta contro il Torino[19][20], la Juventus faticò e riportò comunque cinque pari[21][22]. Nel frattempo, nella prima fase in Champions League, i bianconeri riuscirono a qualificarsi, maturando una sola sconfitta a Newcastle[23]: un risultato destinato a non incidere sulla qualificazione[24], per via dei punti ottenuti contro Feyenoord e Dinamo Kiev.[25] La vittoria a Kiev, nell'ultima giornata del girone, riportò i bianconeri a vincere una trasferta di Champions dopo quattro anni e sempre nella capitale ucraina.[26] Nelle settimane successive al passaggio della prima fase, la Juventus partecipò alla seconda fase a gruppi della Champions League.[27] Nel frattempo però i bianconeri persero il primato in campionato in favore delle milanesi a causa delle battute d'arresto con Brescia[28] e Lazio[29]. Dopo aver espugnato il campo di Perugia,[30] il girone di andata del campionato terminò con due goleade: il 5-0 alla Reggina[31] e il 4-1 sul campo del Chievo, in un incontro segnato dalla nebbia e dalla concessione di ben tre calci di rigore.[32] Abbandonato nel frattempo il vecchio stadio Comunale[33], nel gennaio 2003 la Juventus trasferì la sede dei suoi allenamenti al centro Sisport di via Guala[34].
In Coppa Italia, una doppia sconfitta contro il Perugia costò ai bianconeri l'eliminazione dalla competizione[35], alla vigilia della scomparsa (avvenuta il 24 gennaio 2003) dello storico e ottantunenne patronGianni Agnelli[36]: alla sua memoria il capitano dedicò un gol, tra i più belli della carriera[37][38], realizzato al Piacenza la domenica seguente.[39] Compiuto frattanto l'aggancio alla capolista Inter nel mese di febbraio[40], i piemontesi venivano sconfitti dal Manchester United in entrambe le occasioni rischiando di compromettere il passaggio del turno in Europa[41][42]. Il 2 marzo 2003 gli uomini di Marcello Lippi ospitarono l'Inter al Delle Alpi, conseguendo un successo che portò i bianconeri al primato in solitaria[43]. Dopo la vittoria sui nerazzurri in campionato, in Europa fu ottenuto l'accesso ai quarti di finale.[44][45] Dopo la qualificazione in Champions, la formazione sabauda perse col Milan senza tuttavia risentirne in termini di classifica[46]. Nel mese di aprile, la vittoria per 2-0 nella stracittadina casalinga lanciò lo sprint finale per lo scudetto,[47][48] prima dell'impegno casalingo in coppa contro il Barcellona pareggiato 1-1[49]. Al Camp Nou, i bianconeri passarono il turno vincendo 2-1 ai tempi supplementari[50]. Posta nel frattempo un'ipoteca sempre più concreta sullo Scudetto[51], i campioni d'Italia affrontarono in semifinale il Real Madrid uscendo battuti con minimo scarto nella partita d'andata[52]: il punto matematico per la conquista del tricolore venne ottenuto impattando coi Grifoni[53][54], mentre a sovvertire il passivo nei confronti degli iberici concorse un 3-1 a Torino nel retour match.[55][56] Attesa nella finalissima dell'Old Trafford dai rossoneri di Carlo Ancelotti[57][58], la squadra riportò nelle giornate conclusive una disfatta a Reggio Calabria — vittoria utile agli amaranto per guadagnare lo spareggio —[59] e un'affermazione sul Chievo che costò agli scaligeri la zona Uefa[60]: priva dello squalificato Nedvěd[61], la Juventus si arrese tuttavia ai meneghini dal dischetto — nell'unico atto conclusivo svoltosi tra compagini italiane —[62] decretando il record negativo della terza finale persa per Lippi dopo quelle del 1997 e 1998.[63]
Divise e sponsor
Lo sponsor tecnico della stagione è Lotto, mentre gli sponsor ufficiali sono Fastweb in campionato e Tamoil nelle coppe.[64]
Casa
Trasferta
La prima divisa, pur presentando la classica palatura bianconera, vede questa inserita in un invasivo template che rompe nettamente con la tradizione juventina,[65] causa la presenza di numerosi inserti neri a loro volta delimitati da piping bianchi – i quali andavano a richiamare il layout dell'allora stemma societario –; per la prima volta nella storia del club, lo Scudetto è posizionato su lato destro del petto.[65] La maglia casalinga è abbinata a pantaloncini e calzettoni pure neri. La seconda divisa è interamente bianca,[65] solo con piping neri a rifinire l'insieme.
^Stagione 2001-2002: 105º anno dalla fondazione (PDF), Juventus Football Club S.p.A., 28 ottobre 2002, p. 25. URL consultato il 6 giugno 2019 (archiviato dall'url originale il 7 giugno 2019).
^Gara inizialmente programmata per il 31 agosto 2002, ore 20:30 CEST; cfr. Guglielmo Buccheri, Fatti i calendari, Galliani parte all'attacco delle tv, in La Stampa, 2 agosto 2002, p. 32. URL consultato il 7 novembre 2020. L'intera giornata di campionato, prevista per il 31 agosto-1º settembre 2002, fu rinviata per il mancato accordo sui diritti televisivi; cfr. Giulia Zonca, Il calcio si ferma e invoca lo stato di crisi, in La Stampa, 21 agosto 2002, p. 3. URL consultato il 7 novembre 2020.
^Gara disputata a Piacenza anziché allo stadio Giuseppe Sinigaglia di Como per la squalifica di quattro turni inflitta alla società lariana in seguito al lancio di oggetti dagli spalti in occasione di Como-Udinese del 18 dicembre 2002; cfr. Comunicato ufficiale n. 183 del 20 dicembre 2002 (PDF), su legaseriea.it, 20 dicembre 2002. URL consultato il 22 febbraio 2021 (archiviato dall'url originale il 23 maggio 2022).