Questa voce raccoglie le informazioni riguardanti la Juventus Football Club nelle competizioni ufficiali della stagione 1977-1978.
Stagione
La Juventus, reduce dal campionato vinto al fotofinish alla quota-record di 51 punti nella stagione precedente oltreché dalla prima affermazione confederale in Coppa UEFA, riconfermò in blocco la rosa artefice del double con l'innesto di giovani promesse quali il centrocampista Vinicio Verza, la mezzapunta Pierino Fanna e, al termine di una difficile ed estenuante trattativa[3][4] nonché di un primo diniego «che fece storia e leggenda»[5] – e che a posteriori lo condizionerà negativamente, in particolar modo circa l'aspetto ambientale, nella sua prima esperienza sotto la Mole[3][4] –, il centravanti Pietro Paolo Virdis.
Il titolo venne nuovamente vinto, stavolta con 44 punti, al termine di un campionato non certo esaltante e combattuto come quello precedente. La squadra bianconera, superato un inizio incerto in cui arrivò l'unico inciampo stagionale, il 2 ottobre 1977 sul terreno della Lazio,[6] da qui in avanti prese il comando e non faticò molto a tenere a bada le inseguitrici;[7] tra queste, oltre al riconfermatosi Torino, anche il neopromosso e sorprendente L.R. Vicenza di Giovan Battista Fabbri e dell'ex juventino Paolo Rossi.[8] Il 18º scudetto nonché 5º del decennio per quella che era ormai appellata come la Signora Omicidi[9] arrivò con una giornata di anticipo, grazie all'1-1 dell'Olimpico contro la Roma.[10]
Emerse più di tutti Antonio Cabrini, futura bandiera bianconera e all'epoca ancora promettente terzino, il quale, alla sua seconda stagione torinese, seppe definitivamente conquistarsi una maglia da titolare nell'arco di un campionato[11] di cui fu l'assoluta «rivelazione»,[12] finanche a ottenere in extremis la chiamata in nazionale per l'imminente mundial in Argentina.[13]
In Coppa dei Campioni gli uomini di Giovanni Trapattoni furono autori di un buon cammino conclusosi in semifinale: dopo avere facilmente eliminato nei primi turni i ciprioti dell'Omonia e i nordirlandesi del Glentoran e superato nei quarti di finale solo ai tiri di rigore i blasonati olandesi dell'Ajax, i piemontesi si arresero a un passo dall'atto finale dinanzi al sorprendente Club Bruges, soccombendo ai tempi supplementari nel retour match in terra belga.[14]
Nella Coppa Italia, in precampionato la Juventus aveva primeggiato nel proprio girone di qualificazione, regolando facilmente il Verona oltreché i cadetti di Brescia, Cesena e Sambenedettese; un simile cammino non si ripeté a fine torneo quando, in occasione del decisivo secondo turno per l'accesso alla finale, e privata di quasi tutti i suoi titolari nel frattempo impegnati in maglia azzurra al campionato del mondo 1978 – il capitano Zoff, i difensori Cabrini, Gentile e Scirea, i centrocampisti Benetti, Causio e Tardelli, il jolly Cuccureddu e il centravanti Bettega, ovvero il cosiddetto Blocco-Juve su cui il selezionatore Enzo Bearzot costruì la competitiva nazionale italiana del quadriennio 1978-1982[13][15][16][17][18] –, una squadra torinese imbottita di seconde linee ed elementi delle giovanili chiuse al terzo posto un girone comprendente Milan, Napoli e Taranto.