Rinforzatasi con gli acquisti di Sergio Porrini[5] e Andrea Fortunato[6] in difesa, nonché del futuro SoldatinoAngelo Di Livio[7] a centrocampo, la Juventus contese, assieme a Parma e Sampdoria, lo scudetto ai campioni in carica del Milan. In campionato i bianconeri ebbero un buon avvio tanto da issarsi in vetta il 31 ottobre 1993 assieme ai blucerchiati[8] – con Roberto Baggio che, grazie alla tripletta nel 4-0 interno al Genoa, raggiunse quota 100 gol in Serie A –,[9] ma da lì in avanti i rossoneri presero il largo rintuzzando gli attacchi della coppia Juve-Samp, che resse sino alla metà di marzo prima di abdicare;[10] a fine torneo i piemontesi sopravanzarono i liguri chiudendo al secondo posto della graduatoria,[11] a tre punti da un Milan comunque con due giornate di anticipo, e per la terza volta consecutiva, campione d'Italia.
L'esito del campionato rispettò l'altalenante – se non deludente, a fronte degli intenti della vigilia[4] – annata juventina, a causa di «un gruppo di calciatori sbandati, un allenatore in congedo, una società che non esiste»:[4] oltre al mancato raggiungimento di allori sportivi, infatti, lo spogliatoio si ritrovò anche distratto dall'irrompere del riassetto ai vertici d'inizio 1994, col prossimo insediamento di Umberto Agnelli che nel frattempo sfociò nel ritorno in società della bandieraRoberto Bettega, inizialmente affiancato allo storico dirigente Giampiero Boniperti[12] ma già dopo poche settimane chiamato a raccogliere i «pieni poteri»[13] del club.[14]
In questo clima da redde rationem tra vecchia e nuova gestione,[13] gli uomini di Giovanni Trapattoni fallirono l'appuntamento con la fase decisiva della stagione: più di tutti fu cocente l'epilogo del cammino in Coppa UEFA dove la Juventus, detentrice del trofeo, venne estromessa ai quarti di finale dai meno quotati connazionali del Cagliari,[15] poi sorprendenti semifinalisti dell'edizione; un'eliminazione che, cosa rara nella storia bianconera, provocò una pesante contestazione da parte della tifoseria, financo ad aggressioni fisiche verso i giocatori.[4] Ben più effimera ma similmente deludente si rivelò anche la partecipazione alla Coppa Italia, da cui i bianconeri erano stati eliminati già in ottobre, cadendo abbastanza inaspettatamente al secondo turno contro i cadetti del Venezia.[16]
Sul piano personale Roberto Baggio si confermò migliore goleador stagionale della Juventus, con 17 reti in Serie A che gli valsero il terzo posto nella classifica marcatori (in coabitazione col granata Silenzi), dietro al parmense Zola e al capocannoniere, il laziale Signori. Le prestazioni offerte a livello internazionale dal capitano bianconero nel corso dell'anno solare gli valsero, sul finire del 1993, l'assegnazione dei due massimi riconoscimenti individuali dell'epoca, il Pallone d'oro di France Football[17] (svettando in una classifica che vide, in undicesima posizione, anche l'altro juventino Möller[18]) e il World Player of the Year della FIFA.[19]
In quest'annata iniziò inoltre a mettersi in mostra un giovane astro nascente, il diciottenne Alessandro Del Piero, promettente attaccante arrivato a Torino in estate[6] e impegnato nella spola tra la formazione giovanile di Antonello Cuccureddu[20] – con cui conquisterà Torneo di Viareggio[21] e Campionato Primavera[22] – e la prima squadra del Trap:[20] colui che diverrà la bandiera juventina dei due decenni successivi realizzò il 19 settembre 1993, una settimana dopo l'esordio assoluto in maglia bianconera,[23] la prima delle sue future 290 reti all'ombra della Mole, siglando il definitivo 4-0 interno alla Reggiana.[24]
La stagione chiuse di fatto un'epoca nella storia della Juventus. Coi nomi dell'emergente tecnico Marcello Lippi[14] e dei dirigenti Luciano Moggi e Antonio Giraudo che già iniziavano a circolare nell'ambiente,[13] a fine campionato Trapattoni lasciò la squadra che aveva allenato a periodi alterni per tredici anni (1976-1986 e 1991-1994), accettando la corte del Bayern Monaco, mentre ben più rumore fecero le dimissioni di Boniperti dalla società che l'aveva visto alla testa per oltre vent'anni, dapprima come presidente (1971-1990) e poi come amministratore delegato (1991-1994).[25]
Divise e sponsor
Il fornitore tecnico per la stagione 1993-1994 fu Kappa, mentre lo sponsor ufficiale fu Danone.
^Partita giocata a Bologna per la squalifica dello stadio delle Alpi di Torino in seguito al ritardo di 6 minuti nell'avvio del secondo tempo di Juventus-Borussia Dortmund 3-0 del 19 maggio 1993 (finale di ritorno della Coppa UEFA 1992-1993); cfr. Col Lokomotiv a Bologna, in La Stampa, 13 agosto 1993, p. 29. URL consultato il 15 settembre 2020.