Questa voce raccoglie le informazioni riguardanti la Juventus Football Club nelle competizioni ufficiali della stagione 1997-1998.
Stagione
«Non ricorderemo questo campionato come il più limpido (in testa è successo di tutto, in coda sta succedendo di peggio), e questo scudetto come il più smagliante. Questione di gusti. Nei momenti topici, la Juventus ha goduto di generose sviste arbitrali. [...] Riconoscerlo non significa sminuire i meriti, ma rispettare la realtà, gli avversari, i tifosi (quelli veri). [...] La Juventus è un colpo di forbice, un taglio netto e profondo sulla pelle del tifo. O con lei o contro di lei. Solleva passioni, alleva rancori, semina invidie: che, non di rado, sono un tributo al merito. Per quanto possa essere stata spinta, l'energia e gli stimoli li ha sempre prodotti e moltiplicati dall'interno. Protagonista in Italia e in Europa. Da quattro anni è così. Troppi, per buttare tutto in congiure e porcherie.»
Il calciomercato juventino dell'estate 1997 si concentrò soprattutto sul reparto avanzato, con le cessioni dell'altalenante Bokšić[5] e del giovane Vieri, quest'ultimo sacrificato dinanzi a un'irrinunciabile offerta economica; svestirono il bianconero anche due protagonisti del precedente e vittorioso biennio di campagne europee, Jugović e Porrini. Il maggiore acquisto della sessione fu rappresentato dal fresco capocannoniere della Serie A, l'emergente Filippo Inzaghi, chiamato a diventare il nuovo partner d'attacco di Del Piero;[6] a rimpolpare il comparto offensivo arrivò anche l'uruguaiano Fonseca, mentre l'undici base vide altresì l'innesto del terzino Birindelli.
La stagione si aprì con la vittoria della Supercoppa di Lega, la seconda nella storia del club, superando agevolmente al Delle Alpi il Vicenza (3-0) grazie alla doppetta di Inzaghi e alla rete finale del capitano Conte[4] – quest'ultimo tornato a pieno regime dopo il grave infortunio che l'aveva tenuto lontano dai campi per quasi tutta la precedente annata.[7] In campionato, fin dalle prime giornate, soprattutto a causa di un passo falso a Marassi contro la Sampdoria,[8] la Juventus si ritrovò a dover inseguire l'Inter.[9]
Sul fronte della Champions League gli uomini di Marcello Lippi, finalisti uscenti, trovarono qualche inatteso ostacolo nella fase a gironi:[11][12] chiusero infatti il proprio raggruppamento, composto dagli inglesi del Manchester Utd, dagli olandesi del Feyenoord e dalla matricola slovacca del Košice, alle spalle dei primeggianti mancuniani, ottenendo l'accesso alla fase a eliminazione diretta solo per ripescaggio tra le migliori seconde. Frattanto in Serie A, alla 14ª giornata la formazione venne sconfitta per 1-0 dai nerazzurri nel derby d'Italia a San Siro: ciò non pregiudicò la rincorsa dei bianconeri, che anche a causa di una successiva frenata interista sopravanzarono i rivali facendo loro il simbolico titolo d'inverno.[13][14]
In questa prima parte di stagione la squadra aveva tuttavia palesato qualche sbandamento di troppo, in particolar modo a centrocampo, sicché il mercato di riparazione portò a Torino l'olandese Davids, strappato ai rivali del Milan[15] con un'operazione che sarà la chiave di volta dell'annata: frettolosamente etichettato come «mela marcia» dallo spogliatoio rossonero,[16] al contrario a Torino il Pitbull diventò subito imprescindibile per le dinamiche del gioco bianconero, divenendo un pilastro di Madama per gli anni a venire.[10] L'autunno piemontese accolse anche il giovane uruguaiano Zalayeta,[17] promettente attaccante e valido rincalzo.
Nel girone di ritorno i torinesi controllarono il tentativo di rimonta dei milanesi, che pure infilarono 6 vittorie consecutive. Nel frattempo dovettero però rinunciare alla Coppa Italia dove, dopo aver eliminato nei turni precedenti Brescello, Lecce e Fiorentina, caddero in semifinale contro la Lazio poi vincitrice dell'edizione.[18] Intanto nella fase ad eliminazione diretta di Champions League la Juventus, dopo aver superato ai quarti di finale gli ucraini della Dinamo Kiev (1-1 a Torino e 4-1 a Kiev)[19] e in semifinale i monegaschi del Monaco (4-1 a Torino e ininfluente sconfitta 3-2 nel Principato),[20] approdò per la terza stagione consecutiva in finale.
In Serie A il duello-scudetto si decise negli ultimi turni, con l'Inter ulteriormente distanziata per effetto del kappaò nello scontro diretto del 26 aprile 1998 al Delle Alpi.[21] Il 3-2 interno contro il Bologna, il successivo 10 maggio, assicurò ai bianconeri il 25º tricolore con un turno di anticipo;[22] la tripletta della vittoria fu siglata da Inzaghi, a segno per 27 volte nell'intera stagione.[23] Infine, l'annata in Champions League si concluse con la sconfitta per 1-0 nella finale di Amsterdam contro il Real Madrid – sebbene sul decisivo gol di Predrag Mijatović rimase l'ombra di un presunto fuorigioco, fatto che alimentò numerose polemiche anche negli anni a venire.[24]
Divise e sponsor
Lo sponsor tecnico per la stagione 1997-1998 fu Kappa, mentre lo sponsor ufficiale fu Sony MiniDisc.
Nell'anno del suo centenario la Juventus andò in controtendenza rispetto alla tradizione calcistica, proponendo una prima divisa che anziché strizzare l'occhio al passato segnò un «taglio netto» con esso,[26] dividendo i suoi tifosi tra entusiasti e detrattori:[27] la maglia, ammantata di motivi «tondeggianti» in particolar modo su spalle e schiena, vide una drastica diminuzione del numero dei pali – e il conseguente aumento a dismisura della loro larghezza –, nonché il sopravvento del nero sul bianco per quanto concerne la ripartizione delle tinte sociali;[26] cosa ancor più evidente su pantaloncini e calzettoni, entrambi scuri.[26] Ancora in contrasto con la tradizione, inoltre, lo stemma e le stelle vennero trasferiti dal petto alla manica sinistra.[26]
Per la seconda divisa venne pressoché confermato il template introdotto nella stagione precedente,[26] un completo blu con «stellone» bordate di bianco su spalle e pantaloncini, e bande gialle a correre lungo braccia e gambe;[28] uniche novità furono un differente colletto e, anche qui, il succitato dirottamento di stemma e stelle sulla manica sinistra.[26]
I cento anni della squadra vennero celebrati da una speciale divisa ad hoc che ricalcava quella del 1897, ovvero una maglia rosa – qui arricchita da colletto e piping neri – abbinata a pantaloncini e calzettoni neri;[29] a differenza delle prime due uniformi stagionali, e a rimarcare l'intento commemorativo, questa casacca non mostrava l'allora stemma juventino bensì il logo Juvecentus creato per l'anniversario, posizionato nello scollo.[29] Tale divisa venne approntata unicamente[27] per la Coppa del Centenario - Trofeo Repubblica di San Marino giocato il 3 agosto 1997 a Cesena contro il Newcastle Utd.[25]
^ Davide Piacenza, Pitbull, su rivistaundici.com, 14 marzo 2015.
^ Carlo Nesti, Juve: presentati i cuccioli, su www2.raisport.rai.it, 18 novembre 1997. URL consultato il 2 giugno 2018 (archiviato dall'url originale il 30 maggio 2018).
^Le fonti divergono sull'effettiva validità o meno della rete: mentre le testimonianze italiane sono generalmente concordi sul fatto che Mijatović fosse in netta posizione irregolare, cfr. Andrea Schianchi, Dalla mano de Dios a Corea-Spagna. Se la moviola riscrive la storia, su gazzetta.it, 6 marzo 2016., una parte di quelle spagnole afferma che l'attaccante dei Blancos fosse tenuto in gioco dal difensore juventino Gianluca Pessotto, cfr. (ES) Juanma Trueba, "No fue fuera de juego", su futbol.as.com, 13 maggio 2006.