Novate Milanese
Novate Milanese ([17] AFI: [nu'a:][18] in dialetto milanese) è un comune italiano della Lombardia. Si colloca nella città metropolitana di Milano, situato a nord-nord-ovest rispetto al capoluogo metropolitano, con il quale è confinante.[13][19] , NovaaIl comune, la cui prima risultanza storica risale all'877, ha a lungo assunto la qualificazione di piccola località rurale inserita nel contesto agricolo della periferia milanese, facendo parte dapprima del contado della Martesana, poi del contado di Milano e del feudo di Desio, costituendo in seguito un feudo autonomo insieme a Roserio, fino a confluire nella Repubblica Cisalpina. Legato ad un trascorso agricolo, nel corso del Novecento il comune affronta un profondo sviluppo urbanistico ed economico, con l'espansione dell'abitato oltre i confini del centro storico e con l'avvento di nuove realtà economiche industriali e commerciali, registrando al contempo un rapido incremento demografico, anche dovuto ai fenomeni migratori interni all'Italia nel secondo dopoguerra, consolidandosi come realtà cittadina dell'area metropolitana milanese. Il comune è stato insignito del titolo di città dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi nel gennaio 2004. Geografia fisicaTerritorioIl territorio novatese è interamente pianeggiante, con un'altitudine di 146,76 m s.l.m.,[2] con un dislivello massimo di 10 metri, dato da un'altitudine minima di 140 m s.l.m. nella porzione meridionale della città e un'altitudine massima di 150 m s.l.m. nella porzione settentrionale.[13] Sul territorio di Novate Milanese e, in parte, di Cormano è presente il parco sovracomunale della Balossa, istituito nel 2006:[20] una vasta area agricola pianeggiante che conta un'estensione di circa 150 ha.[21] Il parco è limitato a nord dal tracciato dell'autostrada A52, che ricalca quello della precedente strada provinciale 46 Rho-Monza, a sud è delimitato parzialmente dal tracciato dell'autostrada A4 e parzialmente dai fabbricati industriali siti tra i comuni di Novate Milanese e Cormano, a ovest dai fabbricati urbani di Novate Milanese e a est dalla strada provinciale 44, la quale lo separa dai fabbricati siti nel comune di Cormano.[20][21] Dal dicembre 2015, il parco è formalmente accorpato al parco Nord Milano.[22] GeologiaLa geologia generale del territorio comunale di Novate Milanese è caratterizzata da una facies superficiale di depositi fluvio-glaciali quaternari, riferibili al tardo rissiano-wurmiano, che vanno a costituire i litotipi principali della pianura dove sorge il comune.[23] L'individuazione delle tipologie rocciose che compongono il suolo novatese è resa tuttavia particolarmente difficoltosa dalla ampia urbanizzazione che il territorio ha subito, specialmente a partire dal Novecento,[24] comportando un sostanziale mutamento da ambito prevalentemente agricolo ad ambito densamente urbanizzato.[23] In particolare, la litologia del territorio comunale è rappresentata da ghiaie ben gradate con intercalazioni sabbiose.[23] Nel complesso, inoltre, la geologia territoriale del comune non ha presentato particolari fenomeni geodinamici e non versa in condizioni di criticità.[23][25] Per quanto concerne l'aspetto geomorfologico, la conformazione del territorio è stata determinata e ha risentito dei processi di origine fluvio-glaciale che ne hanno modellato l'aspetto, originando depositi alluvionali suborizzontali, con debole immersione da nord verso sud (inferiore al 4‰) e con relative formazioni di terrazzi alluvionali quaternari.[23] Il progressivo insediamento antropico ha modificato in maniera significativa i terreni superficiali, specialmente determinando un'estesa distribuzione di terreni impermeabilizzati.[23] In generale, i litotipi ghiaiosi-sabbiosi dei comuni della città metropolitana di Milano passano a granulometrie più fini andando da nord verso sud. In tali terreni si registra la presenza di falde libere, intercalate a litotipi argillosi e, talora, litotipi permeabili.[23] I suoli moderatamente profondi, su substrati ghiaiosi, appaiono caratterizzati da scheletro scarso, tessitura media, reazione subacida o neutra, saturazione medio-alta, drenaggio medio-buono e il materiale ciottoloso non appare calcareo.[23] Si distinguono poi suoli molto profondi su substrato ghiaioso-ciottoloso calcareo, caratterizzati da scheletro frequente in superficie e abbondante in profondità, tessitura media, maggiormente grossolana con l'aumentare della profondità e drenaggio buono.[23] Per quanto concerne il profilo pedologico, si distinguono la porzione centro-occidentale del territorio novatese che appartiene all'ambito della media pianura idromorfa e la porzione nord-orientale che si classifica invece come alta pianura.[23][26] IdrografiaDal punto di vista idrografico, il reticolo idrico principale del territorio novatese vede la presenza di due torrenti di origine naturale: la Garbogera e il Pudiga[27][28] (anche nelle varianti Pudega[29][30] o Pudica[N 2]); ad essi si aggiunge un reticolo, detto secondario, composto dai fontanili e da canali artificiali.[32][33][34] Il torrente Garbogera si origina a Birago, frazione di Lentate sul Seveso,[35][36] e attraversa il comune di Novate Milanese giungendo da Bollate, in posizione nord occidentale, scorrendo fino a Milano, in posizione sud orientale.[37][38] Per un lungo tratto, il torrente è tombinato a causa delle presenza di edifici soprastanti, con due eccezioni significative: un tratto verso il confine con Milano, indicativamente in prossimità dell'autostrada A4, e un secondo tratto, più a nord, compreso tra via Stelvio e via Monte Grappa,[38] dove il tratto scoperto di Garbogera costeggia il parco comunale Carlo Ghezzi.[34][39] È infine presente una terza porzione di Garbogera a cielo aperto e ciò riguarda il tratto iniziale dove il torrente entra a Novate Milanese: questo tratto, peraltro, è stato così modificato in tempi più recenti rispetto al percorso originale, in maniera tale da consentire il recupero di una vasta area in corrispondenza del vecchio alveo, che è stata destinata ad uso residenziale.[40] Il torrente Pudiga nasce nel Parco delle Groane e scorre da nord-ovest a sud-est, attraversando Novate Milanese per un breve tratto nella porzione sud occidentale del comune, nell'area a confine con Milano, coincidendo per un tratto esattamente con il limite amministrativo dei due comuni.[29] Il torrente prosegue poi in territorio milanese per alcune centinaia di metri, per essere a quel punto tombinato fino a confluire nel tratto dell'Olona di viale Serra.[28] In aggiunta ai torrenti che compongono il reticolo idrico principale, è presente una rete di canali di derivazione del Villoresi, di costruzione artificiale, con massiccia presenza nell'area sud orientale del comune, nonché parzialmente presso il parco della Balossa.[41] Sempre nell'area della Balossa sono presenti alcuni antichi fontanili, in parte abbandonati.[33][34][42] ClimaL'estrema vicinanza con il capoluogo metropolitano rende il clima novatese in buona sostanza assimilabile al clima di Milano, con riferimento ai dati registrati dalla stazione meteorologica di Milano Linate.[43] Con la vicina Milano, Novate Milanese ha condiviso anche eventi meteorologici di portata eccezionale comuni all'area del milanese, come la nevicata del 1985.[44] Dal punto di vista degli eventi climatici, Novate Milanese è inserita dalla regione nella zona omogenea idro-meteo IM-09 (area denominata "Nodo idraulico di Milano" e comprendente la fascia pedemontana occidentale e l'area metropolitana milanese ove si articola il reticolo dell'Olona, del Seveso e del Lambro), nella zona omogenea neve NV-11 (corrispondente alla pianura milanese) e nella zona omogenea incendi boschivi IB-14 (comprendente i parchi regionali Valle del Ticino, Agricolo Sud Milano, Nord Milano e Adda Nord).[45][46] Comunemente agli altri comuni della città metropolitana di Milano, Novate Milanese non è soggetta al rischio di valanghe.[45][46] Novate Milanese, al pari degli altri comuni toccati dal Parco Nord Milano, è interessata nel periodo tra dicembre e maggio da episodi di Föhn, vento secco e caldo proveniente dai rilievi alpini, che raggiunge il suo apice d'intensità nel mese di marzo.[47] La massiccia presenza di rilievi montuosi che attorniano Novate e, più generalmente, tutto il milanese, fanno sì che l'atmosfera abbia una scarsa capacità dispersiva, comportando l'accumulo degli inquinanti atmosferici.[47] Tale caratteristica orografia favorisce inoltre l'insorgere di perturbazioni di origine atlantica.[47] Con riferimento ai dati ufficiali del trentennio 1971-2000, i picchi di temperatura si sono registrati nel massimo a 37,2 °C (1983) e −14,4 °C (1985) nel minimo. Il mese più caldo è risultato essere quello di luglio, mentre il più freddo quello di gennaio.[48] Il clima è nel complesso caratterizzato da inverni rigidi ed estati calde.[47] Nel trentennio preso in esame, l'umidità relativa è rimasta compresa tra minimi del 70% e massimi dell'84%, con valori più elevati nelle stagioni autunnale e invernale. I giorni medi di pioggia sono risultati essere 82 l'anno, con precipitazioni quantificate complessivamente in 920 millimetri di pioggia,[48] concentrate prevalentemente in primavera e autunno.[47]
Origini del nomeIl toponimo "Novate", secondo alcuni,[2][49][50] trarrebbe origine dal latino novatum, equivalente dell'odierno novale[51][52] termine usato per definire un campo rimesso a coltura dopo un periodo di riposo; secondo altri, invece, il nome deriverebbe dall'antico cognomen romano Novus.[53][54][55] Sebbene entrambe le teorie abbiano un fondamento storico, con gli studi più recenti si ritiene maggiormente plausibile la prima teoria, anche in considerazione della lunga destinazione rurale delle terre novatesi.[53][56] La specificazione "milanese" è stata introdotta per regio decreto nel 1862, al fine di evitare fraintendimenti con le omonime località lombarde di Novate Mezzola e di Novate Brianza, frazione di Merate.[2][56][57][58] StoriaNovate nel contado della Martesana (877-1385)Il primo, più antico documento che ricorda Novate Milanese è una pergamena datata "Trenno 17 marzo 877", che si trova conservata nell'Archivio dei Canonici della Basilica di Sant'Ambrogio di Milano. Si tratta di un atto notarile, redatto da un certo notaio Dominator, che contiene il verbale della presa di possesso di alcune terre di Novate Milanese, da parte di due sacerdoti della basilica di Sant'Ambrogio, la quale le aveva ricevute in eredità da un certo giudice Averolfo.[60][61] In quel tempo, Novate, dal punto di vista religioso, faceva parte della cosiddetta pieve di Bollate. Le pievi sorsero in Lombardia verso la metà del V secolo, come le prime circoscrizioni territoriali religiose dell'antichità; circoscrizioni che, di norma, si identificavano e si sovrapponevano a preesistenti distretti territoriali, celtici o romani, di natura politica o amministrativa.[60][61] Dal punto di vista politico, Novate faceva invece parte del contado della Martesana, il quale era una vera e propria circoscrizione territoriale di natura politico-amministrativa, in cui venivano ripartite tutte le terre agricole che in quel tempo attorniavano la città di Milano. In particolare il contado della Martesana comprendeva la quasi totalità delle terre situate fra Milano ed il lago di Como.[60][61] Pur dipendendo politicamente dal contado della Martesana, Novate, seppur molto indirettamente, aveva peraltro certamente risentito delle movimentate vicende politiche che si maturavano nella vicina città, assoggettata nel tempo ai conti Carolingi (840), al governo del conte associato all'arcivescovo (964), al governo comunale (1065), alla signoria dei Della Torre (1240), ed a quella dei Visconti (1277).[60][61] Peraltro, in numerosi documenti notarili del X e XI secolo, Novate era costantemente denominata come un vicus, ossia come un borgo agricolo periferico, che si contrapponeva al pagus, ossia al centro urbano di Bollate che stava a capo della pieve.[60][61] Risalgono proprio a questo lungo periodo storico due dati particolarmente rilevanti per la storia di Novate: in un atto notarile redatto a Novate nell'aprile dell'anno 1042[19][62] risulta contenuta la prima, più antica testimonianza dell'esistenza in quel periodo di una chiesa dedicata a san Protasio,[N 1] che costituisce il primo ricordo della chiesa parrocchiale di Novate. Novate nel contado di Milano (1385-1476)Nel 1385, in forza di un decreto di Giangaleazzo Visconti, Signore di Milano, la pieve di Bollate, ivi compresa la terra di Novate, venne scorporata dal contado della Martesana e aggregata al contado di Milano: contado che comprendeva tutte le terre della campagna lombarda che circondavano la città, fino a circa 10 miglia da questa.[64][65] Più intimamente collegata, in tal maniera, al contesto politico di questa città, Novate ne aveva quindi seguito tutte le movimentate vicende politiche: dall'estinzione della signoria viscontea nel 1447, alla breve parentesi della repubblica ambrosiana, fino alla instaurazione, nel 1450, della nuova signoria degli Sforza.[64][65] Cominciarono intanto a farsi conoscere, in diversi documenti, sia pubblici che privati, i nomi di alcuni personaggi della famiglia da Novate; fra questi si ricordano Vincenzo da Novate, ingegnere e consulente del Consiglio dei XII di Provvisione nel 1391 e Antonio da Novate, ingegnere del comune di Milano nel 1450.[64][65] Fra tutti questi personaggi, il più importante risulta senz'altro essere Bertola da Novate, valente ingegnere idraulico che, specializzatosi nella progettazione e nella costruzione di canali e navigli, lavorò a diverse opere pubbliche in campo idraulico, su incarico di Francesco Sforza e Filippo Maria Visconti.[64][65][66][67] Nel 1461, per spontanea iniziativa di un gruppo di pii novatesi, sorse il primo nucleo di quella che sarebbe poi diventata la Scuola, o meglio la Confraternita, della Natività della Vergine Maria:[68] una numerosa e attiva confraternita, proprietaria di diverse terre della zona, la cui attività durò ininterrottamente fin verso la fine del XVIII secolo, quando tutte le confraternite religiose furono sciolte per decreto del governo imperiale austriaco.[64][65] Novate nel feudo di Desio (1476-1674)Il 1476 costituisce un anno particolarmente importante per la storia di Novate. Infatti, in forza di un decreto del 13 giugno 1476, il duca di Milano Galeazzo Maria Sforza stralciò, da quella data, la terra di Novate dal contado di Milano, e, con un certo numero di altre terre circumvicine, la inserì in un feudo da lui appositamente costituito - il feudo di Desio - investendone contestualmente una sua cortigiana: Lucia Marliani. Da questa data, pertanto, la storia di Novate iniziò a divergere da quella del contado di Milano, per seguire definitivamente le sorti del feudo desiano.[71][72] I feudi, a quell'epoca, erano di norma costituiti da un certo numero di terre che il duca conferiva a una persona, o a titolo gratuito, per qualche benemerenza acquisita dall'infeudato nei suoi confronti, o a titolo oneroso, mediante l'esborso di una certa somma di denaro, per ottenerne un utile. Nel caso specifico, le somme venivano versate dal feudatario alla Regia Camera Ducale, la quale costituiva il più elevato organo centrale che amministrava i feudi camerali. L'infeudato, peraltro, al quale era riservato di norma - il diritto di amministrare la giustizia sul suo territorio e di percepire i proventi di alcuni dazi e gabelle, doveva, a sua volta, prestare giuramento di fedeltà al sovrano concedente, impegnandosi a soccorrerlo, anche materialmente, in caso di necessità.[71][72] Alla Marliani succedettero nel 1482 i due figli Galeazzo e Ottaviano Maria Sforza, mentre nel periodo tra il 1500 e il 1520 il feudo desiano (nel mentre divenuto contea) si trovò a periodi alterni nelle mani degli Sforza e dei francesi, guidati da Luigi XII, per essere nel 1520 assegnato al conte Ottaviano Ro e nel 1524 a Galeazzo Ferrario.[71][72] Dopo la morte del Ferrario, la contea passò, nell'ordine, a Vespasiano Roadino (1529), Giacomo Gallarati (1530), Francesco Gallarati (1556), Ludovico Gallarati (1564 circa), Guido Gallarati (1572 circa);[73] alla morte di quest'ultimo, senza eredi maschi, la contea di Desio passò alla Regia Camera Ducale, che il 7 maggio 1580, la rivendette all'asta - per 63 000 lire imperiali - a Giorgio Manrique de Lara, la cui famiglia rimase feudataria per 96 anni.[71][72] Il 19 aprile 1674, il marchese Giovanni Manríquez retrovendette le terre di Novate e di Roserio alla Regia Camera Ducale e Novate venne così definitivamente scorporata dal feudo desiano, del quale aveva seguito le sorti per poco meno di 200 anni.[71][72] Novate, con Roserio, a capo del suo feudo (1674-1800)Lo stesso giorno che le terre di Novate e di Roserio erano state acquistate dalla Regia Camera Ducale, questa le rivendette per la somma di 9 240 lire imperiali a Carlo Pogliaghi.[76][77] In forza di questa vendita, intervenuta il 19 aprile 1674, Novate diventò il centro di un nuovo feudo, di cui faceva parte con la vicina terra di Roserio, sottoposto, forse solo più nominalmente che sostanzialmente, alla famiglia dei marchesi Pogliaghi.[76][77] Pochi anni dopo questa nuova infeudazione, e più esattamente nel 1683, il Luogo Pio Elemosiniero della Misericordia di Milano fece redigere un documento denominato comunemente "cabreo", che conteneva la descrizione di tutte le terre di Novate che in quell'epoca erano di proprietà di questa antica Opera Pia milanese. Questo documento si è rivelato di particolare interesse per la storia novatese in quanto non solo consente di individuare, pur con una certa approssimazione, l'ubicazione di numerose antiche località terriere del comune, il cui nome risulta ormai quasi completamente dimenticato, ma anche di conoscere l'ubicazione dei due antichi mulini di Novate, il percorso dei numerosi fontanili che un tempo solcavano l'abitato della città ed altre interessanti notizie. Pochi anni dopo che il trattato di Rastadt aveva definitivamente sanzionato il passaggio della Lombardia all'Austria (1714), venne realizzato un atto di particolare interesse economico per la storia di Novate: la compilazione, nel 1722, del primo vero e proprio catasto del comune. Quest'ultimo, che dal nome del suo propugnatore, avrebbe poi preso il nome di catasto di Carlo VI, è conservato presso l'Archivio di Stato di Milano. Tale documento si rivela molto rilevante per la storia novatese, in quanto consente di conoscere la forma e la estensione delle diverse proprietà terriere del tempo, con il nome dei loro rispettivi proprietari, nonché di poter studiare dettagliatamente la configurazione topografica del centro urbano di Novate, come si presentava nella prima metà del Settecento.[76][77] Nell'estate del 1731 scoppiò a Novate una breve ma violenta epidemia di vaiolo che colpì prevalentemente gli infanti, per cessare con l'inverno seguente:[78] delle 31 persone decedute in quel periodo, 20 di queste persero la vita proprio a causa del vaiolo.[79] Nell'ambito della guerra di successione polacca, che aveva interessato la vicina Milano (occupata nel 1733 da truppe gallo-sarde), tra il gennaio e l'aprile 1735 vennero combattute nelle terre vicino a Novate una lunga serie di scaramucce fra gallo-sardi e austriaci: scontri che provocarono la morte, sul territorio novatese, di 52 militari sardi facenti parte del reggimento di "Tarantasia".[80] Nel frattempo, nonostante questi avvenimenti guerreschi, la parrocchia di Novate continuava ad essere periodicamente visitata dai suoi arcivescovi.[76][77] Al 1770 risale poi un dato demografico di notevole interesse, derivante dal primo vero e proprio censimento del Comune; l'esito risultò essere il seguente: 970 abitanti, dei quali 494 uomini e 476 donne. Nel 1786 vi fu un altro importante avvenimento cittadino, ossia l'inaugurazione del nuovo cimitero; prima di questa data, i defunti venivano seppelliti o in chiesa o nel piccolo cimitero che anticamente si trovava situato accanto alla chiesa parrocchiale.[76][77] Verso la fine del 1700, e più esattamente fra il 1786 ed il 1793, in ottemperanza ad un decreto del governo austriaco, venne sciolta l'antica e benemerita Confraternita della Natività della Vergine di Novate e i suoi beni vennero venduti all'asta, a favore della Regia Amministrazione Generale del Fondo di Religione, che li aveva in precedenza incamerati.[76][77] Nel frattempo, la lunga storia feudale di Novate stava per giungere al suo epilogo: in forza di una legge del 30 dicembre 1800, il governo francese instauratosi in Lombardia abolì tutti i diritti feudali nella regione. Così Novate, dopo 324 anni, si liberò definitivamente da ogni vincolo di natura feudale.[76][77] Novate fino all'unità d'Italia (1800-1877)Con la fine del regime feudale, la storia di Novate a partire dal 1800 viene praticamente ad identificarsi con quella della Lombardia.[57][58] Risalgono a questo periodo: l'avvento di Napoleone Bonaparte nel 1800, la costituzione della Repubblica Italiana nel 1802, l'incoronazione di Napoleone re d'ltalia nel 1805, ed infine, nel 1814, il Congresso di Vienna, che avrebbe definitivamente decretato il passaggio della Lombardia all'Impero Austriaco.[57][58] Dopo la Seconda guerra d'indipendenza italiana del 1859, Novate e la Lombardia si liberarono definitivamente dall'occupazione austriaca, ed entrarono a far parte del Regno di Sardegna; il 17 marzo 1861, Novate entrò quindi a far parte del nuovo grande Stato unitario, costituito dal Regno d'Italia.[57][58] Dopo l'entrata di Novate nel Regno unitario, un formale cambiamento interessò la città nel 1862, che modificò la propria denominazione in Novate Milanese, in forza del Regio decreto 13 novembre 1862 n. 982, così da evitare fraintendimenti con le omonime località lombarde Novate Mezzola e Novate Brianza.[2][57][58] Novate fino ai due conflitti mondialiA fine Ottocento, Novate si presentava ancora come un piccolo centro agricolo raccolto attorno ad un nucleo di cascine, abitato quasi interamente da contadini. Poiché il territorio era ricco di gelsi, molti installarono in casa le tavole a castelli per i bachi da seta, arrivando addirittura a dormire all'aperto. La generale miseria stimolò, alla fine del XIX secolo, una vivace emigrazione di novatesi verso le Americhe ed in particolare in Argentina. Non tutta la popolazione attiva che decise di restare a Novate riuscì ad essere assorbita dall'agricoltura. Molti figli di contadini cominciarono quindi a recarsi in città in cerca di lavoro impiegandosi soprattutto nei cantieri edili.[86] Nei primi anni del Novecento iniziarono a sorgere le prime industrie, seppure di piccole dimensioni. Nel 1905 iniziò l'attività la fabbrica "storica" della città: la Fratelli Testori che realizzava prodotti tessili per uso industriale. Nel 1910 nacque la Manifattura Testori, che fabbricava stoffe per arredamento. Entrambe erano collocate nel centro del paese. Negli stessi anni nacquero anche le Filature Metti e un saponificio di proprietà della Cooperativa Mutua Provinciale fra Lavandai ("el stabiliment del savuun").[86] Il processo di industrializzazione ebbe come effetto un generale miglioramento delle condizioni di vita. Già nei primissimi anni del Novecento si manifestò a Novate uno spirito di solidarietà "municipale" tra muratori, contadini, operai e anche piccoli borghesi con l'obiettivo di conquistare la direzione della vita pubblica locale. Nel 1905 vinse la lista popolare e il 10 settembre dello stesso anno venne eletto sindaco Marino Vaghi, socialista e presidente della Cooperativa La Benefica.[86] Furono molti i caduti fra i novatesi nel corso della Grande Guerra: tra essi Clemente Bonfanti, sindaco di Novate, caduto nell'ottobre 1916, dopo avere abbandonato la carica nel gennaio dello stesso anno.[86][87] Il risentimento popolare esplose il primo maggio 1917: contro i tentativi di impedire la celebrazione della Festa del Lavoro i novatesi scesero per le strade per protestare contro la guerra. I manifestanti vennero caricati ripetutamente da un reparto di cavalleria dell'esercito. Le dimostrazioni durarono alcuni giorni e si conclusero con decine di arresti. Dopo la fine del primo conflitto mondiale l'abitato di Novate cominciò ad espandersi fuori del perimetro del vecchio centro. Si assistette contemporaneamente all'ampliamento delle industrie esistenti ed all'insediamento di nuove. A questo periodo risalgono la Fargas e la Cucirini. Nel 1927 venne aperta l'officina delle Ferrovie Nord. A Novate la sezione del Fascio nacque dopo la marcia su Roma del 1922, data alla quale sopravviveva ancora una giunta di sinistra. Il Circolo Sempre Avanti (costituito nel 1905) venne devastato nel corso del 1924 e riaperto due anni più tardi come Circolo del Partito Fascista. L'avvento del Fascismo portò all'arresto di un gran numero di cittadini novatesi.[86] È nel 1944 che il movimento di Resistenza si sviluppò a Novate in modo organizzato. I fascisti emanarono il decreto di condanna a morte per i renitenti alla leva che non si fossero presentati entro l'8 marzo seguente. Vi fu un proliferare di iniziative. Nacquero i distaccamenti locali della 107ª, della 111ª, della 127ª brigata Garibaldi, della 62ª brigata Matteotti e si gettarono le basi di quello che fu il distaccamento della brigata SAP del Fronte della Gioventù. Molti partigiani persero la vita. Sotto la direzione del CLN, i gruppi partigiani arrivarono a controllare tutta Novate: quando, dopo alcuni giorni, attorno al 30 aprile, giunsero a Novate i primi nuclei di soldati alleati, trovarono un paese perfettamente organizzato e che aveva già saputo darsi nuove strutture democratiche. Si attese il ritorno a casa di prigionieri e internati: a Novate se ne aspettavano 38. Fra caduti e dispersi, Novate perse complessivamente 70 cittadini.[86] Novate dopo il secondo conflitto mondialeIl "Sindaco della Liberazione" (così è stato chiamato per molti anni) fu Carlo Ghezzi, direttore della Previdente. Anche a Novate questi furono gli anni della ricostruzione che, anche a seguito dell'aumento demografico e dell'emergere di nuove necessità, implicarono necessariamente l'adeguamento di diverse infrastrutture, tra cui fognature, acquedotto, strade e scuole.[24] Fu questo il periodo in cui a Novate si sviluppò la vivace presenza delle cooperative di ispirazione cattolica: nel 1946 nacquero la Cooperativa del Lavoratore ACLI e il Circolo del Lavoratore ACLI; nel 1948 venne costituita la Cooperativa Edilizia Casa Nostra e, successivamente, all'inizio degli anni Settanta, la Cooperativa Edilizia Novatese, anch'essa legata alle ACLI. Nel frattempo, dopo il primo singolare fenomeno immigratorio dei "cremaschi" negli anni Trenta, a Novate negli anni Cinquanta arrivarono cittadini provenienti da comuni della provincia di Milano e da varie regioni dell'Italia settentrionale e nel decennio successivo si registrò lo spostamento di gruppi più consistenti di immigrati dall'Italia meridionale e da Milano città.[24] Si sviluppò e si trasformò quindi il tessuto urbano; in particolare nel vecchio centro, caratterizzato dalle tipiche corti vennero introdotti alcuni elementi di novità con la realizzazione dei tratti porticati in via Repubblica e dell'articolato complesso del Centro Civico, comprendente la galleria ribassata e la piazza sopraelevata. Negli anni Cinquanta si assistette ad un netto ridimensionamento dell'attività agricola e di contro ad un considerevole aumento delle industrie manifatturiere (meccaniche, tessili, chimiche e derivate) che nel decennio 1951-61 crebbero del 92,83%.[24] Nel 1982 venne approvato dalla Regione Lombardia il nuovo Piano regolatore generale comunale già deliberato dal Consiglio Comunale il 16 novembre 1979; questo, modificato nel corso del tempo da diverse varianti guidò lo sviluppo urbanistico della città che tra le opere pubbliche più rilevanti ha visto la realizzazione del centro polifunzionale Polì, la costruzione di nuovi spazi pubblici e la ristrutturazione di Villa Venino, quale centro culturale e nuova sede della biblioteca novatese.[24] Nel 1985 il comune fu insignito dal presidente dell'Associazione Nazionale Partigiani d'Italia Tino Casali della qualifica di socio onorario, a riconoscimento dei sacrifici e delle gesta eroiche dimostrate nel corso della Resistenza.[88] Negli anni Novanta si ebbe il quadruplicamento della ferrovia Milano-Saronno, completato tra il 1991 e il 1993:[89] l'imponente progetto previde anche la dismissione dell'allora stazione novatese, sostituita da un nuovo edificio, approvato dalla giunta comunale nel 1984, oltre all'eliminazione del passaggio a livello tra la porzione est e la porzione ovest della città, rimpiazzato da più sicuri sottopassi.[90] La precedente stazione cessò definitivamente la sua funzione, per essere in seguito demolita, il 2 luglio 1992.[91] Negli anni 2000 si assistette ad uno sviluppo urbano, con interventi di rilievo nel campo delle strutture sportive[92] e al potenziamento dei collegamenti di trasporto pubblico con Milano, anche grazie all'avvento del servizio ferroviario suburbano[93] e si raggiunse un complessivo assestamento demografico, che segnò la fine di quel rapido aumento che aveva interessato la città dal secondo dopoguerra.[94] SimboliLo stemma e il gonfalone attuali sono stati concessi con DPR del 10 gennaio 1984.[4][95][96]
Stemmi di Novate Milanese L'origine dello stemma è certa: esso ricalca fedelmente[N 4] l'antico stemma dei Da Novate, famiglia originaria di Novate Milanese, nota già dal XIII secolo, il cui stemma risulta miniato a pagina 247 dello Stemmario Trivulziano.[4][96][102] Il primo stemma attribuito al comune risale al 1933,[95] e fu proposto dal cavalier Francesco Forte dell'Archivio di Stato di Milano.[103][104] Tale stemma era blasonato come segue: «D'azzurro, alla catena d'oro, formante un triangolo isoscele e circondante un fascio di spighe di grano al naturale, accompagnato da due trifogli, anche d'oro, posti verso il vertice inferiore del triangolo. Ornamenti esteriori da Comune.» Questo stemma, tuttavia, nasceva sulla base di un errore nella ricerca araldica dei relativi elementi: essi si riferivano non alla famiglia Manríquez, in passato feudataria del comune, quanto piuttosto alla famiglia Mendoza, spagnola, che mai ebbe alcun rapporto con la città.[103][104] Nel 2004, in seguito alla concessione del titolo di città, lo stemma venne aggiornato con i relativi ornamenti.[96][103][104]
«Drappo d'azzurro riccamente ornato di ricami d'oro e caricato dello stemma sopra descritto con la iscrizione centrata in oro: Città di Novate Milanese.» Il gonfalone munito del nuovo stemma avrebbe sfilato pubblicamente lungo le vie novatesi per la prima volta nel corso dell'anniversario della liberazione d'Italia del 25 aprile 1984.[96][103][105] Sempre un drappo d'azzurro era pure il precedente gonfalone del comune, concesso unitamente allo stemma con il Regio Decreto del 26 gennaio 1933.[103]
Al sindaco e al presidente del consiglio comunale sono assegnate due fasce distintive, recanti ciascuna le insegne del comune e della repubblica: la prima, conformemente alla disciplina nazionale è tricolore verde, bianca e rossa;[106] la seconda invece riprende i colori dello stemma con un bicolore rosso-azzurro.[107]
Simboli tradizionalmente rappresentativi della città di Novate Milanese sono le oche e gli asparagi,[108][109] chiaramente legati al passato agricolo del centro abitato,[110] ai quali è dedicata una scultura in piazza della Chiesa.[108][109][111] OnorificenzeMonumenti e luoghi d'interesseArchitetture religiose
La chiesa dei Santi Gervaso e Protaso[N 1] è il più antico edificio religioso della città, con prime notizie certe risalenti al 1042.[19][62][113][114] Dopo l'intervento del cardinale Carlo Borromeo nel 1573, la chiesa subì varie trasformazioni, per arrivare a presentarsi come un edificio a croce latina a tre navate con cappelle laterali, un campanile alto circa cinquanta metri e una vasta cripta sottostante.[115][116] Al suo interno è conservato il dipinto a olio Natività della Vergine, realizzato nel 1618[117] da Camillo Procaccini raffigurante una scena della natività di Maria.[19][118]
La chiesa della Sacra Famiglia è ubicata nella zona ovest della città[119] ed è stata inaugurata il 4 luglio 1959. L'edificio, con tetto a falda e campata unica, presenta al suo interno una doppia serie di affreschi relativi rispettivamente all'Antico e al Nuovo Testamento a campata unica con tetto a falda, oltre ad una Via Crucis realizzata in terracotta.[120] Nel piazzale esterno è presente dal 1966 una piccola grotta della Madonna di Lourdes.[120] Nel 2017 è stata oggetto di un restauro esterno che ha portato alla realizzazione di una controfacciata in mattoni.[121]
La chiesa di San Carlo Borromeo serve il quartiere nord della città.[122] Completata nel 1994, la chiesa è stata progettata dall'architetto Angelo Galesio e si presenta una navata unica con un'imponente vetrata nella parete di fondo.[122] All'interno, oltre ad alcune opere d'arte volute da Giovanni Testori, è presente un imponente organo del 1828, restaurato e installato sopra l'altare.[122]
Colloquialmente noto con l'appellativo milanese Gesiö, l'oratorio dedicato ai santi Nazario e Celso fu costruito nel Cinquecento per volontà testamentaria del senatore ducale Bernardino Busti, colpito dalla peste nel 1529.[123][124] L'edificio ha ospitato nei secoli diverse opere d'arte, fino a diventare proprietà comunale nel 1992[123][125] ed essere oggetto di un profondo restauro conclusosi nel settembre 2023 con la riscoperta di numerose peculiarità architettoniche e artistiche.[126][127][128] Architetture civili
Ubicata in piazza Martiri della Libertà, nella parte sud del centro storico, la sua costruzione risale al XIX secolo. Villa Metti si presenta come un blocco lineare di due piani fuori terra con un portico in facciata, circondata su tre lati dal giardino e con il lato settentrionale, dove è posto l'ingresso principale, addossato agli edifici di via Repubblica.[129][130] La villa, dopo aver subito una serie di interventi di recupero, si presenta come un edificio a volume compatto, cui fanno da contrappunto il portico, la grande magnolia ed il giardino, quest'ultimo reso pubblico e visibile dopo la demolizione del muro di cinta. La villa rimane in uso, ospitando residenze e uffici privati.[129][130]
Sita in via Bertola da Novate, nella parte nord-ovest del centro storico, la sua costruzione risale alla fine del XIX secolo. La villa si presenta come un edificio a pianta quadrata in un unico blocco composto da due piani fuori terra e circondata da un giardino, con ingresso sul lato est della via.[131][132] La struttura ha mantenuto un ottimo stato di conservazione, tanto per l'integrità strutturale, quanto per le decorazioni e gli elementi di pregio architettonico presenti sulle facciate esterne. Sulle pareti perimetrali trovano infatti posto le pregiate cornici marcapiano, la zoccolatura in pietra e gli angolari, oltre alle decorazioni sulle pareti e sui sottogronda, agli affreschi ed alle cassettonature lignee.[131] Dopo i lavori di adeguamento eseguiti nel 2000 la villa è divenuta sede delle suore spagnole della congregazione di Santa Maria Josefa del Cuore di Gesù, occupate in opere di assistenza domiciliare ad anziani ammalati.[131]
Sita in via Repubblica, nella parte centrale del centro storico, con affaccio su piazza Pertini, la villa, costruita nel corso del XVII secolo, si presenta come un edificio di due piani fuori terra con pianta ad U su una corte interna con facciata concava nella parte centrale. La facciata principale della villa è inserita all'interno del fronte degli edifici che si affacciano sul lato sud di via Repubblica. Sul retro della villa, a partire dalla corte interna, si apre il giardino privato.[133][134] Pur non presentando particolari elementi di pregio sulle facciate esterne, la peculiarità della villa è rappresentata dalla concavità presente sulla facciata principale in corrispondenza dell'ingresso.[133][134] Essa si presenta in utilizzo, ospitando residenze private nel corpo centrale[133] e uffici nelle porzioni laterali.[134]
Ubicata in vicolo San Gervaso, nella parte orientale del centro storico, la sua costruzione risale al XVIII secolo. La villa si presenta come un edificio a due piani fuori terra con pianta a blocco quasi quadrato, con due brevi ali alle estremità formanti una esse; dalla porzione meridionale si estende il giardino privato della residenza. Una particolarità di villa Reina è data dalla presenza di un antico stemma araldico sulla facciata esterna, sopra al portone d'ingresso.[135][136]
Villa Venino sorge in Largo Padre Ambrogio Fumagalli, nel centro storico di Novate Milanese.[137] Costruita nel XVII secolo, è composta da un blocco lineare con un triportico centrale, una torretta belvedere e ali minori che delimitano una corte secondaria.[137][138][139][140] La struttura è stata restaurata ed è divenuta sede della biblioteca e di alcuni uffici comunali,[140][141] insieme a residenze private. Il giardino, intitolato a Lidia Conca, ospita alcune piante secolari, ed è stato restituito alla cittadinanza nel 2010.[137][138][142] La villa era in origine di proprietà della famiglia Venini, nel 1877 divenuta Venino, e in seguito ceduta al comune di Novate Milanese e parzialmente a privati.[139][140] In origine, l'immobile era inserito in un contesto produttivo agricolo, incentrato specialmente nella coltivazione di asparagi, granoturco e frumento.[139][140]
Ufficialmente Casa Testori,[143] per avere dato i natali a Giovanni Testori, la villa sorge in prossimità del centro cittadino, accanto alla omonima fabbrica. La villa rappresenta il luogo dove Testori ha trascorso gran parte della sua vita e dove hanno preso corpo alcune delle sue più importanti produzioni.[144] La villa è stata chiusa nei primi anni Novanta, ed è stata eccezionalmente aperta nel 2003, nel periodo in cui si sono svolte le iniziative commemorative del decennale della scomparsa dello scrittore. Villa Venino ha infatti ospitato per un mese la significativa esposizione del grande ciclo dei Pugilatori, dipinti da Testori nei primi anni Settanta ed esposti nel luminoso salone della casa: sulle pareti dello scalone, che interrompe il corridoio, campeggiavano dipinti con grandi mazzi di dalie; nel corridoio scuro che dà accesso al salone, erano esposti i piccoli quadri con i ciclamini del 1971. Dopo una stanza di disegni, acquarelli e foto legati al tema dei "Pugili", il percorso si concludeva con un approfondimento sulla storia della casa e della famiglia Testori ed una ricostruzione delle raccolte di dipinti ospitate dalla villa nel corso degli anni.[144] È in seguito divenuta sede dell'omonima associazione culturale.[145] Altro
È stata progettata dall'ingegnere Emilio Noè il 30 agosto 1933 e realizzata su appalto del consorzio per l'acqua potabile ai comuni della provincia di Milano, per migliorare l'approvvigionamento idrico da parte dei cittadini novatesi, che fino ad allora avveniva attraverso i pozzi domestici che traevano acqua dalla falda più superficiale, soggetta a gravi inquinamenti.[146] Esteticamente, la costruzione assume il caratteristico aspetto di torre littoria,[147] preferito rispetto ai tradizionali serbatoi in virtù della possibilità di ricavare nella struttura anche locali con diversa destinazione.[148]
Realizzato nel 1989 da padre Ambrogio Fumagalli, sorge di fronte al municipio e ha come soggetto una figura umana, in punto di morte, accasciata contro una struttura parallelepipeda, attorniata da numerose aste.[149] L'opera è realizzata prevalentemente in bronzo, con inserti di mosaico e vetro.[149] La vetrata colorata, specialmente, vuole richiamare la pace interiore dell'uomo, appagato dalla consapevolezza di vivere nella pace della resurrezione.[149]
Mezzobusto in bronzo[N 5], realizzato nel 1960 dallo scultore Ermenegildo Ricci Della Quercia, trova collocazione nell'omonimo largo,[150] tra via XXV Aprile e via Ariosto.[151]
Situato nella piazza omonima, nel luogo dove anticamente sorgeva un cinema, il mezzobusto in bronzo dedicato al presidente della Repubblica Italiana è stato realizzato dallo scultore Luigi Teruggi e inaugurato il 2 giugno 1996, per donazione dei socialisti novatesi.[152]
Inaugurato al pubblico il 10 maggio 1998, il monumento è stato realizzato dallo scultore Antonio De Nova: si compone di una stele marmorea sulla quale si staglia l'effigie di Aldo Moro.[153] Alla base sono collocati cinque blocchi rettangolari, a ricordo di ciascuno dei membri della scorta rimasti uccisi nell'agguato del 16 marzo 1978, mentre sul retro trova spazio una citazione tratta dalle parole di papa Paolo VI pronunciate nel giorno del ritrovamento del cadavere di Moro.[153]
Ubicata in piazza Martiri della Libertà, all'interno del giardino dedicato proprio ai martiri delle foibe, l'opera è stata inaugurata nel 2001 per decisione assunta dal Consiglio Comunale già nel 1996.[154] Il monumento è formato da un grande blocco di granito sul quale è posizionata una scultura a forma di libro con iscritta una dedica in ricordo delle vittime dell'eccidio.[154]
Scultura bronzea realizzata dall'artista Gianfranco Lamon nel 1980, è stata commissionata dalla Banca Popolare di Milano per essere donata alla città.[155] Fa parte di una serie di opere ispirate al gioco delle bocce e l'esemplare si trova posizionato accanto della sede della banca stessa, presso il municipio.[155] Aree naturali
È il parco più antico della città, nato negli anni '50 e riqualificato all'inizio degli anni 2000:[156] presenta un'estensione di oltre 30000 m²[157] e, unitamente all'attiguo parco delle radure,[158] possiede un patrimonio botanico di oltre 30 specie arboree, per un totale che supera le 500 unità.[156] I due parchi, nel complesso, presentano accessi su tutti i quattro punti cardinali, che permettono loro di raccordarsi sia con il centro sia con alcuni quartieri più periferici.[156] Al loro interno sorgono un ceppo commemorativo alla memoria di Carlo Ghezzi,[159] oltre a edifici destinati all'istruzione e allo sport, tra cui il palazzetto cittadino,[160] un campo da pallacanestro[161] e campi di bocce.[162] È inoltre presente l'alveo del torrente Garbogera, costeggiato da un camminamento affiancato da un filare di pioppi bianchi.[156]
Il parco Brasca si colloca nel centro storico cittadino, alle spalle del municipio, delimitato da via Bertola da Novate e via Vittorio Veneto:[163][164][165] si estende per circa 7000 m²[166] e confina per un tratto con il giardino privato dell'Istituto Oasi San Giacomo.[160] Ospita al suo interno un monumento alla memoria dei caduti novatesi della Resistenza[164] e diverse varietà arboree, tra cui alcuni esemplari da frutto come ciliegi, meli, albicocchi e susini.[163] L'intitolazione a Marco Brasca, figura cardine dell'antifascismo novatese, è avvenuta il 1º maggio 1996.[164]
Il parco ha un'estensione di circa 9000 m²[167] e si trova collocato nella porzione ovest della città, delimitato a nord dal terrapieno e sottopasso ferroviario, a est dalla ferrovia, a sud da via Baranzate e a ovest dagli edifici scolastici, in prossimità dei quali sorge un'area attrezzata per il gioco dei bambini.[168] Tra le specie botaniche che circondano i camminamenti pedonali si annoverano pini e cedri dell'Himalaya, querce rosse americane, piante di bambù e alcuni esemplari da frutto.[168] Fino alla sua intitolazione a Teresa Sarti e Gino Strada, avvenuta nel dicembre 2022, il parco era noto semplicemente come parco di via Baranzate.[169][170][171]
Anche noto come parco di via Cavour, è un'area verde di oltre 80000 m² che si sviluppa attorno al complesso sportivo "Polì", nell'area sud-est della città.[172] Nel parco si contano attorno a 120 alberi, appartenenti a circa 27 specie differenti, oltre all'area che prende il nome di "Nuovo bosco di Novate", dove sono stati piantumati giovani alberi e arbusti di 33 specie differenti, come intervento compensativo di EXPO 2015.[172][173]
Il parco si sviluppa attorno a via Rimembranze, nello spazio compreso tra Villa Venino e l'innesto con via Brodolini.[174][175] Il patrimonio arboreo conta oltre 200 esemplari appartenenti a 23 specie differenti, tra cui tigli, platani, aceri americani, ippocastani e cedri atlantici argentati.[174] Dentro il perimetro del parco si trovano inoltre tre aree destinate a parcheggio e un monumento dedicato all'Associazione Volontari Italiani del Sangue e all'Associazione italiana per la donazione di organi, affiancato quest'ultimo da piccole palme cinesi.[174] SocietàEvoluzione demograficaDemografia preunitaria[176]
Popolazione per età in percentuale:
Etnie e minoranze straniereAl 1º gennaio 2024 la popolazione straniera è risultata di 1799 persone, pari al 9,26% della popolazione.[180] CulturaBibliotecheLa biblioteca di Novate Milanese sorge nel 1953 e rappresenta uno dei principali punti di riferimento culturale del territorio. Nel corso degli anni, essa ha subito adattamenti per fare fronte alle trasformazioni della società, aggiornandosi negli spazi e nei servizi offerti.[141] Dopo essere stata ospitata nella storica sede situata nell'edificio comunale (ex Casa del Fascio) negli anni Settanta la biblioteca è stata trasferita in una nuova sede in via XXV Aprile, salvo poi trasferirsi nuovamente agli inizi degli anni Ottanta, quando la biblioteca è stata collocata nel palazzo comunale, disponendo quest'ultimo di spazi più adeguati per introdurre nuovi strumenti come uno spazio per l'infanzia, la videoteca, i media digitali e l'accesso a internet.[24][141] Al fine di espandersi ulteriormente, la biblioteca ha subito un ulteriore trasferimento il 10 giugno 2006 presso Villa Venino, storica residenza nel centro cittadino.[181] La biblioteca è parte dell'azienda speciale consortile Culture Socialità Biblioteche Network Operativo, che coordina i servizi bibliotecari con le altre strutture dell'area a nord di Milano.[182] In aggiunta alla biblioteca comunale, dal 3 maggio 2019 l'amministrazione comunale ha predisposto un ulteriore spazio dedicato alla cultura. Il nuovo centro, denominato "Di Vittorio 22", sorge nei locali di un'ex-parafarmacia e offre spazio per incontri, corsi e laboratori, oltre a offrire una selezione di libri della biblioteca comunale, disponibili al prestito.[183] Anch'esso è parte del circuito CSBNO.[182] ScuoleA Novate Milanese hanno sede due istituti comprensivi statali, intitolati rispettivamente a don Lorenzo Milani e a Giovanni Testori. Il primo si compone di due scuole dell'infanzia, di una scuola primaria e di una scuola secondaria di primo grado; il secondo si compone di una scuola dell'infanzia, di due scuole primarie e di una scuola secondaria di primo grado.[184] Completano il tessuto di istituti scolastici novatesi due scuole dell'infanzia paritarie.[184] Geografia antropicaNel tessuto urbano novatese può essere distinta in primo luogo un'area centrale, corrispondente al centro storico cittadino;[186] attorno ad essa si sviluppa un'area urbanizzata ben più estesa, iniziatasi a sviluppare con il primo dopoguerra[187] e destinata ad uso prevalente di residenze e servizi;[186] infine, specialmente in area periferica, trova luogo un apparato urbanistico destinato all'uso produttivo-industriale.[188] Il centro storico novatese si sviluppa, già a partire dal Seicento, nell'area di intersezione tra i due importanti assi viari del tempo: il primo correva verticalmente e corrispondeva alle moderne vie Bollate,[N 6] Garibaldi[N 7] e Matteotti[N 8] mentre il secondo correva orizzontalmente, lungo la moderna via Repubblica.[N 9][110] Sviluppandosi l'apparato urbanistico lungo tali assi viari, il centro storico novatese arriverà ad assumere nei secoli seguenti la sua conformazione definitiva.[110] Nel secondo dopoguerra alcune aree del centro storico sono state oggetto di un intervento di parziale rinnovamento urbanistico[187][191] e nuovamente nel 2024,[111][192] a cui è seguita la costituzione di un centro commerciale naturale.[193][194] All'interno del perimetro del centro storico novatese si trovano altresì i beni di maggiore rilevanza storico-architettonica della città, tra cui i più antichi edifici religiosi novatesi e il complesso di ville gentilizie cittadine,[129][131][133][135] insieme ai principali edifici pubblici come la sede primaria della biblioteca[137] e il municipio,[195] oltre al parco comunale Marco Brasca.[163][165] Il restante territorio comunale è ripartito, con eccezione di minori aree a destinazione tecnica, nel tessuto residenziale moderno e zone industriali.[26][185][196] Il primo rappresenta quella porzione del tessuto urbano il cui sviluppo va fatto risalire al primo dopoguerra, quando la costruzione di edifici residenziali inizia a sconfinare rispetto al centro storico, specialmente lungo il prolungamento nord della direttiva di via Bollate,[187] per poi estendersi anche alla zona ovest rispetto alla ferrovia, dove i primi sviluppi risalgono agli anni Trenta, crescendo però nel secondo dopoguerra.[187] Lo sviluppo urbano di tali aree continua ad intensificarsi nei decenni successivi, anche in funzione dell'aumento demografico e del fenomeno dell'emigrazione interna.[197] Mutano negli anni anche le caratteristiche degli edifici residenziali, passando da complessi unifamiliari o bifamiliari di pochi piani sopra suolo ad unità pluripiano ad alta densità abitativa.[197] Per quanto concerne le aree a destinazione produttivo-industriale, nel territorio comunale si distinguono tre aree con tale indirizzo: una nella porzione est della città, che si estende approssimativamente tra il tracciato dell'autostrada A4, il confine est con Cormano e il confine sud con Milano; la seconda trova invece luogo nella porzione ovest della città, approssimativamente tra la ferrovia e il confine con Baranzate.[185][188] A sé stante è infine l'area industriale più antica, occupata dalla Manifattura Testori, che sorge a ridosso del centro cittadino.[185][188][201] Tali aree sono occupate in prevalenza da capannoni di medie o grandi dimensioni.[188] EconomiaLe prime attività economiche di Novate Milanese sono interamente ricondotte all'ambito agricolo[110] e al piccolo allevamento: specialmente significativa è stata la bachicoltura, iniziatasi a sviluppare nel comune già dal Quattrocento, quando per decreto di Galeazzo Maria Sforza datato 15 settembre 1470, venne istituito in tutti i sobborghi di Milano l'obbligo di piantumare cinque alberi di gelso ogni cento pertiche di terra.[202] Tale assetto vede un primo ma sostanziale mutamento solo con l'entrata in funzione delle Ferrovie Nord, tra la fine dell'XIX secolo e gli inizi del XX secolo, quando appaiono sul territorio novatese edifici industriali:[110] prime fra tutte le industrie tessili e di abbigliamento a cui, nei decenni successivi, si affiancheranno industrie metalmeccaniche, chimiche e manutentive, tra cui in special modo quelle al servizio della ferrovia.[187] Al 2001, il settore economico maggiormente sviluppato continua ad essere quello dell'industria manifatturiera, benché con un calo delle maestranze del 16% rispetto a vent'anni prima, occupando attorno al 27% dei lavoratori totali.[203] Seguono a breve distanza il settore commercio, riparazioni, alberghiero e pubblici esercizi (attorno al 26% del totale) e il settore trasporti e comunicazioni (attorno al 23% del totale).[203] È proprio quest'ultimo settore a fare registrare il maggior sviluppo nel ventennio, con un numero di occupati più che quadruplicato.[204] Negativi invece gli andamenti per i settori dell'industria estrattiva e dell'energia che sul territorio cessano totalmente con l'inizio del nuovo millennio; in diminuzione anche gli occupati nel settore delle assicurazioni e del credito.[203][204] Al 2010, il settore industriale continua ad occupare una porzione rilevante di novatesi (25%); spicca inoltre il settore artigiano dove si registrano oltre 800 attività e un'occupazione di dipendenti attorno al 30% del totale.[205] Seguono il settore dei servizi e del commercio (rispettivamente al 26% e 11%). Tra i settori economici minori figurano infine l'ambito dei pubblici esercizi, delle grandi strutture di vendita e degli ambulanti.[205] Al 2011, continua il calo dell'occupazione delle attività manifatturiere, che si assestano attorno al 16%, con aumento di occupati nei settori del commercio, dei trasporti e delle comunicazioni; leggermente negativo l'andamento per il settore delle costruzioni, che perde attorno ad un punto percentuale.[206] Al 2022, gli occupati nel settore manifatturiero calano di ulteriori due punti percentuali, seguiti dagli occupati nel settore del commercio che passano dal 29% al 22%; invertono invece la tendenza negativa i settori del credito e delle costruzioni, rimanendo in costante aumento il settore dei trasporti e delle comunicazioni.[207]
Segue inoltre una tendenza in aumento il numero delle piccole e medie imprese sul territorio, segno del progressivo rimpiazzo delle grandi industrie con realtà economiche più ridotte:[203] nel 2023 se ne sono contate 1842.[208] Infrastrutture e trasportiStradeA livello di infrastrutture stradali, il comune è attraversato da due autostrade. All'altezza del confine amministrativo settentrionale corre il tracciato in trincea dell'autostrada A52, tangenziale Nord, che ricalca in buona sostanza il tracciato della precedente SP46 Rho-Monza, oggetto di adeguamento infrastrutturale da parte di Milano Serravalle-Milano Tangenziali[209][210] ed elevamento a tratto autostradale, con conseguente chiusura dell'anello di tangenziali attorno a Milano.[211][212][213] In particolare, la città di Novate Milanese è servita, congiuntamente con la vicina Bollate, dallo svincolo Novate-Bollate. Nella parte meridionale del comune corre invece l'autostrada A4 Torino-Trieste,[210] la quale non presenta alcuno svincolo dedicato a Novate Milanese sul territorio. Sono unicamente presenti due varchi di servizio, aperti esclusivamente al personale autostradale di servizio, dei mezzi di soccorso e del locale centro operativo di Polizia stradale,[214] situati rispettivamente all'altezza dell'area di servizio "Novate Nord" e del Punto Blu di Novate Milanese. Il normale traffico veicolare fa invece uso dello svincolo sito nel comune di Cormano, nei pressi del confine con Novate.[210] Peraltro, l'intero tratto di autostrada A4 che attraversa il territorio comunale è provvisto di quattro corsie per senso di marcia, grazie all'implementazione della quarta corsia dinamica, inaugurata proprio a Novate Milanese l'11 luglio 2023, alla presenza del ministro delle infrastrutture e dei trasporti Matteo Salvini.[215][216] Il comune è inoltre attraversato dalla Strada provinciale 306 della Balossa, che, aperta al traffico il 2 dicembre 2023,[209][217][218] costituisce un tratto di viabilità complanare all'autostrada A52, agevolando le interconnessioni veicolari tra i comuni di Novate Milanese, Bollate, Cormano e Paderno Dugnano, nonché con il tracciato della strada statale 35 dei Giovi.[209] Il tracciato stradale ha una lunghezza complessiva di circa 3,2 km e presenta, tra il territorio novatese e quello della frazione bollatese Cascina del Sole,[218] l'ecodotto "Balossa", situato nell'omonimo parco, costituito da una galleria della lunghezza di 100 m.[209] L'opera di costruzione di un apparato stradale complanare alla tangenziale nord dovrà essere completato con il tratto in progetto che collegherebbe, in territorio novatese, l'attuale SP306 allo svincolo A52 Novate-Bollate, in prossimità del triplice confine tra Novate Milanese, Bollate e Baranzate.[218][219] FerrovieNovate Milanese è attraversata dalla ferrovia Milano-Saronno e presenta una stazione, servita dalle linee S1 e S3 del servizio ferroviario suburbano di Milano, gestito da Trenord, che collegano la città verso sud rispettivamente a Lodi e Milano Cadorna, mentre verso nord collegano a Saronno.[220][221] La stazione ferroviaria presenta complessivamente 7 binari e due banchine passeggeri,[222] sebbene solo 4 siano destinati alla circolazione:[223] i due più a oriente sono normalmente riservati alle linee locali, mentre i due più a occidente sono normalmente riservati ai convogli in solo transito.[222] I rimanenti binari sono destinati al transito di convogli di servizio e ai collegamenti con il locale deposito ferroviario.[222] A Novate Milanese ha infatti sede uno dei depositi ferroviari di Trenord, con annesso impianto manutentivo, per una superficie complessiva di 135000 m² e 6 km di binari di servizio.[224] Nel deposito, provvisto di 11 binari, vengono ricoverati i convogli ferroviari in attesa di prestare servizio e vengono eseguiti interventi di piccola manutenzione; nell'officina vengono invece eseguiti interventi di maggiore complessità.[224] Sempre dalla stazione di Novate Milanese, i treni iniziano il servizio viaggiatori ogni mattina.[224] A seguito di un intervento di potenziamento dell'infrastruttura ferrovia, la stazione di Novate Milanese ha beneficiato dal 9 giugno 2024 del prolungamento in orari lavorativi della linea S13 da Milano Bovisa-Politecnico a Garbagnate Milanese, con quarantotto corse giornaliere aggiuntive da e verso Milano;[225][226][227][228] la misura è stata tuttavia revocata da Trenord, su richiesta della regione, il 15 dicembre dello stesso anno, per difficoltà nella gestione della circolazione ferroviaria.[229][230] L'attuale stazione ha sostituito la precedente struttura, dismessa nella notte tra il 31 marzo ed il 1º aprile 1990 e nei giorni successivi demolita, e sorge oggi nel piazzale dedicato a Giovanni Testori, per scelta dell'amministrazione comunale risalente al 1998, per onorare il profondo legame che lo scrittore novatese aveva con la stazione ferroviaria, dalla quale aveva tratto ispirazione per alcune tra le sue opere più famose.[231] Novate Milanese fa parte del sistema tariffario integrato STIBM e si colloca nella zona tariffaria Mi3.[232] Mobilità urbanaNovate Milanese è servita da una linea di autobus gestita da ATM, che collega la città con Milano e specialmente con le fermate Comasina M3 e Affori FN M3, quest'ultima interscambio con le linee S2, S4 e S12 del servizio ferroviario suburbano.[220][233] Sono inoltre presenti linee gestite da Airpullman destinate al trasporto studenti in orario scolastico.[234] Amministrazione
Altre informazioni amministrativeIl comune di Novate Milanese è parte, unitamente ai comuni di Baranzate, Bollate, Cesate, Garbagnate Milanese, Senago e Solaro, all'azienda speciale consortile Comuni Insieme per lo sviluppo Sociale.[264] SportNel campo del calcio, della pallacanestro e della pallavolo è attiva a Novate Milanese l'associazione sportiva dilettantistica OSAL Novate.[265] Sempre in campo calcistico è attiva pure l'associazione calcio dilettantistica Pro Novate.[266][267] Nel campo del ciclismo, da Novate Milanese prendeva il via la classica ciclistica Milano-Torino, in onore di Vincenzo Torriani.[268][269] Impianti sportivi
Il Centro Polifunzionale Polì, inaugurato il 28 settembre 2003,[270] è un centro sportivo attrezzato con vasche per acquaticità e nuoto libero, tra cui specialmente una vasca di lunghezza 25 m, oltre ad aree destinate a fitness, wellness[271] e tre palestre.[272] Tutte le vasche presentano una copertura amovibile, per consentirne l'utilizzo sia nella stagione estiva, sia nella stagione invernale.[271] In origine gestito da una società partecipata dal comune,[271] in seguito fallita,[273][274] nel 2017 l'impianto viene affidato in concessione ad una società esterna, unitamente all'esecuzione di alcune opere di riammodernamento delle strutture,[275][276] salvo però rimanere inattivo dalla pandemia di COVID-19, a causa delle difficoltà economiche della concessionaria.[275][277]
Il palazzetto dello sport sorge all'interno del parco comunale Carlo Ghezzi[278] ed è stato edificato nel 1966, rappresentando da allora uno dei punti di riferimento per lo sport novatese.[279] Dopo un primo tentativo di messa a norma avvenuto nel 1999, dopo un periodo di inagibilità, nei primi anni 2000 viene ristrutturato completamente ed ampliato.[92][279] Dopo l'ampliamento, la struttura raggiunge una superficie di 2619 m², risultando una delle più ampie della Lombardia.[92] Lo spazio interno può essere suddiviso in quattro aree indipendenti, così da consentire l'allenamento contemporaneo di più gruppi di atleti.[92]
Ubicato nella via omonima, il centro sportivo Vincenzo Torriani presenta due campi da calcio a undici regolamentari, uno in erba naturale e uno in erba sintetica,[267] oltre ad una pista per atletica leggera, conforme ai regolamenti CONI.[92][267] NoteEsplicative
Bibliografiche e sitografiche
Bibliografia
Altri progetti
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