Nel 1926 disegna una lampada da terra ideata sulla base di un "manichino da sarto", il Luminator[4]. Il prototipo del "Luminator" fu esposto per la prima volta nel 1929 all'Expo internazionale di Barcellona dello stesso anno.[5]
Rientrato in Italia nel 1948, a partire dal 1951 realizza per la Breda i padiglioni espositivi alla Fiera di Milano.[1][2][3][6] I padiglioni rappresentano il rilancio dell'azienda, sotto la guida del commissario straordinarioPietro Sette, dopo un periodo di forte crisi.[1][2] Baldessari invita a partecipare ai padiglioni un team di architetti e ingegneri (Marcello Grisotti, Erminio Gosso, Giuseppe Dal Monte) e artisti (Lucio Fontana, Umberto Milani, Attilio Rossi).[1][2] La collaborazione fra Baldessari e Fontana si ripete anche in occasione della progettazione del padiglione Sidercomit alla Fiera del 1953, cui partecipa anche Attilio Rossi.[1][2] Nel 1951 Baldessari progetta lo scalone d'onore alla IX Triennale di Milano.[1][2] Negli stessi anni è autore di importanti allestimenti di mostre d'arte: quella su Vincent van Gogh al Palazzo Reale di Milano e sul Risorgimento mantovano alla Casa del Mantegna di Mantova (1952, entrambe con Attilio Rossi); quelle su Rembrandt e il Seicento olandese (1954), su arte e civiltà etrusca (1955) e su Amedeo Modigliani (1958).[1][2][3]
Fra il 1955 e il 1957 Baldessari è invitato a realizzare un grattacielo nel quartiere Hansa di Berlino, in occasione dell'Interbau 57.
[3] Dal 1958 è capogruppo per la progettazione di un lotto di edifici residenziali nel quartiere Feltre a Milano.[1][2] Fra il 1962 e il 1966 progetta e realizza la casa di riposo Villa Letizia a Caravate, provincia di Varese, con la contigua cappella di Santa Lucia.[1][2][3] Nel 1965 sposa a Basilea l'attriceucraina Schifra Gorstein, da cui divorzierà nel 1977.[3] Nel 1971, in collaborazione con Zita Mosca, ristruttura la sala delle cariatidi e delle colonne del Palazzo Reale, distrutta dai bombardamenti durante la seconda guerra mondiale.[3] Nello stesso periodo, sempre in collaborazione con Mosca, cura le retrospettive su Roberto Crippa (1971) e Lucio Fontana (1972) e la mostra La ricerca dell'identità (1974) al Palazzo Reale di Milano.
Negli anni Settanta Baldessari espone in numerose mostre, sia personali che collettive (Museo teatrale alla Scala, Milano, 1969–70; Palazzo Rosmini, Rovereto, 1970; Galleria Pancheri, Rovereto, 1975; Biennale di Venezia, 1976 e 1978; Galleria Schettini e Fondazione Corrente, Milano, 1978, Institut Culturel de Paris, Parigi, 1981).[1][2] Nel 1978 è insignito del premio Feltrinelli dall'Accademia Nazionale dei Lincei.[1][2] Nel giugno 1982 sposa la collega Zita Mosca.[1][2] Il 26 settembre dello stesso anno si spegne a Milano.[1][2]
Archivio
L'archivio[7][8][9] dell'architetto Luciano Baldessari, è articolato in diversi fondi: il primo[9] conserva le documentazione dell'architetto dal 1915 al 1980 presso il Centro Alti Studi sulle Arti Visive (CASVA) di Milano situato nel Castello Sforzesco[10]; un ulteriore fondo[7] conservato presso il Politecnico di Milano[11] è formato dalla documentazione relativa a 174 progetti di urbanistica, architettura, allestimenti e interni prodotti da Luciano Baldessari dal 1927 al 1982; altra parte di documentazione[8] costituita dalla Biblioteca personale dell'architetto, da carteggi privati e archivio fotografico è conservata presso Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto - MART. Archivio del '900[12].
«Luciano Baldessari è indubbiamente tra i più colti e sprovincializzati architetti che operarono in quegli anni in Italia: la sua formazione è tutta calata nel futurismo: non quello milanese di Marinetti e Boccioni ma quello periferico e per molti versi anomalo e discorde che inaugurò Depero nella provincia di Rovereto.»
^abFondo Baldessari Luciano, su SIUSA Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche. URL consultato il 20 luglio 2018 (archiviato dall'url originale il 20 luglio 2018).
^abFondo Baldessari Luciano, su SIUSA Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche. URL consultato il 20 luglio 2018 (archiviato dall'url originale il 20 luglio 2018).
^abFondo Baldessari Luciano, su SIUSA Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche. URL consultato il 20 luglio 2018 (archiviato dall'url originale il 20 luglio 2018).
^Fondo Luciano Baldessari, su lombardiabeniculturali.it, Centro di alti studi sulle arti visive. URL consultato il 3 novembre 2014.
^Opere di Luciano Baldessari, su San - Archivi degli architetti. URL consultato il 20 dicembre 2017 (archiviato dall'url originale il 22 dicembre 2017).
^Cesare de Seta, La cultura architettonica in Italia fra le due guerre, Roma; Bari, Laterza, 1972, pp. 219–220.
Bibliografia
Massimiliano Savorra, Capolavori Brevi. Luciano Baldessari, la Breda e la Fiera di Milano, Milano, Electa, 2008, ISBN978-88-370-6399-3.
Anna Chiara Cimoli (a cura di), Luciano Baldessari a Berlino e New York. Materiali dalle collezioni del Casva di Milano, Milano, Comune di Milano, 2007, ISBN non esistente, SBNUSM1726892.
Graziella Leyla Ciagà (a cura di), Luciano Baldessari e Milano. Progetti e realizzazioni in Lombardia, Milano, Comune di Milano, 2005, ISBN978-88-907722-1-4.
Vittorio Fagone, L'arte all'ordine del giorno. Figure e idee in Italia da Carrà a Birolli, Feltrinelli, 2001, ISBN88-07-10305-2.
Graziella Leyla Ciagà (a cura di), Luciano Baldessari nelle carte del suo archivio, Milano, Guerini Studio, 1997, ISBN88-7802-760-X.
Zita Mosca Baldessari, Luciano Baldessari, Milano, Mondadori, 1985, ISBN non esistente.
Vittorio Fagone, Baldessari. Progetti e scenografie, Milano, Electa, 1982, ISBN non esistente.
Gianni Contessi (a cura di), Luciano Baldessari architetto. Gli anni del Luminator, Milano, Galleria del Levante, 1978, ISBN non esistente, SBNVEA0073231.
Cesare de Seta, La cultura architettonica in Italia fra le due guerre, Roma; Bari, 1978, ISBN non esistente, SBNRMS0178154.
Italo Cinti, Luciano Baldessari architetto, Bologna, Tamari, 1963, ISBN non esistente, SBNUBO2812244.
Giulia Veronesi (a cura di), Luciano Baldessari architetto, Trento, CAT, 1957, ISBN non esistente, SBNVEA0073233.
Italo Cinti, Luciano Baldessari, architetto integrale, Trento, Arti grafiche, 1959, ISBN non esistente, SBNVEA1078084.
Baldessari Luciano, su SAN - Portale degli archivi degli architetti. URL consultato il 15 novembre 2017 (archiviato dall'url originale il 16 novembre 2017).