Bussoleno è un comune italiano di 5 748 abitanti[1] della città metropolitana di Torino, in Piemonte. Situato in val di Susa, il paese è cresciuto nel Medioevo grazie ai commerci della via Francigena proveniente dal Moncenisio, e nell'età moderna grazie alle ferriere e al deposito ferroviario della linea Torino-Modane.
Origini del nome
Bussolin in piemontese significa biancospino. Raramente nei testi in italiano Bussolino, mentre in latino è Buxolinum Secusiensium.[4][5] L'italianizzazione Bussoleno, con la e, deriva dalla pronuncia francese secondo cui i nomi che finiscono con -in vengono pronunciati /eŋ/.
Secondo altre versioni, il nome deriverebbe dalla pianta del bosso che è presente anche sullo stemma del Comune.
Storia
Medioevo
La storia di Bussoleno comincia all'inizio del Medioevo, e si intreccia con quella delle famiglie nobili della valle: i Giusti, i Ferrandi, i Bartolomei, gli Aprili, i Pascali, i Barberi, i signori di Bardonesca, i Calvi d'Avigliana, i Rotari, gli Aschieri e altre.[4] Del periodo medievale si riscontrano molti elementi all'interno della città. Esempio ne sono la casaforte Allais alle spalle della Chiesa, la casa Aschieri, l'Antica Osteria della Croce bianca o Casa Amprimo, che si trovano nell'antico borgo storico. Quest'ultima in particolare, attigua alla porta di Francia, era la principale osteria del paese all'interno delle mura. Fu frequentata da nobili casati, come dimostrano i numerosi stemmi nobiliari posti sull'ingresso della casa stessa.
Età moderna
Per tutto il periodo che parte dall'anno mille alla seconda metà del XIX secolo il paese crebbe gradatamente grazie ai commerci e all'ospitalità lungo la Via Francigena, che aveva nel paese un importante punto di passaggio del fiume Dora Riparia[6]. Il paese rimase di dimensioni contenute al borgo fortificato fino a quando il governo piemontese non decise di farci passare la ferrovia, prima diretta solo a Susa e poi diretta in Francia, attraverso il Traforo ferroviario del Frejus. La posizione dell'abitato, all'intersezione delle due linee, ne fece la Stazione di Bussoleno importante per il traffico ferroviario. Il paese crebbe, da questo momento in poi, di pari passo con la stazione di Bussoleno e l'officina.
Lo sviluppo si ebbe inoltre anche con l'industria cotoniera e dell'acciaio, che ne fece un polo tessile per molto tempo. Verso la fine del XX secolo la situazione cambiò, e con i grandi tagli effettuati nelle ferrovie (eliminazione del Deposito locomotive di Bussoleno) e con la crisi del tessile il paese perse molto del suo peso, e la chiusura delle attività principali ne determinò un lento declino che dura tuttora. Ormai persa la partita ferroviaria, il paese ha tentato di rilanciarsi in attività differenti, potenziando l'industria estrattiva.
Simboli
Lo stemma e il gonfalone sono stati concessi con regio decreto del 16 novembre 1933.[7]
Lo stemma comunale è così blasonato:
«D'azzurro, ad un vaso contenente una pianta di bosso e poggiante sul terreno, il tutto al naturale, accompagnato da un sole d'oro uscente dal cantone destro. Corona di Comune.»
«Al centro della lotta partigiana in Val Dora durante l'occupazione nazista, subito dopo l'armistizio la sua popolazione raccoglieva le armi del disciolto Esercito per armare i suoi partigiani che reagivano contro l'invasore. Nel giugno 1944 insorgeva eroicamente contro il nemico subendo in conseguenza rastrellamenti e deportazioni dei suoi figli migliori, mentre le sue case venivano distrutte, senza che ciò potesse piegare l'orgoglio dei suoi figli. Nell'aprile 1945 i suoi partigiani partecipavano validamente all'insurrezione nazionale liberando la zona ovest di Torino, dimostrando che rappresaglie, deportazioni e fucilazioni non piegano un popolo che crede nei valori di libertà. Bussoleno, 8 settembre 1943 - aprile 1945» — 31 luglio 1984
I nomi di molte vie del Comune e del centro storico sono state intitolate a partigiani caduti durante la lotta di Resistenza.
Monumenti e luoghi d'interesse
Casa Aschieris, tipica casa porticata medievale in mattoni posta lungo la strada centrale di Bussoleno, ora via Walter Fontan e un tempo tratto della Via Francigena del Moncenisio. Insieme ad altre due abitazioni poste ancora oggi poco più a ovest, verso l'uscita dal borgo chiuso, Casa Aschieris venne utilizzata dall'architetto e Sovrintendente delle Belle Arti Alfredo d'Andrade come modello per la costruzione di abitazioni del Borgo medioevale di Torino[10]
Locanda della Croce Bianca o Casa Amprimo. Una delle due altre abitazioni medievali, oltre a Casa Aschieris ancora oggi esistenti, si affaccia sulla odierna piazza del Mulino e si conosce la destinazione d'uso: era la Locanda della Croce Bianca, casa di ospitalità per pellegrini e mercati della Via Francigena del Moncenisio che con la fiera fece la fortuna del paese nel Medioevo[11]
Ponte Vecchio sul fiume Dora Riparia, già presente nel Medioevo, punto di importante passaggio per i pellegrini e per le merci ed i traffici nonché punto di unione tra le due parti della cittadina, danneggiato e poi ricostruito nello stesso luogo alla fine del secolo XIX[12]
Secondo i dati Istat al 31 dicembre 2017, i cittadini stranieri residenti a Bussoleno sono 424[15], così suddivisi per nazionalità, elencando per le presenze più significative[16]:
La principale squadra di calcio della città è la Polisportiva Dilettantistica Bussoleno 2000 che milita nel girone H piemontese e valdostano di 2ª Categoria. È nata nel 2000.
Lancio del Barro
L'antico gioco piemontese del Barro, riscoperto a Bussoleno, utilizza un attrezzo fusiforme in legno tornito - dalla lunghezza di circa mezzo metro e del peso di 700 gramm - che viene lanciato a mano e deve raggiungere il terreno conficcandosi con una delle punte; le distanze percorse da più lanci validi portano al punteggio della gara. Segue una sfilata di gruppi storici in costume.[17]
Amministrazione
Di seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni che si sono succedute in questo comune.
«Bussolino ( Buxolinum Secusiensium ), capo di mand. nella prov. e dioc. di Susa , div. di Torino. Dipende dal senato di Piemonte, vice-intend. prefett. insin'. ipot. e posta di Susa. Ha il tribunale di giudicatura. Bussolino è ricordato nel diploma del 1001, d'Ottone III imperatore, che ne conferma fra molti altri beni allodiali il possesso ad Olderico Manfredo marchese. In quel diploma è chiamato Buceletum. Venne poi rammentato col nome di Bozoletum nella carta del 1029 a pro di S. Giusto di Susa, e con quello di Bocelen nella Ulciense 127 del 1137. Dal privilegio di Adriano IV del 1158 appare, che la chiesa di questo luogo era stata annessa al monastero d'Oulx. Sotto Olderico lo possedevano i signori di Giallione (Giaglione), e dopo loro lo ebbero parecchi gentiluomini di Susa, cioè gli Aprili, i Giusti, i Ferandi, i Bartolommei, i Pascali, e i Barberi. Lo tennero in appresso i signori di Bardonesca (Bardonecchia), i Calvi d'Avigliana, i Vagnoni di Trofarello, a' quali s'unirono i Bunei astesi di Moncalieri, i Bernezzi di Vigone, e i marchesi Versoi della Borgogna. (...)»
^Cfr. pannelli turistici informativi a cura di Luca Patria e Centro Studi Bellone situati in paese,, alcuni dei quali allegati alla pagina sul Medioevo nel sito del Comune di Bussoleno
^Vedere i pannelli turistici informativi a cura di Luca Patria e Centro Studi Bellone situati in paese, alcuni dei quali allegati alla pagina sul Medioevo nel sito del Comune di BussolenoArchiviato il 15 luglio 2014 in Internet Archive.
^Consultare i pannelli turistici informativi a cura di Luca Patria e Centro Studi Bellone situati in paese, alcuni dei quali allegati alla pagina sul Medioevo nel sito del Comune di Bussoleno